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Il krautrock (anche chiamato con l'espressione tedesca Kosmische Musik, in italiano musica cosmica) è un termine coniato dalla stampa e critica angloamericana in riferimento alla scena musicale costituita dai gruppi attivi in Germania negli anni settanta che hanno prodotto in varia misura forme musicali nuove sulla base del rock progressivo o della musica elettronica tedesca (ad esempio Karlheinz Stockhausen) dei decenni precedenti. Il termine fu utilizzato per la prima volta in senso denigratorio sulle pagine del settimanale inglese Melody Maker.
Karlheinz Stockhausen (Kerpen, 22 agosto 1928 – Kürten, 5 dicembre 2007) è stato un compositore tedesco.Viene riconosciuto dalla critica, salvo qualche controversia, come uno dei compositori più all'avanguardia del XX secolo. È conosciuto per il suo lavoro sulla musica elettronica, sull'alea nella composizione seriale, sulla musica intuitiva e sulla spazializzazione in musica. Karlheinz Stockhausen compì gli studi alla Hochschule für Musik Köln di Colonia e alla Università di Colonia. Più tardi studiò con Olivier Messiaen a Parigi e con Werner Meyer-Eppler alla Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn. Fu una delle figure più carismatiche della Darmstadt School e le sue teorie sulla composizione furono e sono ancora oggi seminali non solo fra i compositori di musica contemporanea, ma anche nel jazz e nella musica popolare. Il suo lavoro, che si estende in oltre sessant'anni, travalica i moduli tradizionali. Oltre alla musica elettronica, la sua sperimentazione comprende composizioni per carillon, strumenti solisti, canzoni, musica da camera, musica corale, musica orchestrale ed operistica. Il suo lavoro come teorico e saggista comprende 10 volumi. Ricevette inoltre numerosi premi per le sue composizioni, le sue registrazioni e per le vendite della sua casa di produzione. Alcune delle sue composizioni degne di nota sono una serie di 19 Klavierstücke, Kontra-Punkte per 10 strumenti, la composizione elettronica/concreta Gesang der Jünglinge im Feuerofen, Gruppen per tre orchestre, il solo di percussioni dal titolo Zyklus, Kontakte, la cantata Momente, il concerto elettronico dal titolo Mikrophonie I, Hymnen, Stimmung per sei cantanti, Aus den sieben Tagen, Mantra per due piani ed elettronica, Tierkreis, Inori per solista ed orchestra ed il gigantesco ciclo operistico dal titolo Licht.
Helmut Friedrich Lachenmann (Stoccarda, 27 novembre 1935) è un compositore tedesco. A undici anni, dopo la Seconda guerra mondiale, inizia a cantare nel coro della chiesa locale. Studia pianoforte con Jürgen Uhde e composizione con Johann Nepomuk David al conservatorio di Stuttgart dal 1955 al 1958. Successivamente, segue privatamente le lezioni del compositore Luigi Nono, a Venezia, cui rimarrà sempre legato da profonda amicizia, ed è stato allievo di Karlheinz Stockhausen a Colonia. Ha insegnato a Stoccarda e a Hannover. Tra i suoi allievi più importanti si ricordano Mark Andre, Alvaro Carlevaro, Clemens Gadenstätter, Harald Muenz, Manuel Hidalgo, Shigeru Kan-no, Juliane Klein, Mayako Kubo, Wolfram G. Schurig, Kunsu Shim e Stefan Streich. Partito dalle esperienze del puntillismo, ha poi approfondito l'indagine sulla concretezza della materia sonora, specie con l'uso di strumenti che amplificano le sfumature del suono in regioni che altrimenti sarebbero al di fuori della percezione. Il suo nome è associato alla musica concreta, perché Lachenmann ha descritto le sue composizioni come musica concreta strumentale, la quale implica un linguaggio musicale che abbraccia la totalità del mondo sonoro accessibile mediante tecniche interpretative non convenzionali. Nel 2008 riceve il Leone d'oro alla carriera del 52º Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia con questa motivazione:
Il corno di bassetto è uno strumento musicale aerofono appartenente alla famiglia dei clarinetti. Insieme al clarinetto contralto in Mi♭, rientrerebbe nel gruppo dei clarinetti contralti ma i corni di bassetto sono strumenti che costituiscono un vero e proprio ramo ben distinto, pur rientrando nella famiglia dei clarinetti. Lo strumento è di bosso con 7 fori e 13 chiavi ed è formato da 5 parti che si incastrano l'una nell'altra con dei sugheri (come nel clarinetto normale): il bocchino (con ancia e legatura), il collo (l'equivalente del barilotto), il pezzo superiore, il pezzo inferiore e la campana; quest'ultima ha la caratteristica forma rivolta verso l'alto, simile a quella del clarinetto basso (in realtà i due strumenti sono molto simili nella forma). La sua estensione normalmente va dal La (o La♭) nel primo spazio della chiave di basso al Do sopra il rigo in chiave di violino. Tuttavia gli esecutori più dotati sono in grado di raggiungere suoni più acuti. Alcuni corni di bassetto (in realtà la maggior parte di nuova costruzione) scendono fino al Fa1 grazie a un pezzo inferiore più lungo e munito di chiavi (la cosiddetta "discendenza") come del resto avviene, in modo trasposto, col clarinetto basso. La discendenza esisteva fin dai tempi di Mozart (di cui si dice fosse lo strumento prediletto poiché recente e privo di repertorio), infatti esisteva nella parte terminale dello strumento una piccola scatola di legno, all'interno del quale il canneggio dello strumento si ripiegava a S per portare lo strumento fino a Fa grave. Il repertorio relativo a questo strumento è abbastanza nutrito: esso è stato talvolta impiegato in orchestra (Mozart, Requiem o Serenata per fiati n. 10 in Si bemolle maggiore K 361 "Gran Partita"), ma esistono esempi di musica solistica come i due Konzertstücke in Fa minore op. 113 e in Re minore op. 114 di Mendelssohn per clarinetto, corno di bassetto e orchestra, il balletto Le creature di Prometeo op. 43, con corno di bassetto obbligato, di Beethoven, il concerto per corno di bassetto e orchestra di Carl Stamitz, il concerto per corno di bassetto e orchestra di Alessandro Rolla e i vari lavori nell'ambito della musica contemporanea di Karlheinz Stockhausen.