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Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces

La locuzione latina Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc / Parthenope; cecini pascua, rura, duces è la celebre iscrizione funebre scritta sulla tomba di Publio Virgilio Marone, ubicata a Napoli, nel Parco Vergiliano a Piedigrotta. La leggenda narra che questa frase sarebbe stata dettata dallo stesso Virgilio in punto di morte. Letteralmente si può tradurre come "Mantova mi generò, la Calabria mi rapì, e ora mi tiene Napoli; cantai i pascoli, le campagne, i condottieri".L'iscrizione è un distico elegiaco, in cui sono riassunti i luoghi e l'opera del poeta: Mantua me genuit: Virgilio nacque ad Andes, corrispondente all'attuale Pietole, frazione del comune di Borgo Virgilio, vicino a Mantova; Calabri rapuere: morì nell'attuale Puglia meridionale, il Salento, all'epoca chiamata Calabria, e precisamente a Brundisium (Brindisi); tenet nunc Parthenope: fu seppellito a Parthènope (Napoli).cecini (dal verbo latino căno, -is, cecini, cantum, -ĕre, "cantare", quindi cantai). Le sue opere più importanti trattarono: pascua, i pascoli, alludendo alle Bucoliche, rura, le campagne, alludendo alle Georgiche, duces, i duci, i condottieri, gli eroi, alludendo all’Eneide.

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