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Il Libro di Geremia (ebraico ירמיהו, Yermihàu; greco Ιερεμίας, Ieremías; latino Ieremias) è un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana. È scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva del libro è avvenuta in Giudea nel V a.C., sulla base di oracoli precedenti attribuiti al profeta Geremia, attivo nel Regno di Giuda tra il 626-586 a.C. circa. È composto da 52 capitoli e, oltre ai temi tipici dei profeti ebraici (fedeltà a Dio, disprezzo delle nazioni e degli idoli pagani), il tema specifico del libro è quello dell'invito alla sottomissione all'impero Babilonese, non seguito dal re Ioiakim e dalla classe dirigente e che portò alla deportazione e all'esilio di Babilonia. Dio, mediante Geremia, vuole annunciare al suo popolo la volontà che esso, scevro da ogni velleità di natura potente, sia un popolo fedele, completamente affidato alla sua paternità, sotto la quale possa vivere in armonia difendendo il diritto di tutti. Il decreto di Dio circa la fine del Regno di Giuda, è proprio finalizzato all'adempimento di questo messaggio: la creazione, nel seno di Babilonia, di una comunità che, sottomessa al giudizio del Padre, possa svilupparsi nella continua ricerca del benessere di tutti. La deportazione farà ciò, facendo interiorizzare ai superstiti l'esperienza salvifica del Dio che li condusse fuori dalla schiavitù egiziana. A questo punto l'escatologia e il messianismo prendono il sopravvento: si annunzia la fine della mediazione gerarchica tra Dio e gli uomini, la consacrazione di persone che collaboreranno col Signore alla guida del popolo e la totale realizzazione dell'Alleanza nella Gerusalemme Celeste.
Le Lamentazioni di Geremia, nel testo biblico del Libro delle Lamentazioni, attribuito al profeta Geremia, predicano la necessità di un ritorno alla fedeltà all'alleanza, condannando aspramente le pratiche idolatre, i frequenti soprusi dei forti contro i deboli, l'osservanza ipocrita e superficiale dei rituali.
La lamentazione o lamento è una forma musicale o poetica che esprime dolore, dispiacere o lutto. Molti dei poemi più antichi sono delle lamentazioni e fra le più famose si ricordano le Lamentazioni di Geremia tratte dal Libro delle Lamentazioni facente parte della Bibbia e più precisamente dell'Antico testamento. Lamentazioni sono anche contenute sia nell'Iliade che nell'Odissea di Omero, ma anche nel Veda Indù ed in alcuni testi antichi della Mesopotamia come i Lamenti di Ur o gli ebraici Tanakh.
Geremia (in ebraico יִרְמְיָהוּ Yirməyāhū, che significa "Esaltazione del Signore"; Anatot, Gerusalemme, dopo il 650 a.C. – Egitto, dopo il 586 a.C.), figlio di Helkia (Chelkia) della tribù di Beniamino, fu un profeta biblico, ritenuto autore dell'omonimo Libro e del Libro delle Lamentazioni (cfr. Messia). Questi due libri sono parte della Bibbia e sono riconosciuti da tutti i canoni vetero-testamentari.