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Presidenza di Richard Nixon

La presidenza di Richard Nixon ebbe inizio il 20 gennaio del 1969 con la cerimonia inaugurale e relativo insediamento e dovette terminare in maniera prematura il 9 agosto del 1974, quando venne costretto a dimettersi di fronte a un quasi certo procedimento d'impeachment avviato nei suoi confronti con l'intenzione di farlo rimuovere dall'incarico a seguito dello scandalo Watergate. Il vicepresidente degli Stati Uniti d'America designato da appena nove mesi Gerald Ford, dopo le dimissioni presentate da Spiro Agnew, gli succederà dando così il via alla sua breve presidenza. Esponente di rilievo del Partito Repubblicano Nixon entrerà in carica assumendo le sue piene funzioni a seguito delle elezioni presidenziali del 1968 ove sconfisse Hubert Humphrey, l'allora vicepresidente incumbent della presidenza di Lyndon B. Johnson. Quattro anni dopo, alle elezioni presidenziali del 1972 riuscì a ottenere la ricandidatura e la rielezione per un 2º mandato in una vittoria schiacciante contro lo sfidante del Partito Democratico George McGovern. Nixon, 37º presidente degli Stati Uniti d'America, prenderà il posto di Lyndon B. Johnson; questi aveva lanciato la Grande società, tutta una serie di programmi nazionali finanziati e gestiti direttamente dal Governo federale. Al contrario la nuova amministrazione sosterrà un modello di programma interno denominato "Nuovo federalismo" e fondato essenzialmente sulla devolution, con ampi strati di potere devoluti cioè all'iniziativa dei singoli Stati federati. La creazione dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente, il passaggio della Endangered Species Act of 1973 (legge sulle specie a rischio) e l'integrazione razziale del sistema d'istruzione pubblica meridionale sono solamente alcuni degli atti prodotti durante la sua presidenza, così come l'aver posto termine al progetto militare della coscrizione obbligatoria e la realizzazione finale del programma Apollo il quale riuscirà con successo a far sbarcare gli americani sulla luna con l'Apollo 11 e il seguente allunaggio. L'obiettivo primario del presidente mentre rimase in carica si concentrò nelle questioni inerenti la politica estera, note nella loro generalità con la denominazione di dottrina Nixon; essa richiese l'assistenza indiretta agli alleati nell'ambito della guerra fredda e attuò la "Vietnamizzazione" nella guerra del Vietnam quali esempi più notevoli. Nixon perseguirà la distensione con la Repubblica Popolare Cinese attraverso la sua visita in Cina del 1972, sfruttando in tal modo la divisione emersa dalla crisi sino-sovietica e alterando significativamente la natura della contrapposizione in blocchi diametralmente contrapposti tra NATO e patto di Varsavia. Il presidente firmerà anche il Trattato anti missili balistici e il SALT I, due importanti accordi sul controllo degli armamenti con l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Tuttavia i successi ottenuti sia negli affari esteri sia in politica interna nella sua qualità di presidente verranno in larga parte offuscati dagli scandali che coinvolsero la sua amministrazione e soprattutto dalla torbida vicenda dello scandalo Watergate. Le continue clamorose rivelazioni che proseguirono per oltre due anni sugli aspetti piu oscuri della vicenda e le sensazionali registrazioni audio segrete delle conversazioni riservate alla Casa Bianca, svelarono completamente il sistema di potere di Nixon, basato su attività illegali di spionaggio, ostruzionismo e sabotaggio contro i suoi presunti avversari politici. Nixon si trovò costretto a dimettersi dall'incarico dopo che il Congresso aveva avviato contro di lui un procedimento di messa in stato d'accusa in relazione alle rivelazioni scaturite dall'inchiesta relativa al "Watergate"; rimane a tutt'oggi l'unico presidente a essersi dimesso nella Storia degli Stati Uniti d'America. Per quanto riguarda l'eredità da lui lasciata lo storico Stephen Ambrose ha lasciato scritto: "Nixon voleva essere giudicato in base a ciò che ha compiuto e ciò per cui sarà ricordato maggiormente è l'incubo che l'ha messo alla prova fin all'inizio del suo secondo mandato, oltre che per le sue dimissioni". Nella classifica storica dei presidenti degli Stati Uniti d'America viene generalmente valutato in una posizione medio-bassa.

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