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L'Irredentismo italiano a Malta fu un movimento politico maltese che, tra l'800 e la prima metà del '900 propugnava l'integrazione dell'arcipelago di Malta nel Regno italiano.
L'irredentismo italiano fu un movimento d'opinione, espressione dell'aspirazione italiana a perfezionare territorialmente la propria unità nazionale, liberando le terre soggette al dominio straniero.Il movimento fu attivo principalmente in Italia, tra la seconda metà del XIX secolo e la prima del secolo successivo, a favore dell'integrazione nel Regno d'Italia di tutti i territori compresi nella regione geografica italiana o popolati da italofoni e collegati all'Italia da secolari legami storici, linguistici e culturali. Il movimento non aveva carattere unitario, essendo costituito da diversi gruppi e associazioni, generalmente non coordinati tra loro.
L'irredentismo è l'aspirazione di un popolo a completare la propria unità territoriale nazionale acquisendo terre soggette al dominio straniero ovvero terre non salvate (terre non redente o irredente ) sulla base di un'identità etnica o di un precedente legame storico. Spesso è sostenuto da movimenti nazionalisti caratteristici di una stessa identità politica, culturale e geografica. L'espressione "terre irredente", cioè non liberate, fu utilizzata la prima volta nel 1877 dal patriota e uomo politico italiano Matteo Renato Imbriani ai funerali del padre Paolo Emilio; un giornalista viennese lo definì subito "irredentista" per dileggiarlo. Il termine è stato acquisito nella forma italiana anche da altre lingue. L'area geografica oggetto di irredentismo, è definita irredenta.
La Tabula Clesiana (o tavola anaunense o edictum Claudi de civitate Anaunorum) è una lastra di bronzo, scoperta nel 1869 presso la località Campi Neri di Cles. Essa contiene l'editto di Claudio del 46 d.C. che concedeva la cittadinanza romana agli Anauni, ai Sinduni ed ai Tulliassi (Tulliasses) e trattava della controversia fra i Comensi o Comaschi (Comenses) ed i Bergalei (Bergalei). Oggi è conservata presso il Museo del Castello del Buonconsiglio a Trento.
La storia del Trentino, territorio situato in posizione mediana rispetto all'area mediterranea di cultura latina e l'Europa centrale germanica, ha contribuito nel passato e in epoca moderna a farne un'area di incontro fra civiltà diverse. Già parte dell'Impero romano (sede di un municipium), deve il suo assetto territoriale sostanzialmente all'istituzione del principato vescovile nell'XI secolo (che riprendeva in parte l'antica giurisdizione romana e del successivo ducato longobardo e della contea o marca carolingia). Parte del Sacro Romano Impero Germanico, dei regni napoleonici di Baviera e d'Italia, dell'Impero d'Austria e del successivo Impero austro-ungarico, divenne uno dei principali teatri di guerra durante il primo conflitto mondiale, a seguito del quale entrò a far parte del Regno d'Italia.
Il termine irredentismo svizzero si riferisce ad un movimento militare e intellettuale svizzero, principalmente antecedente al 1918, che avanzava rivendicazioni irredentiste nei confronti del Regno d'Italia.
L'Irredentismo italiano a Nizza fu un movimento politico che promosse l'annessione della città di Nizza al Regno d’Italia. Il termine fu coniato dagli irredentisti italiani, il cui obiettivo era l'inclusione di tutte le popolazioni di lingua italiana nei confini del Regno d'Italia. Durante il Risorgimento, più precisamente nel 1860, il governo sabaudo aveva consentito alla Francia di annettersi la contea di Nizza, che faceva parte del Regno di Sardegna, come compenso per il supporto francese alla seconda guerra di indipendenza italiana (trattato di Torino) e l'annessione dell'Emilia e della Toscana. Di conseguenza, i nizzardi furono esclusi dal processo di unificazione dell'Italia.
La bandiera d'Italia, conosciuta anche, per antonomasia, come il Tricolore, è il vessillo nazionale della Repubblica Italiana. È una bandiera a tre colori composta, partendo dall'asta, da verde, bianco e rosso, colori nazionali dell'Italia, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così definita dall'articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nº 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947. La legge ne regolamenta utilizzo ed esposizione, tutelandone la difesa e prevedendo il reato di vilipendio della stessa; ne prescrive altresì l'insegnamento nelle scuole insieme agli altri simboli patri italiani. Alla bandiera italiana è dedicata la Festa del Tricolore, istituita dalla legge nº 671 del 31 dicembre 1996, che si tiene ogni anno il 7 gennaio. Questa celebrazione commemora la prima adozione ufficiale del tricolore come bandiera nazionale da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana, che avvenne a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, sulla scorta degli eventi susseguenti alla rivoluzione francese (1789-1799) che propugnò, tra i suoi ideali, l'autodeterminazione dei popoli. I colori nazionali italiani comparvero per la prima volta a Genova su una coccarda tricolore il 21 agosto 1789, anticipando di sette anni il primo stendardo militare verde, bianco e rosso, che venne adottato dalla Legione Lombarda l'11 ottobre 1796. Dopo la data del 7 gennaio 1797 la considerazione popolare per la bandiera italiana crebbe costantemente, sino a farla diventare uno dei simboli più importanti del Risorgimento, che culminò il 17 marzo 1861 con la proclamazione del Regno d'Italia, di cui il tricolore assurse a vessillo nazionale. La bandiera tricolore ha attraversato più di due secoli di storia d'Italia, salutandone tutti gli avvenimenti più importanti.