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La storia dell'Iraq è molto antica e brani della sua fase più remota coincidono con passaggi della storia di importanti civiltà che ebbero sede nel suo attuale territorio. Più in generale, la storia antica dell'Occidente, come quella recente, ruota spesso intorno a questo.
Stato Islamico (abbreviato SI o IS, in arabo: الدولة الإسلامية, al-Dawla al-Islāmiyya) è il nome che si è dato ad un'organizzazione jihadista salafita attiva in Siria e Iraq, dove fino al 2017 controllava militarmente un ampio territorio. Il suo capo Abu Bakr al-Baghdadi ha proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo in un'area compresa tra la Siria nord-orientale e l'Iraq occidentale il 29 giugno 2014. Nonostante questo gruppo dichiari di fondarsi sulla religione Islamica sunnita, molti leader del mondo islamico hanno sostenuto l'illegittimità della proclamazione e il contrasto dell'ideologia del gruppo con la dottrina religiosa.Prima di tale proclamazione il gruppo si faceva chiamare "al-Dawla al-Islāmiyya fī l-ʿIrāq wa l-Shām" (in arabo: الدولة الإسلامية في العراق والشام, al-Dawla al-Islāmiyya fī l-ʿIrāq wa l-Shām, sigla in arabo داعش, ovvero Dāʿish o Daesh), tradotto in italiano come Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (Islamic State of Iraq and Syria, ISIS) o Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant, ISIL). La parola araba Shām indica infatti quella regione geografica che comprende il sud della Turchia, la Siria, il Libano, Israele, la Giordania e la Palestina e che viene indicata come Grande Siria o Levante.Le origini del gruppo risalgono ad “al-Qa'ida in Iraq" (2004–2006), poi rinominata "Stato Islamico dell'Iraq" (2006–2013), fondata da Abu Muṣʿab al-Zarqāwī nel 2004 per combattere l'occupazione statunitense dell'Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli Stati Uniti d'America dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. Nel 2013 lo Stato Islamico dell'Iraq ha proclamato unilateralmente la propria unificazione con la branca siriana di al-Qaeda, che aveva conquistato una parte del territorio siriano nell'ambito della guerra civile contro il governo di Baššār al-Asad, ma esponenti di quest'ultima smentirono la notizia. In seguito a questo contrastato annuncio il gruppo, scelta come propria capitale la città siriana di Raqqa, ha cambiato nome in Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS).Nel 2014 l'ISIS ha ampliato il proprio controllo in territorio iracheno (con la presa in giugno di Mosul), adottando il nome attuale e proclamando la nascita del "califfato" il 29 giugno 2014. Le rapide conquiste territoriali dell'ISIS hanno spinto l'Iran e i suoi alleati regionali, che già combattevano il gruppo in Siria, a moltiplicare i loro sforzi in Iraq a partire da giugno 2014 attraverso l'invio di armi, consiglieri militari e truppe di terra.Anche gli Stati Uniti e altri Stati occidentali e arabi intervengono militarmente contro l'ISIS, con invii di truppe e bombardamenti aerei in Iraq da agosto 2014 e in Siria da settembre 2014. Dapprima alleato di al-Qā`ida, rappresentata in Siria dal Fronte al-Nusra, l'ISIS di se ne è definitivamente distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il primato nel jihad globale. Così, a partire dall'ottobre 2014, altri gruppi jihadisti esterni all'Iraq e alla Siria hanno dichiarato la loro affiliazione all'ISIS, assumendo il nome di "province" (wilāyāt) dello Stato Islamico: tra queste, si sono particolarmente distinte per le loro attività la provincia del Sinai, attiva nella regione egiziana del Sinai, e le province libiche di Barqa e di Tripoli, attive nel contesto della seconda guerra civile libica.L'ONU e alcuni singoli Stati hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come a un'organizzazione terroristica, così come i mezzi d'informazione in tutto il mondo. Numerosi media e personalità politiche hanno espresso dubbi sul modo più opportuno di fare riferimento all'organizzazione, temendo che utilizzare il nome "Stato Islamico" potesse in qualche modo contribuire alla sua legittimazione. Si sostiene inoltre che il nome "Stato Islamico" non sia adeguato perché il gruppo "non è né islamico, né uno Stato". Per questa ragione si usa talora il nome Daesh (acronimo arabo equivalente a ISIS, ma percepito come dispregiativo) o l'espressione "l'autoproclamato Stato Islamico".Essendoci differenti scuole di pensiero su quali siano le caratteristiche che definiscono uno Stato, la questione se lo Stato Islamico possa o meno essere considerato uno Stato non riceve una risposta unanime dagli studiosi della materia.
La guerra d'Iraq (o seconda guerra del Golfo) è stato un conflitto bellico iniziato il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti d'America, e terminato il 18 dicembre 2011 col passaggio definitivo di tutti i poteri alle autorità irachene insediate dall'esercito americano su delega governativa statunitense. L'obiettivo principale dell'invasione era la deposizione di Saddam Hussein, già da tempo visto con ostilità dagli Stati Uniti per vari motivi: timori (poi rivelatisi infondati) su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, il suo presunto appoggio al terrorismo islamista, il volersi appropriare delle ricchezze petrolifere e l'oppressione dei cittadini iracheni da parte di una dittatura sanguinaria. Questo obiettivo di invadere l'Iraq fu raggiunto rapidamente: il 15 aprile 2003 tutte le principali città erano nelle mani della coalizione, e il 1º maggio il presidente statunitense George W. Bush proclamò concluse le operazioni militari su larga scala. Tuttavia il conflitto si tramutò abbastanza presto in una resistenza e in una guerra di liberazione dalle truppe straniere, considerate invasori da molti gruppi armati arabi sunniti e sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere (che agevolò le componenti sciite maggioritarie). I costi umani della guerra non sono ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell'intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell'instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di al-Qāʿida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 approvò la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecitava la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno. Il 15 luglio 2003 iniziò la missione italiana denominata «Antica Babilonia» alle dipendenze delle forze britanniche nel sud del Paese nella regione di Dhi Qar. Il 16 ottobre 2003, il Consiglio di Sicurezza approvò all'unanimità, ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, la risoluzione nº 1511 del 16 ottobre 2003 sull'Iraq che gettava le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza. Fin da prima dell'inizio della guerra, l'ipotesi di un'invasione dell'Iraq scatenò malumori in tutto il mondo, contrapponendo chi la riteneva necessaria e chi la considerava un crimine ingiustificabile. Oltre all'opinione pubblica, le polemiche si svilupparono anche sul piano internazionale: in Europa, la Francia e la Germania si opposero fin dall'inizio all'intervento, mentre Italia e Gran Bretagna offrirono (con modalità e tempistiche differenti) il loro supporto politico e militare. L'Italia, dislocò i suoi reparti nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. Questa partecipazione suscitò forti polemiche. La guerra è proseguita a fasi alterne durante l'occupazione e anche dopo il ritiro americano nel 2011 fino a culminare nel 2014 in una nuova guerra civile in Iraq che ha portato alla creazione dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.
L'Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est, conosciuta più semplicemente come Rojava, è una regione autonoma de facto nel nord e nord-est della Siria, non ufficialmente riconosciuta da parte del governo siriano. Costituitasi nel 2012, a seguito di eventi legati alla guerra civile siriana, è considerata dai nazionalisti curdi una delle quattro parti del Kurdistan.I sostenitori della regione sostengono che si tratta di un governo ufficialmente laico con ambizioni democratiche dirette basate su un'ideologia socialista libertaria che promuove il decentramento, l'uguaglianza di genere, sostenibilità ambientale e tolleranza pluralistica per la diversità religiosa, culturale e politica e che questi valori si rispecchiano nella sua costituzione, società e politica, sostenendo che sia un modello per una Siria federale nel suo insieme, piuttosto che una vera indipendenza.Alcune delle critiche contro la regione hanno incluso l'opposizione alla coscrizione e le rivendicazioni di autoritarismo, curdificazione, divieto di libertà di stampa, promozione di un'ideologia anticapitalista e influenza del Partito dei lavoratori del Kurdistan (comunemente noto come PKK).
Il Kurdistan o Curdistan (in curdo Kurdistan, Paese dei curdi) è un vasto altopiano situato nel Medio Oriente e più precisamente nella parte settentrionale e nord-orientale della Mesopotamia. Non è uno stato indipendente; il termine Kurdistan indicava la regione geografica abitata in prevalenza da curdi, ma ha poi acquistato anche una connotazione geopolitica. In alcune città curde, gli insediamenti urbani possono essere fatti risalire alla preistoria, in particolare per quanto concerne Piranshahr con 8 000 anni di insediamento urbano ed Erbil con 6 000 anni di insediamento urbano.
Ciro II di Persia, noto come Ciro il Grande (in persiano antico , trasl. Kuruš; Anshan, 590 a.C. – Iassarte, 530 a.C.), è stato imperatore persiano e discendente di Ciro I di Persia, membro di quella stirpe dei Teispidi che da qualche tempo controllava la Perside. Ciro succedette a suo padre Cambise I, liberò i Persiani dal dominio dei Medi e fu l'erede naturale delle grandi monarchie mediorientali. Non è però del tutto certa la sua discendenza da Achemene: Dario, secondo Winckler, imparentato con Ciro il Grande, durante il suo regno avrebbe comandato di falsificare tutte le iscrizioni di Pasargadae per sancire il suo legame col capostipite della dinastia achemenide. Ciro II unificò sotto il suo regno le varie tribù iraniche, conquistò Babilonia nel 539 a.C. senza combattere, ma con un'abile politica di propaganda; infatti, approfittò della particolare strategia politica del sovrano babilonese, Nabonedo, che al culto del dio Marduk preferì quello del dio lunare Sin (cosa mal vista dal popolo). Ciro II pensò di proclamarsi figlio di Marduk, così fece cacciare dal popolo il sovrano mesopotamico e fu accolto come salvatore. Nel 538 a.C. emise anche un editto che consentiva agli Ebrei non solo di fare ritorno in patria, ma di ricostruire il tempio di Gerusalemme. In questo modo il sovrano ottenne anche il controllo dell'area fenicio-palestinese. Conquistò anche alcune regioni ai confini nordorientali della Persia, si assicurò il controllo della Siria e delle città fenicie, estendendo i confini del suo regno, che mantenne integro attraverso una politica avveduta, fondata nel conferire libertà ai popoli sottomessi e nel rispetto delle loro usanze. Morì nel 530 a.C. combattendo contro gli sciti massageti guidati dalla regina Tomiri e fu sepolto nella sua ormai celebre tomba a Pasargadae (non lontano da Persepoli); il suo successore fu il figlio Cambise II. Ciro II è ricordato come un grande comandante militare, come un sovrano illuminato, amante dell'arte e della cultura, attuò una politica libertaria, fatta di autonomie locali, ma che fu destinata, in breve tempo, al fallimento.
Il conflitto curdo-turco, chiamato anche conflitto tra la Turchia e il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, conflitto curdo in Turchia, conflitto curdo, insorgenza curda, o ribellione curda che viene descritto come una rivolta o anche una guerra civile, è un conflitto tuttora in corso tra la Turchia e gli insorti curdi che richiedono l'indipendenza del Kurdistan oppure un'autonomia regionale oltre che maggiori diritti politici e culturali per i curdi residenti nella Repubblica di Turchia. Il conflitto ha colpito in modo particolare il turismo in Turchia anche per via dei numerosi attentati terroristici di cui è stato caratterizzato.Il principale gruppo ribelle è il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (in curdo: Partiya Karkerên Kurdistan, PKK) considerato un'organizzazione terroristica dalla Turchia, dagli Stati Uniti e dall'Unione europea. Anche se gli insorti hanno effettuato attacchi nella Turchia occidentale, l'insurrezione opera principalmente nell'est e nel sud-est del Paese. La forte presenza militare del PKK nella regione del Kurdistan iracheno, regione utilizzata come trampolino di lancio per gli attacchi contro la Turchia, ha portato l'esercito turco, il secondo all'interno della NATO per numero di effettivi, a compiere frequenti incursioni terrestri e attacchi aerei e artiglieria nella regione irachena. Ciò è avvenuto a seguito di diversi accordi bilaterali per "l'inseguimento oltre frontiera" tra i governi della Turchia ed il regime iracheno di Saddam Hussein e poiché, in seguito alla deposizione del dittatore iracheno, il Governo Regionale del Kurdistan ha dichiarato che le milizie curde irachene non hanno abbastanza forza militare per impedire al PKK di essere attivo in tale regione.Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan venne fondato nel 1978 nel villaggio di Fis (vicino a Lice) da un gruppo di studenti curdi guidati da Abdullah Öcalan. Il motivo iniziale del PKK era la forte oppressione dei curdi in Turchia. Da allora il governo turco incrementò le azioni volte a vietare l'uso della lingua curda, degli abiti, del folclore e dei nomi curdi nell'intero Paese. Nel tentativo di negare la loro esistenza, il governo turco categorizzava i curdi come "turchi delle montagne" fino al 1991. Le parole "curdi" e "Kurdistan" vennero ufficialmente bandite dal governo turco. Dopo il colpo di Stato militare del 1980, la lingua curda venne ufficialmente vietata nella vita pubblica e privata. Molti di coloro che parlavano, pubblicavano o cantavano in curdo venivano arrestati e imprigionati. Il PKK venne quindi formato, come parte di un crescente malcontento per la repressione governativa, nel tentativo di stabilire diritti linguistici, culturali e politici per la minoranza curda in Turchia.Tuttavia l'insurrezione su vasta scala non ebbe inizio fino al 15 agosto 1984, quando il PKK annunciò l'inizio della rivolta curda. Da quando è iniziato il conflitto, sono morte oltre 50.000 persone, la stragrande maggioranza dei quali erano civili curdi uccisi dalle forze armate turche. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Turchia per migliaia di violazioni dei diritti umani. Molte sentenze sono collegate alle esecuzioni sistematiche di civili curdi, torture, spostamenti forzati, distruzione di villaggi, arresti arbitrari, omicidi e scomparse di giornalisti, attivisti e politici curdi.La prima insurrezione è durata fino al 1º settembre 1999, quando il PKK dichiarò un cessate il fuoco unilaterale. Il conflitto armato venne successivamente ripreso il 1º giugno 2004, quando il PKK dichiarò la fine del cessate il fuoco. Dall'estate 2011, il conflitto è diventato sempre più violento con la ripresa delle ostilità su vasta scala. Nel 2013 il governo turco e Abdullah Öcalan, capo del PKK incarcerato, avviarono dei colloqui. Il 21 marzo 2013 Öcalan annunciò la "fine della lotta armata" e un cessate il fuoco con i colloqui di pace.Il 25 luglio 2015, il PKK annullò il cessate il fuoco del 2013 dopo un anno di tensione a causa di vari eventi, tra cui i bombardamenti turchi che colpirono le posizioni del PKK in Iraq nel mezzo della battaglia dei curdi contro lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (ISIS). Con la ripresa della violenza, centinaia di civili curdi sono stati uccisi e si sono verificate numerose violazioni dei diritti umani, tra cui torture, stupri e distruzione diffusa della proprietà. Le autorità turche hanno distrutto parti sostanziali di molte città abitate dai curdi incluse Diyarbakır, Şırnak, Mardin, Cizre, Nusaybin, e Yüksekova.
Baghdad (in arabo: بغداد, Baghdād, in età abbaside Madīnat al-Salām, "Città della pace", in italiano antico Baldacca o Baudac), o Bagdad, è la capitale dell'Iraq e dell'omonima provincia. È la seconda città più grande dell'Asia sud-occidentale, dopo Teheran: il calcolo della popolazione per il 2014 è di 7 665 292 abitanti. Situata sul fiume Tigri a 33°20 nord e 44°26 est.
Anticamente il termine Assiria (in accadico: Ašsur; in aramaico: אתור/ܐܬܘܪ, Aṯûr; in ebraico: אשור, Ashur) si riferiva ad una regione dell'alto Tigri, corrispondente all'estrema regione settentrionale dell'odierno Iraq. Era cinta ad est dai monti Zagros e a nord dal massiccio dell'Armenia, mentre a sud-ovest si estendeva la pianura mesopotamica. Alla fine del III millennio a.C. questo territorio fu colonizzato da una popolazione semitica di Amorrei, strettamente imparentata con i Babilonesi, cioè gli Assiri che, come la stessa regione, presero il nome dall'antica città di Assur. Più tardi il termine andò ad indicare l'impero assiro propriamente detto che, dal IX al VII secolo a.C. dominò su tutta la Mezzaluna Fertile, l'Egitto e gran parte dell'Anatolia. La loro storia può essere suddivisa cronologicamente in tre periodi. Questi sono detti: Antico Regno periodo Paleo-assiro (1950-1750 a.C. ca.); Medio Regno o periodo Medio-assiro (1365-932 a.C. ca.); Nuovo Regno o periodo Neo-assiro (911-612 a.C. ca.).Fu durante il periodo del Nuovo Regno che la civiltà assira raggiunse il suo apice.