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La storia dei Sumeri inizia attorno al quarto millennio a.C. (Il nome Sumeri deriva da Sumer). I Sumeri sostenevano che la loro civiltà fosse stata portata, già completamente formata, alla città di Eridu (probabilmente da Dilmun, identificato in seguito con l'attuale Bahrein) dal loro dio Enki o dal suo aiutante Adapa (chiamato Oannes da Berosso). Questa rivendicazione forse deriva dal fatto che Eridu si trovava allora sulla linea costiera del golfo Persico ed era la più antica città della Mesopotamia meridionale. Per quanto riguarda la ricostruzione cronologica delle più antiche dinastie sumeriche, ci possiamo basare sulla Lista Reale Sumerica, un documento che contiene i nomi dei re delle antiche dinastie; tuttavia molti nomi sono probabilmente mitici e soltanto alcuni di essi sono stati autenticati attraverso gli scavi archeologici. Oltretutto la dinastia a noi oggi più nota, quella di Lagash, non viene nemmeno menzionata. Alcuni studiosi ritengono che le città sumere abbiano inizialmente avuto una semplice “democrazia” dove tutti i cittadini potevano votare. Essi potevano persino votare se iniziare o meno una guerra. Si ritiene che il re (Lugal) inizialmente fosse scelto da un consiglio di cittadini soltanto in tempo di guerra. Con il termine “Dinastia” per la storia sumerica, non si intende un insieme di sovrani appartenenti a una stessa famiglia, ma più in generale una successione di re che governarono una città. I titoli che i sovrani sumeri hanno usato sono vari: Ensi (governante), Lugal (re) o En (signore, con implicazioni religiose). Il termine Lugal fu usato soprattutto per sovrani che controllavano più di una città-stato ed Ensi per coloro che governavano una sola città, come vassallo o come figura indipendente. Il termine En fu usato nei periodi più antichi e più tardi per indicare i sommi sacerdoti delle varie città.
La storia del Vicino Oriente antico muove dalla rivoluzione neolitica, fase protostorica in cui l'uomo, anche in altre parti del mondo, perfezionò progressivamente le più arcaiche tecnologie produttive. L'inizio della storia viene tradizionalmente associato all'invenzione della scrittura (seconda metà del IV millennio a.C.), ma già durante la cosiddetta protostoria del Vicino Oriente la progressiva affermazione dei modelli urbano, templare e palatino rappresenta una marca che caratterizza tutto il periodo che va dal IV millennio a.C. fino alla metà del I millennio a.C. D'altra parte, il ruolo della scrittura rispetto al "sorgere" della storia è importante non tanto perché essa renda disponibili delle fonti di nuovo tipo, bensì perché, come scrive Mario Liverani, "per la prima volta si assiste all'interazione complessa di gruppi umani all'interno di singole comunità (stratificazione sociale, costituzione di una dirigenza politica, ruolo socio-politico dell'ideologia)". La storia condensatasi nel Vicino Oriente rappresenta la metà dell'intera storia umana documentata. Convenzionalmente viene scandita, oltre che dalla rivoluzione neolitica, da un'età del bronzo (dal 3500 a.C.), solitamente divisa in un periodo antico (nel contesto del quale si verifica, con termine controverso, la "rivoluzione urbana"), un periodo medio (che inizia con il crollo dell'impero di Ibbi-Sin e la progressiva amorreizzazione del Vicino Oriente) e uno tardo (che inizia con una sorta di "età oscura", nel XVI secolo a.C.), per poi passare ad un'età del ferro, che coincide con l'arrivo dei Popoli del Mare (1200 a.C. ca.).
Per accostarsi correttamente alla mitologia sumera, occorre avere ben presente quale fosse la concezione che i sumeri avevano della vita stessa. Si tratta di uno dei più antichi popoli, il popolo che fissò per primo la sfera delle idee morali e delle concezioni religiose, che per primo creò delle leggi (il Codice di Ur-Nammu fu redatto quasi tre secoli prima del Codice di Hammurabi), e soprattutto il popolo che per primo inventò la scrittura, ovvero una serie di simboli scritti (o meglio incisi) che avessero corrispondenza con le idee pronunciate, dando così inizio a quella che chiamiamo storia e alla prima letteratura.
La Mesopotamia (dal greco Μεσοποταμία/Mesopotamía, comp. di μέσος-/mésos- 'centrale, che sta in mezzo', ποταμός/potamós 'fiume' e il suff. -ia 'terra, landa, Paese'; cioè 'terra fra i fiumi', il Tigri e l'Eufrate) denota una regione storica del Vicino Oriente, parte della cosiddetta Mezzaluna Fertile.
Il sardo (nome nativo sardu /ˈsaɾdu/, lìngua sarda /ˈliŋɡwa ˈzaɾda/ nelle varianti campidanesi o limba sarda /ˈlimba ˈzaɾda/ nelle varianti logudoresi e in ortografia LSC) è una lingua appartenente al gruppo romanzo delle lingue indoeuropee che, per differenziazione evidente sia ai parlanti nativi, sia ai non sardi, sia agli studiosi di ogni tempo, deve essere considerata autonoma dai sistemi dialettali di area italica, gallica e ispanica e pertanto classificata come idioma a sé stante nel panorama neolatino. È parlata nell'isola della Sardegna. È classificata come lingua romanza occidentale o insulare e viene considerata da molti studiosi la più conservativa delle lingue derivanti dal latino; a titolo di esempio, lo storico Manlio Brigaglia rileva che la frase in latino pronunciata da un romano di stanza a Forum Traiani Pone mihi tres panes in bertula ("Mettimi tre pani nella bisaccia") corrisponderebbe alla sua traduzione in sardo corrente Ponemi tres panes in sa bèrtula. Sebbene la base lessicale sia quindi in massima misura di origine latina, il sardo conserva tuttavia diverse testimonianze del sostrato linguistico degli antichi Sardi prima della conquista romana: si evidenziano etimi protosardi e, in misura minore, anche fenicio-punici in diversi vocaboli, soprattutto toponimi. In età medievale, moderna e contemporanea la lingua sarda ha ricevuto influenze di superstrato dal greco-bizantino, ligure, volgare toscano, catalano, castigliano e italiano. Dal 1997 la legge regionale riconosce alla lingua sarda pari dignità rispetto all'italiano. Dal 1999 è anche tutelata dalla legge nazionale sulle minoranze linguistiche; fra le dodici minoranze in questione, quella sarda è la più robusta in termini assoluti ma è anche quella che più ha conosciuto un decremento in termini relativi.
Il friulano (furlan , lenghe furlane; marilenghe, "lingua madre") è una lingua romanza, facente parte del gruppo retoromanzo e da alcuni studiosi definito con l'ormai desueto termine "ladino". Si è sviluppata a partire dal latino rustico aquileiese, mescolato a elementi celtici, a cui si sono poi aggiunti numerosi elementi slavi e germanici, in quanto i vari popoli di stirpe germanica (longobardi, goti, franchi, tedeschi) hanno dominato il Friuli per oltre 900 anni. Già nel 1600 ” (…) Era del resto opinione comune dei viaggiatori del tempo che il friulano fosse una sorta di francese oppure di spagnolo. Ma soltanto nel 1873, Ascoli dà forma compiutamente scientifica a queste opinioni diffuse.”Lo Stato italiano ha riconosciuto la "minoranza linguistica storica friulana", e la sua lingua e cultura, nel 1999 con la legge 482/1999, articolo 2.
Nota introduttiva In queste pagine il computo degli anni riportato secondo l'Anno Domini (estesa agli anni avanti Cristo) e quindi utilizzando il calendario solare gregoriano. La suddivisione di queste pagine di cronologia storica in cronologia della protostoria, cronologia della storia antica e cronologia del Medioevo ha solo significato metodologico per evitare la costruzione di un'unica pagina di "Cronologia della storia del mondo", troppo complicata, pesante ed ambiziosa da gestire; si scelto pertanto di dividere i periodi in base ad alcuni riferimenti storici importanti: la scoperta della scrittura in Mesopotamia ed Egitto (passaggio dalla protostoria alla storia antica) e la scoperta delle Americhe da parte degli europei (fine del Medioevo). La cronologia della storia antica composta da questa pagina principale, suddivisa in 8 paragrafi di 500 anni, ciascuno contenente una tabella riassuntiva geografica ed una cronologia sintetica ed essenziale; ad ogni paragrafo collegata una pagina specifica con la cronologia estesa ed approfondita di quei cinque secoli. La cronologia adottata per la Mesopotamia e l'Egitto la cronologia media.
La suddivisione dei verbi della lingua greca antica in classi si conduce a seconda della parte finale del tema verbale, della presenza o meno di apofonia vocalica nel tema verbale stesso, e della presenza (o assenza) e qualità dei suffissi aggiunti nel tema del presente.Essa non ha fondamenti scientifici. Venne in auge grazie all'autorevolezza di Georg Curtius, la cui grammatica greca venne "recata" (= tradotta) in italiano da Giuseppe Müller. Comunque, talora è ancora utilizzata per finalità didattiche e mnemoniche: la si ritiene molto comoda in quanto, esaminando i meccanismi fonomorfologici di formazione del tema del presente, offre dei paradigmi di coniugazione e, soprattutto, consente di poter agevolmente ricavare il tema di un verbo partendo dal suo presente.
L'arte sumera, propria cioè del popolo dei Sumeri e sviluppatasi nella Mesopotamia tra i fiumi Tigri ed Eufrate, si può suddividere in vari periodi: Periodo Protostorico (3500 a.C.-2900 a.C.), Periodo Protodinastico (2900-2350 a.C.), Periodo Accadico (2350-2200 a.C.), Periodo della II Dinastia di Lagash (2150-2120 a.C.), Periodo Neosumerico (2120-2004 a.C.).