Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La Repubblica Popolare dell'Angola (in portoghese República Popular de Angola) fu il nome ufficiale dell'Angola dal 1975, anno dell'indipendenza dal Portogallo, al 1992.
Il Portogallo (in portoghese: Portugal; in mirandese: Pertual), ufficialmente Repubblica Portoghese (in portoghese: República Portuguesa), è uno stato membro dell'Unione europea. È collocato nella posizione più occidentale fra tutti gli Stati dell'Europa continentale. Parte più occidentale della Penisola iberica, nell'Europa meridionale, affacciato sull'Oceano Atlantico, con circa 830 chilometri di coste a sud e a ovest, confina solo con la Spagna (Galizia a nord, Castiglia e León, Estremadura e Andalusia a est). Il suo territorio, corrispondente all'antica provincia romana di Lusitania, occupa una fascia di territorio lunga circa 700 km e larga 150/200 km che dai rilievi della Meseta iberica scende fino alla costa atlantica. Favorito da questa particolare posizione, nel corso dei secoli il piccolo regno del Portogallo riuscì ad acquisire una notevole esperienza marinara che gli permise di costruire un vasto dominio coloniale, con possedimenti in tutti i continenti, dissoltosi solo negli anni settanta. Di esso rimangono i due arcipelaghi delle Azzorre e di Madera, che fanno parte del territorio nazionale come regioni autonome. Fa parte della NATO, del Consiglio d'Europa, dell'OCSE e dell'Unione europea. L'ingresso nell'Unione europea è avvenuto il 1º gennaio 1986.
L'Impero portoghese ((PT) Império Português) fu, insieme all'Impero spagnolo, il primo impero coloniale mondiale della storia. Fu anche il più longevo degli imperi coloniali d'oltremare, durando quasi seicento anni, dall'occupazione di Ceuta nel 1415 alla restituzione di Macao alla Cina nel 1999. Fu inoltre uno degli imperi più vasti della storia. L'impero si sviluppava in numerosi territori, che oggi fanno parte di ben 53 stati diversi. Dopo il secondo conflitto mondiale, iniziò un processo di decolonizzazione. Il Portogallo però ririfiutandosi di concedere l'indipendenza alle proprie colonie, diede il via ad un'aspra guerra di repressione, al termine della quale venne riconosciuta l'indipendenza di gran parte dei possedimenti d'oltremare, tra cui la Guinea-Bissau, l'Angola e il Mozambico, nonché gli arcipelaghi di Capo Verde e São Tomé e Príncipe. Confinando con la sola Castiglia, il Portogallo non aveva altra scelta che espandersi attraverso i mari. Questo scatenò una corsa all'avanzamento tecnologico nella marineria che aprì le porte alla cosiddetta "Età delle scoperte".
La guerra coloniale portoghese, detta anche in Portogallo guerra d'oltremare e nelle colonie guerra di liberazione (in lingua portoghese Guerra Colonial Portuguesa, Guerra do Ultramar o Guerra de Libertação), fu un lungo conflitto armato svoltosi tra il 1961 e il 1974 nelle colonie africane del Portogallo: Angola, Guinea portoghese e Mozambico. Il Portogallo, retto all'epoca dal regime conservatore e autoritario dell'Estado Novo di António de Oliveira Salazar, si trovò ad affrontare la guerriglia di una serie di movimenti indipendentisti africani, diversi da regione a regione; il conflitto coinvolse anche diversi attori esterni: gli indipendentisti ebbero l'aperto sostegno delle nazioni dell'Organizzazione dell'unità africana e ricevettero armi e istruttori da Unione Sovietica, Cina e Cuba, mentre i portoghesi ricevettero appoggio dal Sudafrica dell'apartheid e dalla Rhodesia. In Angola, il movimento indipendentista si ritrovò frammentato in una serie di formazioni distinte, diverse per ideologia e ferocemente ostili l'una con l'altra: il nazionalista Fronte Nazionale di Liberazione dell'Angola (FNLA), il marxista Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola (MPLA) e il maoista Unione Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola (UNITA). Le divisioni nel campo degli insorti giocarono a favore dei portoghesi: dopo alcune rivolte su ampia scala tentate nel 1961 e ferocemente represse dalle forze di sicurezza, la guerriglia si spostò nelle regioni settentrionali e orientali del paese, sfruttando l'appoggio delle nazioni confinanti ma non riuscendo a stabilire una solida e duratura presenza sul territorio. Nella Guinea portoghese il movimento indipendentista fu più unitario, raccogliendosi attorno al marxista Partito Africano per l'Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC); sostenuto dalle nazioni confinanti e sfruttando il terreno impervio, ottimale per le azioni di guerriglia, il PAIGC riuscì a guadagnare il controllo di ampie zone del paese, anche se le controffensive organizzate dal generale portoghese António de Spínola riuscirono a imporre una situazione di precario stallo al conflitto. In Mozambico, i movimenti indipendentisti formarono una precaria coalizione, il Fronte di Liberazione del Mozambico (FRELIMO), la quale progressivamente si spostò verso posizioni di sinistra; iniziata in ritardo rispetto alle altre regioni, la guerriglia mozambicana riuscì a strappare ai portoghesi il controllo di alcune zone nel nord e nell'ovest del paese, anche se dovette subire alcune imponenti controffensive da parte delle forze di sicurezza. Con il passare del tempo il peso del conflitto divenne insostenibile per la società portoghese: la rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974 determinò la fine del regime dell'Estado Novo e il Portogallo si avviò a divenire una nazione democratica. Con il cambio di direzione politica del paese, i nuovi leader accettarono anche le rivendicazioni di indipendenza delle colonie: ebbe così inizio una fase di transizione che si concluse alla fine del 1975 con la proclamazione della piena indipendenza dei territori africani e lo smantellamento di ciò che restava dell'Impero portoghese.