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Nadja è un romanzo autobiografico dello scrittore e teorico del movimento surrealista André Breton uscito presso Gallimard nel 1928, e in edizione rivista dall'autore nel 1963. In italiano nella traduzione di Giordano Falzoni e con una nota di Lino Gabellone, è uscito nella collana "Einaudi Letteratura" nel 1972, quindi nella "Nuovi coralli" nel 1977, e nella "Letture", con prefazione di Domenico Scarpa nel 2007, presso Einaudi. Il libro, definito da Maurice Blanchot "libro sempre futuro", racconta dell'incontro tra lo scrittore e Léona Delcourt (1902-1941), che si fa chiamare Nadja, avvenuto la prima volta il 4 ottobre 1926 a Parigi e comprende fotografie e disegni, tra le quali, immagini della città, programmi di teatro, opere e disegni, e i ritratti di Paul Éluard, Benjamin Péret, Robert Desnos, l'attrice Blanche Derval (1885-1973), l'indovina Madame Sacco, lo psichiatra Henri Claude (1869-1945) e l'autore stesso. Con tono da inchiesta realistica, ripresa direttamente dalla vita il racconto si divide in tre tempi: chi sono io? sorta di introspezione auto-analitica e poetica il calendario degli incontri tra 4 e il 13 ottobre 1926 e le impressioni che la ragazza suscita (anche in incontri successivi, fino al suo internamento in manicomio), in una sorta di seconda domanda: chi vive? una riflessione successiva e delirante sul senso di scrivere su questo incontro e su altro, con la conclusione che "la bellezza sarà CONVULSA o non sarà".In una lettera a Jean Paulhan del 2 dicembre 1939, Breton esprime il desiderio di rilegare sotto la stessa copertina Nadja con Les Vases communicants (1932), e L'Amour fou (1937), per rendere manifesto il legame che li unisce.
Nadja Abd el Farrag (Amburgo, 5 marzo 1965) è una conduttrice televisiva e cantante tedesca, nota anche col soprannome Naddel.
Nadja è un film del 1994 diretto da Michael Almereyda. Il film è un rifacimento in chiave lesbo de La figlia di Dracula (1936).
La melusina una mitica figura leggendaria del Medioevo. Secondo la leggenda le melusine dovrebbero sposare un cavaliere a condizione di un tab particolare: non essere viste nella loro vera forma, quella di una fata dell'acqua, con la coda di pesce o di serpente, al posto delle gambe. La rottura del tab della melusina, fonte dell'autorit e della ricchezza cavalleresca, pu condurre il cavaliere alla rovina e condannare la fata a rimanere per sempre con la coda. Le pi antiche notizie sulla natura delle melusine risalgono al XII secolo. Possibili origini si trovano gi in saghe pre-cristiane, greche, celtiche, cos come nella cultura del Vicino Oriente. In qualit di leggenda storico-genealogica, risale alla famiglia Lusignano della regione francese di Poitou. Nel corso del tempo i testi sono cambiati drasticamente. La melusina, apparsa come fata o spirito nei romanzi cortesi del Medio Evo, divenne sempre pi frequentemente progenitrice cristianizzata di alcune famiglie. In seguito, venne data pi enfasi all'amore tragico. Fino al XX secolo le melusine furono popolari in alcune culture europee. Adattamenti del nome sono presenti in molte lingue europee. In seguito persero in parte la loro importanza. In alcune leggende francesi Melusine una fata, ultima di tre gemelle. Il padre era il re d'Albania, mentre la madre era una fata. Quest'ultima aveva espressamente richiesto al marito di non entrare per nessun motivo nella stanza del parto finch lei stessa non avesse acconsentito. Poich il marito le disubbid , lei lo abbandon portando con s le figlie. Non contenta, Melusina condann il padre per le sofferenze recate alla famiglia mandandolo in esilio all'interno di una montagna, ma la madre la pun trasformandola fino al giorno del giudizio in met donna e met serpente.