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Un insediamento umano, in geografia, statistica e archeologia, è una comunità in cui vivono delle persone. Il tipo di comunità può variare in base al numero degli abitanti raggruppati e quindi può andare dai piccoli gruppi luoghi popolati alle grandi aree urbane. Gli insediamenti possono quindi anche includere borgate, villaggi, cittadine e città. Nel corso della storia dell'uomo si sono sviluppati diversi tipi di insediamenti umani, che possono sommariamente essere divisi in insediamenti dispersi e accumulati. La morfologia urbana può quindi distinguere diversi tipi di insediamenti in base a vari aspetti, come il paesaggio storico-culturale, l'ambiente, le dimensioni, la centralità rispetto a un punto di riferimento o altro. Luoghi popolati possono essere anche abbandonati. In questo caso si parla di città fantasma.
Gli insediamenti israeliani sono comunità abitate da israeliani nei territori palestinesi, occupati nel corso della guerra dei sei giorni del 1967. Tali insediamenti sono presenti in Cisgiordania (inquadrati nell'area amministrativa Giudea e Samaria) - che è in parte sotto amministrazione militare di Israele e in parte sotto il controllo dell'Autorità Nazionale Palestinese - e sulle Alture del Golan, che sono sotto l'amministrazione civile israeliana. La politica di Israele nei confronti di questi insediamenti ha oscillato dalla promozione attiva allo sgombero con la forza. La loro perdurante esistenza e status giuridico, fin dagli anni settanta, è uno dei problemi più dibattuti e, di fatto, ostacola un concreto superamento del conflitto che contrappone Israele e i palestinesi dagli anni quaranta del Novecento.
Gli Insediamenti Francesi in India (in francese: Établissements français de l'Inde) furono l'insieme dei territori e avamposti commerciali mantenuti dalla Francia nel subcontinente indiano fino alla metà del XX secolo. L'India Francese era composta dalle città di Pondichéry (acquisita nel 1674), Chandernagor (1673), Yanaon (1723), Mahé (1721) e Karikal (1738). Tutti questi insediamenti costituivano delle enclaves nel territorio dell'India britannica, e distavano uno dall'altro anche parecchie centinaia di chilometri. Unici tratti comuni di questi insediamenti erano lo sbocco al mare (salvo per Chandernagor) e l'esigua estensione territoriale. Fino alla guerra dei sette anni l'India francese rivaleggiò con quella britannica nel dominio (anche se per lo più indiretto) del subcontinente indiano, ed anche durante la guerra di indipendenza americana le colonie francesi riuscirono a mettere in difficoltà il monopolio britannico de facto sull'India (le colonie danesi ed olandesi erano ormai marginali). Fu però solo con le guerre della rivoluzione francese e quelle napoleoniche che l'India francese si ridusse ad una concessione britannica, restituita in sede di trattative dopo la fine del conflitto. Nell'età moderna il dominio francese sull'India era stato per lo più indiretto, con poche fortezze e città (tra cui quelle restituite nel 1815 e mantenute fino al '900) in possesso diretto della Francia e molti trattati di alleanza militare e commerciale con vari regni e potentati indiani. Fa parziale eccezione il periodo 1741-1754, in cui attorno a Yanam, Pondicherry e Kamikal (nell'India occidentale) furono costruite due grosse teste di ponte governate dai Francesi e di dimensioni paragonabili o superiori a quelle che erano in possesso, in quegli anni, degli Inglesi. Le altre colonie francesi, anche in quel periodo, rimasero punti d'appoggio (in genere fortificati) lungo la costa o lungo i principali fiumi. I francesi inviarono numerosi consiglieri militari e ufficiali istruttori presso i loro alleati ed utilizzarono dunque gli eserciti indiani per fare la guerra agli inglesi. Questi, pur non disdegnando le alleanze, si dedicarono invece a costruire tre grosse enclave britanniche (Madras, Bombey e soprattutto Calcutta e Bengala), reclutando eserciti di indiani (chiamati sepoy) addestrati ed armati all'europea, con i quali sconfissero, dopo alterne vicende, indiani e francesi. Di conseguenza nel 1816, quando le colonie indiane ritornarono in possesso della Francia, i loro tradizionali alleati ed amici nel sub continente erano stati sconfitti o concquistati dai britannici, e il dominio francese divenne residuale ed economicamente poco importante nel complesso dell'impero coloniale francese. Vestigia che non potevano più ostacolare la piena conquista del subcontinente da parte del Raj britannico. L'indipendenza dell'India nell'agosto del 1947 diede impulso al processo di unione degli insediamenti francesi con l'ex India Britannica. Un accordo tra la Francia e l'India stabilì che le popolazioni degli insediamenti rimanenti si sarebbero dovute esprimere sul loro futuro mediante un referendum. A quel tempo, gli Insediamenti Francesi in India contavano 362.000 abitanti, suddivisi su una superficie di appena 509 km². Nel 1949, in seguito a delle rivolte ed al referendum, Chandernagor fu ceduta all'India ed annessa allo Stato del Bengala Occidentale. Gli altri quattro territori entrarono invece de facto a far parte dell'India il 1º novembre 1954, situazione ufficializzata per mezzo del trattato di cessione del 28 maggio 1956, che fu però ratificato dal Parlamento francese solamente nel 1963. Gli ex territori dell'India Francese (esclusa Chandernagor) sono poi stati raggruppati nell'attuale Territorio di Pondicherry.
Il termine colonia (derivante dal latino colere, cioè "coltivare") indica un insieme di persone che si trasferiscono, spontaneamente o per iniziativa della madrepatria, in un altro luogo dove rimangono uniti in una comunità.