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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981) è stato un poeta, traduttore, scrittore, filosofo, giornalista, critico letterario, critico musicale e politico italiano.
Satura è una raccolta poetica di Eugenio Montale, pubblicata nel 1971 dalla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. Segna l'inizio di un suo nuovo "corso" poetico; i mutamenti anche di tono sono adeguati alla necessità di una rinnovata testimonianza di grandi sommovimenti sul piano ideologico, sociale, politico. Il titolo Satura allude al genere letterario latino che ebbe lo stesso nome e fu caratterizzato, oltre che dall'impegno morale applicato alle occasioni comuni del vivere, anche da una molteplicità di interessi intellettuali e culturali. Con questo libro, Montale dà inizio a una poesia legata alle occasioni quotidiane, alla cronaca, sua e degli altri, ma indagata con un'ironia avversa alle "false mitologie" di massa.Conformemente all'ispirazione, la nuova poesia montaliana ricerca stilisticamente un andamento colloquiale e prosastico. Le prime due sezioni, Xenia I e Xenia II, ricordano Drusilla Tanzi, la moglie morta nel 1963. Nelle altre due sezioni, Satura I e Satura II, prevalgono, invece, temi satirici, polemici, parodici, giocosi.
La centrale termoelettrica "Eugenio Montale" è situata nella zona industriale del comune della Spezia. È stata inaugurata nel 1962 con il nome Edison-Volta, alimentata a olio combustibile e successivamente trasformata per bruciare carbone.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale è la poesia n. 5 di Xenia II di Eugenio Montale, poi inserita all'interno della raccolta Satura. È una delle più note liriche scritte in memoria della moglie Drusilla Tanzi, ed è stata composta nel novembre del 1967.
Le occasioni è una raccolta di poesie di Eugenio Montale (1928-1939), apparsa per la prima volta presso l'editore Einaudi nell'ottobre 1939: si tratta di una raccolta di 50 poesie, a cui se ne aggiunsero altre quattro nella seconda edizione del 1940. La maggior parte di esse erano state man mano pubblicate in varie riviste e già nel 1932 cinque testi avevano costituito un opuscolo dal titolo La casa dei doganieri e altri versi.
Alda Giuseppina Angela Merini, nota semplicemente come Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009) è stata una poetessa, aforista e scrittrice italiana.
La bufera e altro è una raccolta di poesie scritta da Eugenio Montale e pubblicata nel giugno 1956. Essa deriva il proprio titolo dalle aggiunte successive alla prima sezione, intitolata Finisterre, che fu pubblicata nel 1943 a Lugano. A questa andarono via via aggiungendosi altri componimenti e, nella sua edizione definitiva, l'opera risulta divisa in sette sezioni: Finisterre, Dopo, Intermezzo, "Flashes" e dediche, Silvae, Madrigali privati, e Conclusioni Provvisorie, formata da sole due poesie, quali Piccolo testamento e Il sogno del prigioniero, datate rispettivamente 12 maggio 1953 e dell'ottobre 1954. La novità è l'irruzione della politica in un mondo poetico che se ne era del tutto allontanato (come parte della cultura letteraria italiana, nel periodo fascista). Composte nel clima di profondo sconvolgimento legato alla seconda guerra mondiale, da un Montale estremamente pessimista e poco fiducioso nei confronti della storia, le liriche di questa raccolta vedono come grande protagonista nuovamente la figura femminile, rilettura della donna "angelicata e angelicante" di reminiscenza dantesca e più in generale, della poetica stilnovista. In molte occasioni egli si rivolge, in una serie di drammatici dialoghi con l'assente, all'ebrea americana Irma Brandeis, da lui indicata con lo pseudonimo di Clizia (senhal forse ispirato dalla ninfa di cui narra Ovidio nelle sue Metamorfosi) e che in molte poesie incarna la figura salvifica della "donna angelo", del "visiting angel". Al tono colloquiale e narrativo delle prime raccolte (si ricordi l'"ascoltami" della lirica I limoni nella raccolta Ossi di seppia, espressione dal tono discorsivo, intimo e sommesso) subentra una sintassi molto più complessa, di pari passo con il complicarsi della fitta rete di relazioni tra le cose. Il dato storico immediato è assunto nella sua valenza metafisica: la guerra e le ideologie che ne sono la causa non sono altro che la manifestazione concreta, tangibile, del "male di vivere" che coglie l'uomo e lo fa soggiacere alle amare leggi della natura, negative in assoluto.
Nella metrica italiana, l'endecasillabo (dal greco antico ἐνδεκασύλλαβος hendecasýllabos, letteralmente "(verso) di undici sillabe") è il verso in cui l'ultimo accento, tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba. È il metro principale e più utilizzato della poesia italiana: si trova in tutte le strofe e le strutture metriche più importanti, come la terza rima, o terzina dantesca, l'ottava, la ballata, la canzone, il sonetto. È sempre stato usato anche in sequenze di endecasillabi sciolti. Le sedi degli accenti sono varie. Tuttavia di norma gli endecasillabi presentano un accento fisso o sulla quarta o sulla sesta sede (qui evidenziate in arancione e in giallo).