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Con l'espressione nativi americani si intende indicare le popolazioni che abitavano il continente americano prima della colonizzazione europea e i loro odierni discendenti. L'etnonimo indiani d'America (anche pellirosse) era utilizzato per indicare i nativi americani ma non è univoco ed è stato spesso oggetto di discussione. Nei paesi ispanofoni dell'America Latina si usa prevalentemente il termine indios, mentre negli Stati Uniti d'America si usa l'espressione indiani d'America, benché ormai non sia più considerata un'espressione politicamente corretta. L'uso del termine indiano si deve a Cristoforo Colombo che, in cerca di una rotta che consentisse di raggiungere l'Asia attraversando l'oceano Atlantico, credette di aver raggiunto le Indie Orientali, ignaro invece di aver toccato le coste di un continente allora sconosciuto agli Europei; gli Spagnoli battezzarono quindi il nuovo mondo "Indie occidentali", e solo successivamente America, in onore di Amerigo Vespucci.Secondo l'ipotesi scientifica più accreditata, 13.000 anni fa l'uomo sarebbe migrato dall'Asia verso l'America attraverso la Beringia, una lingua di terra che all'epoca univa i due continenti. Questi uomini si sarebbero poi spostati più a sud fino ad abitare tutto il continente e diversificandosi in migliaia di etnie e tribù differenti. In Centro e Sud America i nativi americani si organizzarono in grandiose civiltà come i maya e gli aztechi nell'odierno Messico e gli incas sulla cordigliera delle Ande mentre in America del Nord i Nativi americani rimasero prevalentemente popolazioni nomadi o seminomadi. Parecchie aree del continente sono ancora popolate da nativi americani; specialmente in America Latina dove, insieme ai mestizo, costituiscono la maggioranza della popolazione. Negli Stati Uniti d'America e in Canada i nativi americani, invece, costituiscono ormai soltanto un'esigua minoranza. Ancora oggi nei paesi dell'America si parlano almeno un migliaio di lingue indigene diverse. Alcune fra queste, come ad esempio il quechua, l'aymara, il guaraní, le lingue maya e il nahuatl, sono parlate da milioni di persone. Molti, inoltre, conservano pratiche e usanze culturali di vario grado, incluse pratiche religiose, di organizzazione sociale e pratiche di sussistenza. Alcuni popoli indigeni vivono ancora in uno stato di relativo isolamento dalle società moderne e altre addirittura non sono mai entrate in contatto con esse o con l'uomo occidentale.I nativi americani presentano caratteristiche somatiche affini alle popolazioni asiatiche: occhi allungati, zigomi sporgenti, con in più la quasi assenza di barba e capigliature perlopiù scure e lisce. Questi caratteri portarono gli antropologi a ipotizzare la loro origine ereditata dagli antichi asiatici, che avevano attraversato lo stretto di Beriin durante l'epoca preistorica, ipotesi confermata da successivi studi linguistici e, soprattutto, genetici.
Paul Jackson Pollock (Cody, 28 gennaio 1912 – Long Island, 11 agosto 1956) è stato un pittore statunitense, considerato uno dei maggiori rappresentanti dell'espressionismo astratto o action painting.
Per genocidio dei nativi americani, detto anche genocidio indiano, olocausto americano (in inglese Indian Holocaust, American Holocaust) o catastrofe demografica dei nativi americani alcuni storici e divulgatori intendono il calo demografico e lo sterminio dei nativi americani (detti anche indiani d'America nel nord America o, indios e amerindi, nel centro e nel sud America), avvenuto dall'arrivo degli europei nel XV secolo alla fine del XIX secolo. Si ritiene che tra i 55 e i 100 milioni di nativi morirono a causa dei colonizzatori, come conseguenza di guerre di conquista, perdita del loro ambiente, cambio dello stile di vita e soprattutto malattie contro cui i popoli nativi non avevano difese immunitarie, mentre molti furono oggetto di deliberato sterminio poiché considerati barbari. Secondo Thornton, solo nel nord America morirono 18 milioni di persone. Per altri autori la cifra supera i 100 milioni, fino ad arrivare a 114 milioni di morti in 500 anni.
Indiani d'America (Titolo originale: 500 Nations) è una serie televisiva documentaria statunitense, narrata da Kevin Costner, sull'epopea dei maggiori popoli nativi americani, dalle civiltà precolombiane dai Maya ai Navajo, dal capitano Smith alle Guerre Indiane del Secolo XIX, da Toro Seduto a Geronimo. La serie, diretta da Jack Leustig, è divisa in otto puntate, per un totale di 430 minuti. Prodotta nel 1995, in Italia è stata mandata in onda dalla Rai nell'estate 1997.
La locuzione guerre indiane è il nome usato dagli storici statunitensi per descrivere una serie di conflitti armati tra i nativi americani con i coloni, principalmente europei, prima e poi con le autorità degli Stati Uniti d'America e il Canada. Alcune delle guerre furono provocate da una serie di paralleli atti legislativi, come l'Indian Removal Act, unilateralmente promulgate da una delle parti e potenzialmente considerabili alla stregua di guerra civile.Le guerre, che spaziarono dalla colonizzazione europea dell'America del XVIII secolo fino al massacro di Wounded Knee 1890 e alla parallela conclusione dell'epopea USA della "frontiera", risultarono complessivamente nella conquista, nella decimazione, nell'assimilazione delle nazioni indiane, e nella deportazione di svariate migliaia di persone nelle riserve indiane.
La Ferrovia Sotterranea (in lingua inglese: Underground Railroad) era una rete informale di itinerari segreti e luoghi sicuri utilizzati dal XIX secolo dagli schiavi afroamericani negli Stati Uniti d'America, per fuggire negli "Stati liberi" e in Canada con l'aiuto degli abolizionisti che erano solidali con la loro causa. Altri percorsi conducevano in Messico o oltreoceano. Il termine veniva applicato anche agli abolizionisti che aiutavano i fuggitivi.
Disneyland Park o Parc Disneyland, è uno dei due parchi divertimento presenti a Disneyland Paris di proprietà della Euro Disney S.C.A. e della Walt Disney Parks, Experiences and Consumer Products, ed è stato inaugurato il 12 aprile 1992 come unico parco presente inizialmente nel resort. Il parco è dedicato alle fiabe e ai personaggi Disney ed è il parco principale dell'impianto. È situato a 32 km da Parigi, precisamente a Marne-la-Vallée. Il parco ha una superficie di 550.000 m², vi lavorano complessivamente 14.500 persone di 100 paesi diversi, le lingue ufficiali sono il francese e l'inglese. Il Disneyland Park ha subìto un leggero calo dei visitatori negli ultimi anni, che vi hanno preferito il parco limitrofo, Parc Walt Disney Studios (che ha invece aumentato i visitatori), che sono passati dai 12.740.000 del 2009 ai 9.745.000 del 2019.
Questa classificazione dei nativi americani è basata sulla geografia, sulla linguistica e sulla cultura regionale. Gli antropologi hanno circoscritto diverse regioni culturali, i cui confini sono oggetto di dibattito tra gli studiosi, che, tuttavia, con lievi modifiche, concordano sulla suddetta divisione. Queste regioni culturali si basano soprattutto sulle posizioni dei popoli indigeni delle Americhe ai primi contatti con la civiltà europea a partire dal tardo XV secolo. Sebbene molti dei popoli indigeni furono successivamente allontanati con la forza dalle loro terre d'origine, in questa classificazione si tiene conto della loro collocazione geografica originale. Alcune popolazioni, inoltre, si estendono su più regioni culturali.
Blueberry è una serie a fumetti incentrata sull'omonimo personaggio, Mike Steve Blueberry, protagonista di una famosa saga western del fumetto franco-belga. Fece il suo esordio con la storia Fort Navajo, pubblicata nel corso del 1963 a puntate sulla rivista francese Pilote, della casa editrice Dargaud. A creare il personaggio, lo sceneggiatore Jean-Michel Charlier (noto, fra le altre, anche per le serie Buck Danny, Tanguy e Laverdure e Barbarossa), e il disegnatore Jean Giraud (il futuro Mœbius), che all'epoca firmava le tavole con il suo soprannome "Gir". Alle gesta di Blueberry sono dedicate quattro serie a fumetti: Blueberry, la serie principale, anche nota in italiano come Il tenente Blueberry o Le avventure del tenente Blueberry (in francese Blueberry o Fort Navajo, une aventure du Lieutenant Blueberry). Iniziata nel 1963 e proseguita fino al 2007, la serie conta 29 volumi, disegnati tutti da Giraud (con alcuni interventi isolati non accreditati di Joseph "Jijé" Gillain, Michel Rouge e Colin Wilson), e sceneggiati fino al 23esimo da Charlier, dal 24esimo in poi dallo stesso Giraud. La giovinezza di Blueberry (La Jeunesse de Blueberry in originale), iniziata nel 1968 e tuttora in corso. Al 2015, la serie conta 21 volumi: i primi sei vennero sceneggiati da Charlier, cui è succeduto a partire dal settimo François Corteggiani; ai disegni si sono alternati invece Giraud (primi tre volumi), Colin Wilson (volumi 4-9) e Michel Blanc-Dumont (dal decimo). Marshal Blueberry, durata dal 1991 al 2000 per un totale di tre volumi, scritti da Giraud e disegnati da William Vance (pseudonimo di William van Cutsem, volumi 1-2) e Michel Rouge. Lieutenant Blueberry, iniziata nel 2019 e prevista in due volumi. Una serie-omaggio al classico di Charlier e Giraud, scritta da Joann Sfar e da Christophe Blain, e disegnata da quest'ultimo.Tradotta in più di venti lingue, la serie principale è annoverata fra i classici del fumetto mondiale per la ricchezza dei disegni di Giraud e per la complessità delle sceneggiature imbastite da Charlier. Ha avuto una trasposizione cinematografica nel 2004 (per la regia di Jan Kounen), alla cui realizzazione ha partecipato lo stesso Giraud.