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San Casciano in Val di Pesa ([sa ka a no i val di pe za]) un comune italiano di 17.129 abitanti della citt metropolitana di Firenze in Toscana. parte della sottozona Classico del Chianti ed un centro rinomato per la produzione dei suoi vini, dell'olio extravergine d'oliva, e dei prodotti agricoli in generale.
Sambuca Val di Pesa è una frazione del comune di Barberino Tavarnelle.
Tavarnelle Val di Pesa (AFI: /tavarˈnɛlle valdiˈpesa]/) è una frazione del comune italiano di Barberino Tavarnelle, nella città metropolitana di Firenze, in Toscana. La sua economia si basa sull'agricoltura e la viticoltura (sin dal 1932 il territorio è compreso nell'area del Chianti; parzialmente nella sottozona Classico e parzialmente nella sottozona Colli Fiorentini). Costituisce la sede comunale del comune sparso di Barberino Tavarnelle.
Casa Machiavelli o, come è universalmente conosciuta, l'Albergaccio fu la dimora di Niccolò Machiavelli durante l'esilio ed è situata in località Sant'Andrea in Percussina, nel comune di San Casciano in Val di Pesa.
La chiesa di San Paolo si trova presso il villaggio rurale di San Polo di Torre, nel comune di Barberino Tavarnelle in provincia di Firenze.
La Pesa è un torrente toscano lungo 53 km, affluente di sinistra del fiume Arno, che attraversa le province di Siena e Firenze. L'altitudine media del bacino è 286 m s.l.m. Il fiume ha regime torrentizio e dagli ultimi decenni del 1900 rimane privo d'acqua nel suo tratto finale durante il periodo estivo.
Cerbaia in Val di Pesa è una frazione del comune di San Casciano in Val di Pesa. È bagnata dai fiumi Pesa e Sugana, oltre che dal torrente Ermelino. Distante dal capoluogo comunale circa 7 km in direzione nord-ovest, è la seconda frazione più popolosa del territorio comunale con circa 1 600 abitanti.
Il castello di Montefiridolfi è una dimora signorile situata a Montefiridolfi, nel comune di San Casciano in Val di Pesa.
L’abbazia di San Galgano è un'abbazia cistercense, sita a una trentina di chilometri da Siena, nel comune di Chiusdino. Il sito è costituito dall'eremo (detto "Rotonda di Montesiepi") e dalla grande abbazia, ora completamente in rovina e ridotta alle sole mura, meta di flusso turistico. La mancanza del tetto - che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica - accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose, di Kelso e di Jedburg in Scozia, di Tintern in Galles, di Cashel in Irlanda, di Eldena in Germania, di Beauport a Paimpol (Bretagna) e del Convento do Carmo a Lisbona. In Italia, un paragone, almeno estetico, può compiersi con il Complesso della Santissima Trinità detta Incompiuta di Venosa (Potenza), che, però non cadde in rovina: i lavori di edificazione non vennero mai completati. Il tetto crollò nel 1786 quando un fulmine colpì il campanile dell'abbazia. Tre anni dopo fu sconsacrata e da li in poi venne usata come stalla, fino a quando nel 1926 lo stato Italiano ne riconobbe il valore culturale, tutelandola.