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L'ospedale del Ceppo è un antico ospedale di Pistoia, fondato nel XIII secolo. Secondo la leggenda, il nome deriva da un ceppo miracolosamente fiorito durante l'inverno, che secondo le indicazioni date da un'apparizione della Madonna, avrebbe mostrato il luogo in cui fondare l'ospedale ai pii coniugi Antimo e Bendinella. In alternativa si è pensato ad una derivazione del nome dal "ceppo" di castagno cavo utilizzato per la raccolta delle offerte. È stato l'ospedale cittadino fino al 21 luglio 2013, quando è stato sostituito dal nuovo Ospedale San Jacopo, posto nella zona sud della città.
L'ex ospedale Bonifazio, oppure ospedale di San Giovanni Battista, si trovava fino al 1924 in via San Gallo a Firenze; nel 1930 fu sottoposto ad un ristrutturazione che ha rivoluzionato tutto il complesso e, di cui l'odierno palazzo della Questura (Firenze) occupa una parte importante. Le vie intorno all'attuale questura, Bonifacio Lupi, Zara e Duca d'Aosta prima erano parte integrante dell'edificio ospedaliero. L'edificio appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Silvana De Mari (Santa Maria Capua Vetere, 28 maggio 1953) è una scrittrice e blogger italiana.
Federico Pace (Roma, 18 giugno 1967) è uno scrittore e giornalista italiano.
Carlo Betocchi (Torino, 23 gennaio 1899 – Bordighera, 25 maggio 1986) è stato un poeta e scrittore italiano. Fra i poeti ermetici è considerato una sorta di guida morale. Tuttavia, contrariamente a loro, fondava le sue poesie non su procedimenti analogici che evocano significati, ma su un linguaggio diretto, sul realismo e sulla tensione morale. Betocchi è stato paragonato a Giovanni Pascoli, a Umberto Saba, ai crepuscolari, a Clemente Rebora; ma nel Novecento il suo percorso risulta originale, fuori dalle correnti letterarie.
Antonio Puccinelli (Castelfranco di Sotto, 19 marzo 1822 – Firenze, 22 luglio 1897) è stato un pittore italiano.
Alfredo Fabbri (Grosseto, 2 settembre 1926 – 3 febbraio 2010) è stato un pittore italiano. Vive sin dall'infanzia tra la propria città natale e la provincia di Pistoia. Dopo aver frequentato la scuola di disegno tecnico di Torino, negli anni cinquanta si divide tra l'ambiente artistico di Pistoia (dove lavora con Alfiero Cappellini) e Firenze, dove è in contatto con Ottone Rosai, Ardengo Soffici e Silvio Loffredo. Il linguaggio di Fabbri in questa fase echeggia la lezione dei maestri espressionisti, cubisti e realisti. Dagli anni sessanta comincia un'intensa attività espositiva in gallerie e rassegne internazionali (Milano, Parigi, New York, Burgdof in Svizzera), e concentra la propria ricerca su due temi peculiari: i Notturni e le Nevicate. Nello stesso periodo, e nel decennio successivo, i frequenti viaggi del pittore divengono sua fonte primaria di ispirazione: sono molte, in questi anni, le mostre tematiche dedicate alle città visitate in Europa, Africa e Sudamerica. Nel 1988 illustra la Suite parigina del poeta Piero Bigongiari. Dagli anni novanta predilige temi legati alla Maremma, le nature morte di fiori o i ritratti, che spesso coniuga in opere caratterizzate da estrema libertà compositiva. Nel 2007 è stata organizzata una sua mostra antologica dal comune di Quarrata e la Fondazione Banche di Pistoia e Vignole per la Cultura e lo Sport (10 febbraio-11 marzo 2007 - Polo Tecnologico, Piazza Agenore Fabbri a Quarrata). Di lui hanno scritto diversi giornalisti, scrittori e critici d'arte tra i quali possiamo citare Giovanni Bassi, Renato Biason, Piero Bigongiari, Gastone Breddo, Dino Carlesi, Francesco Gurrieri, Pier Francesco Listri, Mario Luzi, Giovanni Michelucci, Nicola Micieli, Tommaso Paloscia, Geno Pampaloni, Enrico Paolucci, Nicola Risaliti, Ernesto Treccani, Pierandrea Vanni.