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Il Pamir è un elevato massiccio montuoso situato prevalentemente nella parte orientale del Tagikistan, ma anche nelle aree limitrofe di Afghanistan, Cina e Kirghizistan. Situato nel punto dove convergono vari sistemi orografici dell'Asia centrale e del Tibet, presenta tre cime principali che superano i 7000 metri, tra le quali il picco Ismail Samani (7495 metri), generalmente considerato la sua cima più alta, che hanno valso al massiccio l'appellativo di «tetto del mondo». Con il nome comune pamir (plurale pamiri) si indicano anche un certo tipo di valli glaciali più fertili delle montagne e degli altopiani circostanti, che sono generalmente caratterizzati da condizioni climatiche estreme, con precipitazioni molto scarse ed escursioni termiche considerevoli, in particolare nella parte orientale desertica del massiccio. Tuttavia, il Pamir è una delle regioni che ospitano più ghiacciai al di fuori dei poli, come il ghiacciaio Fedčenko, lungo 77 chilometri; di conseguenza esso è attraversato da un gran numero di fiumi appartenenti ai bacini dell'Amu Darya ad ovest e del Tarim ad est e ospita centinaia di laghi. Nonostante l'estrema scarsità della flora che caratterizza l'ecoregione della tundra e deserto d'altitudine del Pamir, la fauna è molto diversificata: tra le specie maggiormente degne di nota figura l'argali di Marco Polo, una specie endemica e in pericolo di estinzione. L'uomo frequenta la regione del Pamir da vari millenni: essa si trova infatti lungo uno degli itinerari secondari della via della seta, che nell'Antichità attraversava l'Asia centrale, ma solamente i Tagiki a partire dal II secolo e i Kirghisi a partire dal XVI vi si sono insediati permanentemente. Marco Polo, nel XIII secolo, fu il primo europeo a raccontare la sua traversata del Pamir. Tuttavia, furono ben pochi quelli che seguirono le sue orme, almeno fino alla metà del XIX secolo, quando la zona venne esplorata e si trovò al centro di un conflitto geopolitico, il cosiddetto «Grande Gioco», tra l'Impero russo a nord e l'India britannica a sud. Finita quest'epoca, il Pamir ripiombò nuovamente nell'oblio durante il XX secolo. Attualmente, è abitato da varie popolazioni adattatesi a vivere in montagna: i Tagiki, ad ovest e a sud, e i Kirghisi, a nord e ad est. Questi ultimi, che si spostano con le loro greggi nei pochi pamiri fertili, conducono uno stile di vita semi-nomade e sono i custodi di una cultura ricca di tradizioni popolari. Il Pamir rimane tuttora una delle regioni più isolate del mondo. Le infrastrutture sono poco sviluppate e la popolazione continua a dipendere dagli aiuti esterni. Anche il turismo, basato essenzialmente su alpinismo, trekking ed ecoturismo, stenta a svilupparsi, malgrado la presenza di numerose aree protette, tra le quali il parco nazionale del Pamir, il più grande dell'Asia centrale.
Nina e il potere dell'Absinthium è un romanzo per ragazzi della scrittrice veneziana Moony Witcher, sesto volume della serie La bambina della Sesta Luna pubblicato il 14 maggio 2014.
Moony Witcher, pseudonimo di Roberta Rizzo (Venezia, 26 ottobre 1957), è una scrittrice italiana.
La bambina della Sesta Luna è una serie di sette libri per ragazzi della scrittrice veneziana Moony Witcher. I romanzi ruotano attorno a Nina De Nobili, una bambina di dieci anni che, con l'aiuto dei suoi amici e dell'alchimia, deve proteggere il pianeta Xorax, la Sesta Luna del terzo Sole della Galassia di Alchimidia, dal conte Karkon Ca' d'Oro. I primi due libri hanno venduto più di duecentomila copie nell'attesa dell'uscita del terzo volume, mentre la prima tetralogia ne ha vendute nel complesso 650.000 in Italia a novembre 2006. A febbraio 2018, La bambina della Sesta Luna era stato esportato e tradotto in 40 Paesi, e aveva venduto più di due milioni di copie in Italia.