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Il primo Partito d'Azione italiano fu fondato da Giuseppe Mazzini nel 1853 e nutrì le radici politiche, culturali ed ideali del Risorgimento, in particolare del filone democratico, repubblicano, radicale e rivoluzionario, i cui massimi rappresentanti sono stati, oltre a Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Carlo Cattaneo, Carlo Pisacane e Aurelio Saffi. Tra i suoi obiettivi politici c'erano le elezioni a suffragio universale, la libertà di stampa e di pensiero, la responsabilizzazione dei governi davanti al popolo.
«Offro fame, sete, marce forzate, battaglie e morte» è il passaggio più celebre del discorso che Giuseppe Garibaldi rivolse il 2 luglio 1849 ai combattenti della Repubblica Romana, dopo la resa di fronte all'esercito francese del generale Oudinot, per convincerli a seguirlo a Venezia e proseguire lì la lotta per un'Italia indipendente e repubblicana.
Con insurrezione di Palermo si indica la serie di avvenimenti svoltisi dal 27 al 30 maggio 1860 che portarono alla conquista della città di Palermo da parte dei garibaldini della spedizione dei Mille.
Le Brigate Garibaldi furono delle brigate partigiane organizzate dal Partito Comunista Italiano operanti nella resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale. Composte in prevalenza da comunisti, in esse militarono anche esponenti di altri partiti del CLN, specialmente socialisti. Pochi furono invece i componenti legati al Partito d'Azione o democristiani. Coordinate da un comando generale diretto dagli esponenti comunisti Luigi Longo e Pietro Secchia, furono le formazioni partigiane più numerose e quelle che subirono le maggiori perdite totali durante la guerra partigiana. In azione i componenti delle brigate indossavano per riconoscimento fazzoletti rossi al collo e stelle rosse sui copricapi.