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Nella scala dei tempi geologici, il Pleistocene è la prima delle due epoche in cui è suddiviso il periodo Quaternario. È compreso tra 2,58 milioni di anni fa (Ma) e 11.700 anni fa, preceduto dal Pliocene, l'ultima epoca del precedente periodo del Neogene, e seguito dall'Olocene, l'epoca in cui viviamo. Il Pleistocene inferiore e medio corrispondono al periodo del paleolitico inferiore (Homo habilis e Homo erectus), mentre il Pleistocene superiore ai periodi del paleolitico medio e superiore (Homo neanderthalensis, Homo sapiens). Viene incluso fra due epoche: il Pliocene che lo precede e l'Olocene che lo segue. Il Pleistocene è la prima epoca del periodo Quaternario o la sesta epoca dell'era Cenozoica. La fine del Pleistocene coincide con l'arretramento dell'ultimo ghiacciaio continentale, corrispondente alla fine dell'età paleolitica usata in archeologia.
I mammiferi (Mammalia Linnaeus, 1758) sono una classe di vertebrati a diffusione cosmopolita caratterizzata dall'allattamento della prole. La classe dei mammiferi conta 5.500 specie attualmente viventi, variabili in forma e dimensioni: dai pochi centimetri e due grammi di peso del mustiolo agli oltre 30 metri e 150 tonnellate della balenottera azzurra, il più grande mammifero finora apparso sulla Terra. I mammiferi colonizzano praticamente ogni ambiente, dalle calotte glaciali ai caldi deserti: alcuni gruppi (pinnipedi, sirenii, cetacei) sono riusciti a colonizzare con successo anche l'ambiente acquatico, mentre altri hanno sviluppato delle ali membranacee e sono perciò in grado di volare (chirotteri). Nonostante tali differenze di dimensioni e abitudini di vita, tutti i mammiferi sono accomunati dall'essere omeotermi ovvero endotermi, dal presentare viviparità (con l'eccezione dei monotremi, che sono ovipari) e dall'avere cure parentali che prevedono anche l'allattamento della prole: tutti fattori che sono stati determinanti per consentire a questa classe di espandere notevolmente il proprio areale nelle nicchie rimaste vuote dopo la scomparsa dei dinosauri.
Gli Ienidi (Hyaenidae, dal greco ὕαινα, hýaina) sono una famiglia di mammiferi carnivori feliformi. Con appena quattro specie attuali (a loro volta classificate in quattro generi monospecifici), sono una delle più piccole famiglie dell'ordine dei Carnivori, nonché dell'intera classe dei Mammiferi. Nonostante il loro basso grado di diversità, le iene costituiscono una componente fondamentale della maggior parte degli ecosistemi africani. Sebbene dal punto di vista filogenetico siano più strettamente imparentate con i felini e i viverridi, e appartengano pertanto al sottordine dei feliformi, da quelli comportamentale e morfologico le iene sono più simili ai canidi, con i quali condividono alcuni aspetti di convergenza evolutiva: sia le iene che i canidi non sono creature arboricole, bensì veloci predatori che catturano le loro prede utilizzando i denti piuttosto che gli artigli. Entrambi i gruppi di animali divorano rapidamente le prede uccise e possono anche conservarle e le loro zampe callose e dotati di grandi artigli smussati e non retrattili sono perfette per correre e cambiare rapidamente direzione. Tuttavia, alcune abitudini delle iene, come la pulizia del corpo, la marcatura del territorio, il comportamento defecatorio, l'accoppiamento e le cure parentali, sono quelle proprie degli altri feliformi. Le iene maculate possono uccidere fino al 95% delle prede di cui si nutrono, mentre le iene striate sono per lo più spazzine. Generalmente, nonostante la loro reputazione nella cultura popolare di creature codarde, le iene riescono ad allontanare anche predatori più grandi, come i leoni, dalle loro prede. Hanno abitudini prevalentemente notturne, ma talvolta si avventurano fuori dalle loro tane nelle prime ore del mattino. Ad eccezione della iena maculata, creatura estremamente sociale, le iene conducono generalmente un'esistenza solitaria, sebbene possano vivere in gruppi familiari o radunarsi in prossimità di una preda uccisa. Le iene comparvero per la prima volta in Eurasia durante il Miocene a partire da antenati simili ai viverridi, e si diversificarono in due gruppi distinti: uno formato da agili creature dalla struttura leggera, simili a cani, e uno costituito da robuste spaccaossa. Anche se in un primo momento, intorno a 15 milioni di anni fa, furono le agili «iene-cane» a prosperare (tanto che una specie riuscì a colonizzare il Nord America), esse si estinsero a seguito di un cambiamento climatico in concomitanza con l'arrivo in Eurasia dei canidi. Di queste «iene-cane» sopravvive oggi il solo protele insettivoro, mentre le iene «spaccaossa» (gruppo al quale appartengono le tre specie attuali, le iene maculate, brune e striate) divennero i leader indiscussi degli spazzini di Eurasia e Africa. Le iene sono protagoniste del folklore e della mitologia delle culture umane che vivono nelle zone in cui questi animali sono presenti. Vengono comunemente considerate creature spaventose e degne di disprezzo. Presso alcune culture, si ritiene che influenzino gli spiriti delle persone, disseppelliscano i cadaveri e razzino bestiame e bambini. Altre culture le associano alla stregoneria e utilizzano pertanto parti del loro corpo nella medicina tradizionale.
I canini (Caninae Fischer de Waldheim, 1817) sono una sottofamiglia di canidi che comprende tutte le specie viventi e i loro parenti fossili più stretti. Si distinguono dagli esperocionini e dai borofagini (sottofamiglie di canidi estinti) dai loro musi e arti allungati, un numero di dita ridotto e la presenza d'un legamento nucale. I canini si trovano su tutti i continenti tranne l'Antartide, avendo colonizzato il mondo naturalmente o con l'aiuto umano lungo i millenni. L'odierna volpe rossa, infatti, è il mammifero selvatico più diffuso. Certe specie, come gli sciacalli e i coyote, si sono adattati bene all'espansione umana, mentre altre, come il caberù, sono minacciate dall'estinzione. In Italia, esistono tre specie selvatiche: la volpe rossa, il lupo grigio e lo sciacallo dorato. I primi due sono presenti sulla penisola sin dal Pleistocene medio, mentre l'ultimo è un'aggiunta recente, colonizzando l'Italia nordorientale a partire dai primi anni ottanta.Variano in dimensione dal fennec insettivoro, pesante solo un chilo e mezzo, al lupo grigio, che può raggiungere 60 chili. Tutti i canini dispongono d'una corporatura più o meno uniforme, avendo musi allungati, orecchie erette, denti adattati a frantumare ossa e affettare carne, arti lunghi, e code folte. Sono generalmente animali sociali, vivendo in nuclei familiari o piccoli gruppi cooperativi. Tipicamente è solo la coppia dominante a riprodursi, e una cucciolata viene allevata all'anno in una tana sotterranea. I canini comunicano tramite gli odori e i vocalizzi. Sono notevoli per la loro intelligenza, e almeno uno, il cane, è stato fra i primi animali addomesticati dall'uomo. Tra le altre specie addomesticate attraverso la selezione artificiale vi è la volpe rossa domestica e il culpeo. Oltre l'addomesticamento di quest'ultimi, i canini selvatici sono di importanza pratica per l'uomo come animali da caccia e pelliccia, sterminatori di roditori nocivi, predatori di bestiame, e portatori di varie malattie.