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Romano Bilenchi (Colle Val d'Elsa, 9 novembre 1909 – Firenze, 18 novembre 1989) è stato uno scrittore e giornalista italiano.
Mario Fabiani (Empoli, 9 febbraio 1912 – Firenze, 13 febbraio 1974) è stato un politico italiano, antifascista, dirigente di primo piano della Resistenza in Toscana, dal 1946 al 1951 primo sindaco eletto di Firenze dopo la guerra, presidente della provincia di Firenze dal 1951 al 1962, senatore del PCI dal 1963 al 1974.
Velso Mucci (Napoli, 29 maggio 1911 – Londra, 5 settembre 1964) è stato uno scrittore italiano.
Mino Maccari (Siena, 24 novembre 1898 Roma, 16 giugno 1989) stato uno scrittore, pittore, incisore e giornalista italiano.
Mario Lunetta (Roma, 23 novembre 1934 – Roma, 6 luglio 2017) è stato uno scrittore italiano.
La rivolta ideale (1908) è l'ultima opera dello scrittore Alfredo Oriani. Di stampo marcatamente nietzschiano, auspica l'avvento sulla scena politica nazionale di una personalità carismatica, capace di risollevare i destini della patria; al contempo afferma la necessità di creare uno Stato capace di esercitare un controllo stringente sulla vita dei propri cittadini. L'importanza dell'opera di Oriani va ricercata nell'influenza che essa esercitò sugli ambienti intellettuali nel periodo della Prima guerra mondiale. In particolare ottenne il consenso entusiastico del gruppo intellettuale legato al giornale La Voce (Papini, Prezzolini, etc.); lo stesso Gobetti ne venne colpito. L'opera, ed in generale la figura stessa di Oriani, diventeranno un punto di riferimento culturale degli intellettuali fascisti, tra i quali è possibile annoverare Berto Ricci e Romano Bilenchi. Mussolini in persona considerava Oriani come un profeta della patria, come un anticipatore del fascismo, un esaltatore delle energie italiane. Il titolo dell'opera verrà poi ripreso da un giornale fascista, La rivolta ideale appunto, fondato nel 1925.
Il costume politico e letterario, bimestrale stampato a Roma, con periodicità irregolare, diretto dallo scrittore Velso Mucci, esordì il 20 giugno 1945 e chiuse le pubblicazioni con il numero del 4 giugno 1950 La rivista, nata per iniziativa, oltre che dello stesso Mucci, di Nicola Ciarletta, Aldo Gaetano Ferrara e Leonardo Sinisgalli, aveva un orientamento marxista, pur con qualche spunto critico verso la politica del Partito Comunista, e intendeva ispirarsi al pensiero gramsciano. Oltre al direttore Mucci, tra i principali collaboratori si distinse lo stesso Ciarletta, docente di filosofia del diritto all'Università di Roma, critico teatrale e di arte per alcuni quotidiani romani, che sulla rivista si occupava di temi filosofici. Sugli argomenti più specificamente letterari, Il costume fu vicino alle istanze della Ronda, rivista letteraria che nei primi anni venti del Novecento si era schierata per la tradizione e lo stile elegante della scrittura, in polemica con il futurismo e Marinetti. Di questi orientamenti si ha una conferma nella posizione che Il costume assunse nella polemica tra il segretario comunista Palmiro Togliatti e lo scrittore Elio Vittorini, direttore del settimanale Il Politecnico: nel fascicolo dell'ottobre 1947, con l'articolo Qualcuno ha risposto a Vittorini, la rivista di Mucci si espresse in modo perentorio contro lo sperimentalismo culturale dello scrittore. Numerose e importanti furono le collaborazioni letterarie, tra queste si possono ricordare, oltre al già citato Sinisgalli, i nomi di Vincenzo Cardarelli, Camillo Sbarbaro, e l'ancora poco conosciuto Mario Tobino.
Circoli è stata una rivista di poesia italiana fondata come bimestrale a Genova da Adriano Grande nel 1931. Ebbe tra i redattori Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro, Giacomo Debenedetti e Sergio Solmi; trasferita la redazione a Roma nel 1934, vi entrarono Enrico Falqui, Giuseppe Ungaretti e Marcello Gallian. Sospese le pubblicazioni nel 1936 per riprenderle l'anno successivo come mensile e con una nuova redazione di cui facevano parte Indro Montanelli, Salvatore Valitutti e Glauco Natoli. Tra i numerosi scrittori e letterati che collaborarono e pubblicarono alcune opere all'interno della rivista si ricordano Alberto Savinio, Umberto Saba, Romano Bilenchi, Rosso di San Secondo, Hugo von Hofmannsthal. Chiuse le pubblicazioni nel 1939, riprendendole, nel 1940, col nuovo titolo di Raccolta, chiudendo definitivamente nel 1943.