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La Federazione Italiana Arcieri Tiro di Campagna (FIARC) è la federazione nazionale italiana che si occupa del tiro con l'arco di campagna. Fu fondata nel 1983, ma prese la denominazione attuale nel 1990. È una federazione di "compagnie arcieristiche", società sportive che fanno riferimento a Comitati Regionali. Aderisce all'International Field Archery Association (IFAA), l'associazione internazionale per il tiro con l'arco di campagna. Lo scopo di questa Federazione è promuovere e sviluppare il tiro con l’arco, in particolare la simulazione del tiro venatorio come attività sportiva. Si utilizzano infatti come bersagli solo sagome di animali tridimensionali (in materiale sintetico espanso) o stampate su carta, fisse o in movimento. Normalmente si sfrutta la morfologia del terreno per creare difficoltà di tiro (condizioni di luce variabile nella boscaglia, tiri in salita e in discesa) in modo che non ci sia mai un tiro uguale ad un altro, per rendere la simulazione venatoria e il tiro istintivo più stimolanti. Il tiro istintivo è inteso come una "filosofia di tiro", secondo la quale l'arciere - oltre a dover raggiungere una grande concentrazione durante l'esecuzione del tiro - riesce a proiettare all'esterno le proprie emozioni in modo che queste guidino la freccia verso il bersaglio. Attraverso questa pratica si ricerca il contatto con la natura e con le antiche tradizioni.
Decathlon è un'azienda francese che riunisce sotto il proprio marchio oltre 1500 negozi di articoli sportivi su scala mondiale. L'attività iniziò con un negozio vicino a Lilla in Francia nel 1976 e si espanse in Germania nel 1986, in Italia nel 1993 (negozio di Baranzate) e nel Regno Unito nel 1999.
La caccia alla balena è una caccia, mediante navi e barche, alle balene e in generale a tutti i cetacei di grandi dimensioni. La caccia alla balena ha origini risalenti almeno al 6000 a.C., ma si è sviluppata soprattutto dal XVI secolo nell'oceano Atlantico e dal XIX secolo nell'oceano Pacifico. I primi balenieri commerciali furono i baschi. Le navi addette alla caccia alla balena sono chiamate baleniere, e i marinai di tali navi sono balenieri. La caccia in genere procede con baleniere relativamente grandi (in tempi moderni, navi fabbrica) che lanciano scialuppe o altre navi più piccole che si avvicinano al cetaceo e lo colpiscono con un arpione (oggi si usano arpioni esplosivi). Dopo l'uccisione il cetaceo viene portato alla baleniera e lì lavorato per prelevare il grasso e gli altri prodotti. Nel XIX secolo il prodotto principale delle balene era il grasso, che veniva convertito in un olio usato per le lampade, ma l'intero animale veniva utilizzato, compresi i fanoni per corsetti, e l'olio fragrante del capodoglio per profumi. Attualmente, la caccia alla balena è praticata soprattutto per la carne, che è un prodotto tipico e spesso prediletto di molte località con lunghe tradizioni baleniere, come il Giappone, l'Islanda e la Norvegia, nonché di molte popolazioni indigene che vivono negli Stati Uniti e in Canada.
Gli Outdoorsman sono un modello di occhiali prodotti dalla Ray-Ban. La montatura, sia nelle incisioni che nella struttura generale, è identica a quella dell'Aviator, ma con la differenza delle aste che terminano a riccio. Inoltre sono provvisti di una barra parasudore posta tra le due lenti. Nati nel 1939 come "Skeet Glass" e in seguito rinominati "'Outdoorsman"', furono la terza montatura metallica prodotta dalla ditta. Erano in particolare pensati per gli appassionati di tiro al piattello, caccia, pesca e motociclismo. Negli anni '70 furono il modello più venduto, specialmente nella taglia 62[]14, sia con lenti da sole che da vista.
La parola hobby (termine polisemico inglese entrato nella lingua italiana corrente come prestito linguistico) indica un'attività praticata nel tempo libero per piacere, interesse e divertimento. Come lo stesso concetto di tempo libero, si è affermato con l'avvento della società industriale, che distingueva il tempo lavorativo da quello disponibile per altre attività.
La caccia in Italia è regolata dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157 e da altre norme in materia.
L'agguato in acque basse è una tecnica di pesca in apnea che richiede grande preparazione tecnica ed acume tattico. Nel Mediterraneo è una tecnica tipica dell'inverno, periodo nel quale numerose specie ittiche si avvicinano al bassofondo costiero per cibarsi e compiere il proprio ciclo riproduttivo. A tal proposito è importante sottolineare come il cacciatore subacqueo accorto non dovrebbe infierire sui pesci visibilmente gravidi o storditi dal periodo d'amore; dovrebbe sempre essere in grado di selezionare le proprie prede con rispetto per l'ambiente in cui opera. L'agguato in acque basse consiste fondamentalmente nell'approntare un'azione di caccia nel bassofondo costiero atta a sorprendere le prede intente nel nuoto o nell'azione alimentare. Il cacciatore subacqueo si insinuerà tra le lame di roccia coperto dal fragore e dal turbinio della forte risacca, sfruttando la morfologia del fondale, le luci e le ombre, al fine di essere mimetico ed impercettibile alla sensibile linea laterale dei pesci. Durante tale percorso subacqueo, il cacciatore avrà l'accortezza, scelto un buon riparo, di fare brevi soste per osservare l'ambiente intorno a sé e, conseguentemente, intercettare eventuali prede incuriosite dall'anomala presenza. Una volta avvistata la preda, il tiro non sarà mai facile; si pesca spesso con mare grosso e acqua torbida che complicheranno la fase di collimazione dell'arma sulla sagoma della preda. sarà pertanto necessario utilizzare armi dal tiro rapido e saettante, come gli arbalete, con dimensioni, a seconda dell'intensità del moto ondoso e della visibilità subacquea, mai superiori ai 100 cm di fusto. Il compito dell'ottimo agguatista in bassofondo non si conclude dopo il tiro andato a segno. Sarà fondamentale recuperare la preda con estrema rapidità per evitare che si liberi dalla freccia (se colpita male) o che si insinui in angusti spazi tra le onde (situazione di potenziale pericolo per il cacciatore subacqueo). Grande importanza verrà data anche alla zavorra e alla muta. La prima sarà sempre abbondante e ben distribuita tra cintura, schienalino e cavigliere, al fine di essere sempre a contatto con il fondo con il minimo sforzo ed un perfetto assetto subacqueo. La muta sarà rivestita esternamente in fodera, per essere resistente ai continui sfregamenti sul fondo, e preferibilmente mimetica (con tonalità opache e ben studiate per ogni tipologia di fondale in cui viene praticata la tecnica dell'agguato in bassofondo).
I calamari giganti, ritenuti un tempo creature mitiche, sono calamari della famiglia Architeuthidae, composta da circa otto specie del genere Architeuthis. Talvolta sono chiamati piovre, un nome che oggi è più comune per i polpi. Una ricerca condotta nel 2005 avrebbe però dimostrato che in realtà fanno tutti parte di un'unica specie. Sono abitanti delle profondità oceaniche che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli: si parla di dimensioni massime di 13 metri per le femmine e di 18 metri per i maschi, dalla pinna caudale fino all'estremità dei due lunghi tentacoli (essendo secondo solamente al calamaro colossale, rimane comunque uno tra i più grandi organismi viventi). Il mantello, esclusi i tentacoli di circa 5 metri, è lungo circa 2 metri (più lungo nelle femmine, meno nei maschi). Leggende urbane parlavano di esemplari lunghi oltre 25 metri (tentacoli compresi), ma nessun animale di queste dimensioni è stato documentato scientificamente, principalmente a causa delle profondità abissali in cui vivono. Il calamaro di Humboldt, invece, appartiene alla famiglia delle Ommastrephidae. Il 30 settembre 2004 i ricercatori del Museo Nazionale di Scienze del Giappone e dell'Associazione di Whale Watching delle Ogasawara catturarono le prime immagini di un calamaro gigante vivo nel suo ambiente naturale. Alcune delle 556 fotografie vennero pubblicate un anno dopo. Successivamente, il 4 dicembre 2006, lo stesso team filmò per la prima volta un calamaro gigante vivo.