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Liberalismo è il termine principale utilizzato a partire dal XX secolo per indicare la dottrina politica, elaborata inizialmente dai filosofi illuministi tra la fine del XVII e il XVIII secolo, che attribuisce all’individuo un valore autonomo rispetto a quello dello stato, e che intende limitare l’azione di quest'ultimo sulla base di una ferma separazione tra pubblico e privato. Il liberalismo, attraversando la storia del mondo occidentale dal XVII secolo ai giorni nostri, ha assunto forme e caratteristiche diverse nei differenti contesti storici e nazionali in cui si è sviluppato, senza però mai rinunciare alla sua originale ispirazione anti-autoritaria.
L'anarco-capitalismo, chiamato anche anarco-liberismo, anarchia di mercato, anarchia del libero mercato, capitalismo libertario o anarchismo della proprietà privata, è uno degli orientamenti della filosofia politica liberale e anarco-individualista (di area libertariana), e della filosofia giuridica giusnaturalista contemporanea, ed è presente principalmente nel mondo anglosassone, sebbene non manchino oggi importanti esponenti anarco-capitalisti tedeschi, francesi, italiani e di altre nazionalità. Si tratta di un'ideologia politica che propone l'abolizione dello Stato a favore della sovranità individuale sotto il libero mercato. Il principale riferimento intellettuale per l'anarco-capitalismo è l'opera dell'economista e filosofo della politica Murray Rothbard (1926 - 1995). Apparsa sulla scena statunitense nel corso degli anni sessanta, questa teoria politica propone l'instaurazione di una società priva di tassazione, dove ogni servizio venga offerto dai privati tramite spesa volontaria e nella quale sia eliminato ogni ricorso alla coercizione attraverso il superamento dello Stato, ritenuto intrinsecamente autoritario. L'anarco-capitalismo affonda le radici nella tradizione liberale e liberista, definendosi l'unica possibilità di dare un contenuto realistico e coerente alla proposta di abolire lo Stato e la violenza che è insita in esso.
Il socialismo liberale (o liberalsocialismo), è una corrente ideologica e politica, che unisce il pensiero socialista (e nella fattispecie il socialismo democratico) con le istanze del liberalismo classico. Rispetto al socialismo classico, il fine ultimo, per i socialisti liberali, non è la totale conversione della società capitalistica in una di stampo socialista, bensì il conseguimento di un sistema economico misto, caratterizzato da una qualche forma di regolamentazione e pianificazione economica statalizzata coniugata a una mera economia di mercato, in cui siano equamente contemplate la presenza di proprietà privata e proprietà statale, sotto forma di imprese pubbliche nazionalizzate o di società cooperative (autogestite o meno), dei beni strumentali, e in cui il processo politico-economico della società sia maggiormente democratizzato.
Il liberismo (chiamato anche liberalismo economico, liberismo economico o libertà di mercato) è un sistema economico nel quale lo Stato si limita ad assicurare funzioni pubbliche che non possono essere soddisfatte per iniziativa individuale e a garantire, con norme giuridiche, la libertà economica ed il libero scambio, ad offrire beni che non sarebbero prodotti a condizioni di mercato per assenza di incentivi. È considerato il risultato dell'applicazione in ambito economico delle idee politiche e culturali liberali, sulla base dell'assunto di base che democrazia vuol dire anche libertà economica, coniato da Friedrich August Von Hayek. I filosofi del diritto di orientamento liberista, come ad esempio Bruno Leoni, si considerano in antitesi col pensiero del filosofi del diritto di orientamento statalista Hans Kelsen.
Il liberalismo sociale (o socialiberalismo) è la sinistra del liberalismo classico, dal quale si è sviluppata nel tardo Ottocento inglobando principi dell'economia mista tendenzialmente vicini alla socialdemocrazia. In Italia, i soggetti politici che attualmente dichiarano – anche contraddittoriamente – di ispirarsi a questo pensiero sono +Europa, Azione, Partito Repubblicano Italiano, e parzialmente il Partito Democratico; in passato lo erano anche l'area del Partito Liberale Italiano riconducibile alle posizioni del filosofo Benedetto Croce, nonché formazioni politiche come il Movimento Liberale Indipendente e la Rosa nel Pugno. Negli Stati Uniti d'America costituisce il principale punto di riferimento culturale e valoriale del Partito Democratico (vedi anche liberalismo moderno americano).
Maurizio Antonioli (Milano, 1945) è uno storico italiano del movimento operaio e sindacale, con una particolare attenzione alle vicende della storia dell'anarchismo.
Armando Borghi (Castel Bolognese, 6 aprile 1882 – Roma, 21 aprile 1968) è stato un politico, anarchico e giornalista italiano.
L'Istituto Bruno Leoni (IBL) è un centro di ricerca italiano. Prende il nome dal giurista e filosofo del diritto Bruno Leoni e promuove le idee liberali in Italia e in Europa. Fondato nel 2003 da Carol Erickson, Franco Forlin, Sergio Leali, Carlo Lottieri, Alberto Mingardi, Carlo Stagnaro e Tito Tettamanti, l'IBL ha sedi a Torino e Milano. L’Istituto Bruno Leoni organizza convegni e seminari in varie città italiane ed europee ed è attivo nell’elaborazione di ricerche ad ampio spettro sulle scienze sociali. Ha, inoltre, un importante programma di pubblicazioni a vasto raggio, che comprende volumi di ampio respiro e papers che si focalizzano sull'analisi delle politiche pubbliche.Secondo il Global Go To Think Tank Index Report 2017, la classifica dei think tank curata dalla Università della Pennsylvania, l'Istituto Bruno Leoni risulta 130° a livello mondiale, 108° nella classifica dei think tank non statunitensi e 72° tra quelli dell’Europa occidentale.
Bruno Leoni (Ancona, 26 aprile 1913 – Alpignano, 21 novembre 1967) è stato un filosofo, giurista, politologo e accademico italiano. Nato ad Ancona il 26 aprile 1913, Leoni trascorse la sua vita tra Torino (dove visse ed esercitò la professione di avvocato), Pavia (nella cui università insegnò dal 1945 sino alla tragica scomparsa, assassinato da un truffatore nel novembre del 1967) e la Sardegna (regione con cui ebbe profondi legami familiari ed affettivi). Per le sue idee, il nome di Bruno Leoni viene associato ad un modello liberale e anti-statalista della società. Era inoltre il padre della giornalista televisiva Didi Leoni.