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La Legislazione italiana a tutela delle minoranze linguistiche riconosce dodici comunità linguistiche storiche parlanti idiomi ascritti a varie famiglie linguistiche presenti entro i confini della Repubblica italiana e diversi dall'italiano, lingua ufficiale dello stato. Questi dodici gruppi linguistici (albanesi, catalani, croati, francesi, francoprovenzali, friulani, germanici, greci, ladini, occitani, sardi, sloveni) sono rappresentati da circa 2.400.000/3.000.000 parlanti distribuiti in 1.171 comuni di 14 regioni, tutelati da apposite leggi nazionali (come la legge quadro 482/99) e regionali. Non sono giuridicamente riconosciute le «alloglossie interne», comunità parlanti idiomi di ceppo italo-romanzo trasferitesi dalle proprie sedi originali in altri territori (come gli idiomi gallo-italici dell'Italia insulare e meridionale), le «minoranze diffuse», le comunità parlanti varietà non territorializzate (come i rom e i sinti) quindi prive dell'elemento "territorialità", e le «nuove minoranze», le lingue alloglotte parlate in comunità di recente immigrazione conservanti «lingua, cultura, religione e identità di origine» perché mancanti dell'elemento di "storicità". È tuttavia anche da ricordare che le lingue dei migranti non sono comprese tra le lingue tutelate dal trattato internazionale (europeo) "Carta europea delle lingue regionali e minoritarie"La legge quadro 482/99 che dà attuazione all'art. 6 della Costituzione italiana (tutela minoranze linguistiche storiche), come precisato dalla Corte Costituzionale nella sua sentenza nr. 88 del 2011, non esaurisce ogni forma di riconoscimento e sostegno al ricco plurilinguismo presente in Italia; sia prima che dopo la legge 482/99 con apposite leggi regionali è stata infatti prevista la "valorizzazione" dei diversi patrimoni linguistici e culturali delle Regioni. in attuazione all'art. 9 Cost.
Gli ebrei in Europa sono presenti da oltre 2000 anni, a partire dall'antichità ellenistico-romana fino ai giorni nostri.
I rom (al plurale anche nella forma: roma, in lingua romaní: řom o rrom) sono uno dei principali gruppi etnici della popolazione e relativa lingua "romaní", conosciuti anche come "gitani" o "zingari", anticamente originaria dell'India del nord. La caratteristica comune di tutte le comunità che si attribuiscono la denominazione cosiddetta "rom" è che parlano - o è attestato che nei secoli scorsi parlassero - dialetti variamente intercomprensibili, costituenti appunto la lingua romaní, che studi filologici e linguistici affermano derivare da varianti popolari del sanscrito e che trovano nelle attuali lingue dell'India del nord ovest la parentela più prossima.I rom propriamente detti sono un gruppo etnico che vive principalmente in Europa, distribuiti in una galassia di minoranze presenti principalmente nei Balcani, in Europa centrale e in Europa orientale, benché la loro diaspora li abbia portati anche nelle Americhe e in altri continenti. La disciplina che si occupa di studiare la storia, lingua e cultura dei popoli romaní è la romanologia.
La minoranza tedesca in Polonia dal 1991 è una minoranza nazionale riconosciuta. 152.897 persone nel censimento del 2002 dichiararono di essere tedeschi; questo corrisponde a una percentuale sulla popolazione della Polonia dello 0,38%. Sempre secondo lo stesso censimento, 204.573 persone utilizzano nella loro vita privata la lingua tedesca. L'ambasciata tedesca a Varsavia, tuttavia parla di 300.000/400.000 cittadini di origine tedesca.
Minoranza nazionale indica una porzione di popolazione che si differenzia da quella maggioritaria di uno stato per alcune caratteristiche sociali, culturali, linguistiche, etniche, religiose ecc. A causa della grande variabilità del fenomeno, in effetti non esiste una definizione legale di "minoranza nazionale" internazionalmente unitaria stabilita ma le soluzioni introdotte nella legislazione dei diversi stati nazionali sono a volte estremamente variegate.Le minoranze nazionali sono legalmente protette nel sistema europeo del Consiglio d'Europa dalla apposita "Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali", sistema a cui anche l'Unione europea ha aderito, mentre la Dichiarazione dell'Assemblea ONU "Dichiarazione sui diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche" ha diverso valore legale.
Si definisce minoranza un gruppo sociale che, in una data società non costituisce una realtà maggioritaria in riferimento a: etnia (minoranza etnica), lingua (minoranza linguistica), religione (minoranza religiosa), genere (minoranza di genere), età, condizione psicofisica.
La Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali è una convenzione internazionale stabilita nel quadro del Consiglio d'Europa al fine di garantire la tutela delle minoranze. È in vigore a partire dal 1998. La Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto (nota come Commissione di Venezia) presentò al Consiglio d'Europa l'8 febbraio 1991 un progetto di Convenzione europea sulla protezione delle minoranze. A differenza di altri documenti internazionali in materia di diritti umani, la nozione di "minoranza" è discussa ed è chiaro che i cittadini stranieri immigrati (minoranze allogene) non sono inclusi nel quadro della presente Convenzione, che si applica solo alle minoranze autoctone. Questo testo permette agli individui di determinare se appartengono a una minoranza. Anche un diritto collettivo delle minoranze è riconosciuto. Gli obblighi imposti agli Stati permettono una combinazione dei diritti collettivi e individuali.