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Occupazione giapponese dell'Indocina

La occupazione giapponese dell'Indocina francese durante la seconda guerra sino-giapponese fu un'operazione militare conclusa in pochi giorni nel settembre 1940 dall'Esercito imperiale giapponese, che costrinse le autorità coloniali dell'Indocina francese ad accettare una presenza di truppe giapponesi nel Tonchino superiori a quanto concordato in precedenza. La Francia era appena stata conquistata dalle armate tedesche nel corso della seconda guerra mondiale ed il governo collaborazionista di Vichy era troppo debole per rifornire le colonie e resistere all'aggressione giapponese. Le truppe imperiali, impegnate dal 1937 nella seconda guerra sino-giapponese, furono così in grado di garantirsi l'interruzione degli aiuti degli Stati Uniti alla Repubblica cinese di Chiang Kai-shek, che venivano inviati con la ferrovia dalla stazione di Haiphong, principale porto del Vietnam settentrionale, a quella di Kunming, nella provincia cinese sud-occidentale dello Yunnan. Il controllo del Tonchino e l'utilizzo degli aeroporti locali permise inoltre ai giapponesi di avere nuove basi di partenza per gli attacchi alle roccaforti cinesi. Insediatisi inizialmente nel solo Tonchino, i giapponesi invasero anche il sud dell'Indocina francese nell'estate del 1941. Fu la base di partenza per invadere Thailandia, Malesia e Birmania allo scoppio della guerra del Pacifico nel dicembre 1941. L'occupazione si sarebbe protratta fino alla fine del conflitto. Con la successiva crisi delle Potenze dell'Asse, nel marzo del 1945 i giapponesi inasprirono l'occupazione disarmando i francesi e costringendo i sovrani locali a proclamare l'indipendenza del proprio Paese dalla Francia, sotto protettorato giapponese. Alla cessazione del conflitto i giapponesi si ritirarono e nella regione ebbero luogo sollevazioni che culminarono nella guerra d'Indocina.

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