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Pubblicazione: Firenze : Le Lettere, 2010
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Richard Milhous Nixon (Yorba Linda, 9 gennaio 1913 – New York, 22 aprile 1994) è stato un politico statunitense, 37º Presidente degli Stati Uniti d'America dal 1969 al 1974. Fra le sue politiche vi furono il progressivo disimpegno di uomini sul campo nella guerra del Vietnam in favore di bombardamenti, diplomazia e guerra segreta, l'apertura alla Cina in chiave antisovietica e alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato, l'anticomunismo e la libertà d'impresa, un parziale sostegno ai diritti civili in particolare nella lotta contro il segregazionismo, l'inasprimento dei divieti contro le cosiddette droghe leggere, l'istituzionalizzazione delle prime politiche ambientali e la ricerca di una riforma complessiva delle cure sanitarie che mantenesse il ruolo fondamentale delle imprese private piuttosto che del settore pubblico. La sua presidenza sostenne inoltre il colpo di Stato in Cile, che estromise con la violenza il governo di Salvador Allende, morto durante l'assedio al Palacio de la Moneda, e portò Augusto Pinochet al potere. È stato finora l'unico presidente statunitense a dimettersi dalla carica. Le sue dimissioni avvennero il 9 agosto 1974, per anticipare l'imminente impeachment in seguito allo scandalo Watergate. Richard Nixon rimane uno dei presidenti più controversi della storia degli Stati Uniti d'America. Durante il suo mandato e soprattutto nei primi anni dopo le dimissioni, fu duramente criticato il suo metodo di governo, che non escludeva pressioni e interferenze anche illegali sia negli affari interni che nelle relazioni internazionali; la sua politica di guerra in Indocina fu ritenuta immorale, al di fuori dei limiti costituzionali ed eccessivamente bellicosa; fu contestata la sua tendenza a circondarsi di collaboratori fidati, ma dal discutibile comportamento. Le sue dimissioni e la parziale ammissione delle sue colpe hanno gravemente pregiudicato dal punto di vista storico la valutazione complessiva della sua presidenza. Dopo la presidenza, Nixon - che fu anche il primo presidente degli Stati Uniti d'America nato in uno degli Stati del Pacifico - scrisse nove libri e intraprese molti viaggi all'estero, contribuendo a riabilitare la sua immagine in quella di anziano statista. Subì un ictus debilitante il 18 aprile 1994 e morì quattro giorni dopo, all'età di 81 anni.
Henry Kissinger, nato Heinz Alfred Kissinger (Fürth, 27 maggio 1923), è un politico e diplomatico statunitense di origine ebraica tedesca e membro del Partito repubblicano americano. Fu consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di stato degli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e di Gerald Ford tra il 1969 e il 1977. Nel 1973 fu insignito del Premio Nobel per la pace. Dotato di notevoli qualità intellettuali, Kissinger si rese protagonista, all'inizio degli anni settanta, di una brillante e innovativa politica estera, raggiungendo alcuni importanti successi per gli Stati Uniti, che gli valsero un grande prestigio internazionale e una crescente influenza all'interno dell'amministrazione Nixon. Peraltro i suoi metodi spregiudicati di azione politica, che non escludevano pesanti interferenze, anche militari, su governi e politici stranieri, per salvaguardare a tutti i costi il potere americano e impedire la sopravvivenza di realtà politiche ritenute ostili, come nel caso del Cile e dell'Argentina, sono stati aspramente criticati.
Nel vocabolario della politica internazionale, la distensione (détente in lingua francese) è generalmente la cessazione di una situazione di tensione militare nei rapporti tra stati e l'avvio di relazioni bilaterali amichevoli.Nel contesto della Guerra Fredda, con “distensione” si intende, in senso ampio, quel periodo che va dalla seconda metà degli anni sessanta alla fine degli anni settanta, durante il quale si riconobbe che esisteva un’interdipendenza strategica tra le due superpotenze, Stati Uniti d'America e Unione Sovietica, le quali, facendo uso della diplomazia, limitarono consensualmente gli armamenti nucleari a loro disposizione. I due paesi non si impegnarono a porre fine alla rivalità bipolare ma a regolamentarla tramite un equilibrio di potenza, aprendo un dialogo sul regime della deterrenza nucleare. Negli anni dal 1969 al 1973, vi fu il culmine della politica di distensione, durante la presidenza degli Stati Uniti di Richard M. Nixon.
La presidenza di Richard Nixon ebbe inizio il 20 gennaio del 1969 con la cerimonia inaugurale e relativo insediamento e dovette terminare in maniera prematura il 9 agosto del 1974, quando venne costretto a dimettersi di fronte a un quasi certo procedimento d'impeachment avviato nei suoi confronti con l'intenzione di farlo rimuovere dall'incarico a seguito dello scandalo Watergate. Il vicepresidente degli Stati Uniti d'America designato da appena nove mesi Gerald Ford, dopo le dimissioni presentate da Spiro Agnew, gli succederà dando così il via alla sua breve presidenza. Esponente di rilievo del Partito Repubblicano Nixon entrerà in carica assumendo le sue piene funzioni a seguito delle elezioni presidenziali del 1968 ove sconfisse Hubert Humphrey, l'allora vicepresidente incumbent della presidenza di Lyndon B. Johnson. Quattro anni dopo, alle elezioni presidenziali del 1972 riuscì a ottenere la ricandidatura e la rielezione per un 2º mandato in una vittoria schiacciante contro lo sfidante del Partito Democratico George McGovern. Nixon, 37º presidente degli Stati Uniti d'America, prenderà il posto di Lyndon B. Johnson; questi aveva lanciato la Grande società, tutta una serie di programmi nazionali finanziati e gestiti direttamente dal Governo federale. Al contrario la nuova amministrazione sosterrà un modello di programma interno denominato "Nuovo federalismo" e fondato essenzialmente sulla devolution, con ampi strati di potere devoluti cioè all'iniziativa dei singoli Stati federati. La creazione dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente, il passaggio della Endangered Species Act of 1973 (legge sulle specie a rischio) e l'integrazione razziale del sistema d'istruzione pubblica meridionale sono solamente alcuni degli atti prodotti durante la sua presidenza, così come l'aver posto termine al progetto militare della coscrizione obbligatoria e la realizzazione finale del programma Apollo il quale riuscirà con successo a far sbarcare gli americani sulla luna con l'Apollo 11 e il seguente allunaggio. L'obiettivo primario del presidente mentre rimase in carica si concentrò nelle questioni inerenti la politica estera, note nella loro generalità con la denominazione di dottrina Nixon; essa richiese l'assistenza indiretta agli alleati nell'ambito della guerra fredda e attuò la "Vietnamizzazione" nella guerra del Vietnam quali esempi più notevoli. Nixon perseguirà la distensione con la Repubblica Popolare Cinese attraverso la sua visita in Cina del 1972, sfruttando in tal modo la divisione emersa dalla crisi sino-sovietica e alterando significativamente la natura della contrapposizione in blocchi diametralmente contrapposti tra NATO e patto di Varsavia. Il presidente firmerà anche il Trattato anti missili balistici e il SALT I, due importanti accordi sul controllo degli armamenti con l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Tuttavia i successi ottenuti sia negli affari esteri sia in politica interna nella sua qualità di presidente verranno in larga parte offuscati dagli scandali che coinvolsero la sua amministrazione e soprattutto dalla torbida vicenda dello scandalo Watergate. Le continue clamorose rivelazioni che proseguirono per oltre due anni sugli aspetti piu oscuri della vicenda e le sensazionali registrazioni audio segrete delle conversazioni riservate alla Casa Bianca, svelarono completamente il sistema di potere di Nixon, basato su attività illegali di spionaggio, ostruzionismo e sabotaggio contro i suoi presunti avversari politici. Nixon si trovò costretto a dimettersi dall'incarico dopo che il Congresso aveva avviato contro di lui un procedimento di messa in stato d'accusa in relazione alle rivelazioni scaturite dall'inchiesta relativa al "Watergate"; rimane a tutt'oggi l'unico presidente a essersi dimesso nella Storia degli Stati Uniti d'America. Per quanto riguarda l'eredità da lui lasciata lo storico Stephen Ambrose ha lasciato scritto: "Nixon voleva essere giudicato in base a ciò che ha compiuto e ciò per cui sarà ricordato maggiormente è l'incubo che l'ha messo alla prova fin all'inizio del suo secondo mandato, oltre che per le sue dimissioni". Nella classifica storica dei presidenti degli Stati Uniti d'America viene generalmente valutato in una posizione medio-bassa.
Le relazioni bilaterali tra Stati Uniti d'America e Israele rappresentano un fattore decisamente importante nella politica generale assunta dal governo federale statunitense in tutto il Medio Oriente e lo stesso Congresso USA ha posto una notevole importanza sul mantenimento di una relazione stretta e solidale. L'espressione principale del supporto congressuale ad Israele è stato fin dall'inizio l'aiuto esterno. A partire dal 1985 esso ha fornito difatti quasi 3 miliardi di dollari statunitensi annuali da devolvere in borse di studio, facendo così di Israele il maggior beneficiario annuale degli aiuti americani dal 1976 al 2004 e il più grande beneficiario di aiuti cumulativi (121 miliardi, non aggiustati ai livelli d'inflazione) dal 1945 in poi. Il 74% di questi fondi dev'essere speso per acquistare beni e servizi statunitensi. Più recentemente, nell'anno fiscale del 2014, gli USA hanno fornito 3,1 miliardi di aiuti militari stranieri; Israele beneficia anche di 8 miliardi di garanzie sui prestiti concessi. L'Assemblea congressuale ha monitorato la continuità degli aiuti da vicino, assieme ad altre questioni inerenti alle relazioni bilaterali, tanto che le sue preoccupazioni hanno influenzato le politiche prese dalle diverse Amministrazioni presidenziali, i Dipartimenti esecutivi e il Gabinetti federali che si sono susseguite nel tempo. Quasi tutti gli aiuti americani sono - all'avvio del XXI secolo - sotto forma di assistenza e finanziamento militare, quando invece in precedenza Israele ricevette anche una significativa assistenza in campo economico. Il forte e costante sostegno parlamentare ha portato Israele a ricevere benefici non disponibili per altri paesi. Oltre agli aiuti finanziari e militari gli Stati Uniti forniscono anche un cospicuo sostegno politico, avendo ripetutamente utilizzato il proprio diritto di veto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per 42 volte nei confronti di risoluzioni concernenti Israele; questo su un totale di 83 volte in cui il veto è stato espresso a partire dal 1946. Tra il 1991 e il 2011 sono stati usati 15 veti (su 24 totale) a protezione di Israele. L'accordo bilaterale ha subito un'evoluzione, da un'iniziale politica americana di solidarietà e sostegno alla creazione di una patria ebraica nel 1948 ad un quantomai insolito partenariato il quale collega uno Stato relativamente piccolo ma militarmente potente - dipendente in larga parte dagli USA per il mantenimento della sua forza economico-militare - con la superpotenza Americana che cerca di bilanciare altri interessi in competizione nella regione, comprese le intenzioni e i propositi della Russia. Per lo più viene sostenuto che Israele sia un alleato strategico e che le relative relazioni bilaterali rafforzino la presenza effettiva degli USA nello scacchiere Mediorientale. Israele è inoltre dal 1989 uno dei due alleati maggiori non-NATO originari di quella regione geopolitica (l'altro essendo l'Egitto). A tutto il 2015 vi sono sette principali alleati non-NATO nel Grande Medio Oriente: oltre a Israele ed Egitto anche Bahrein, Giordania, Kuwait, Marocco e Tunisia. Il membro anziano del Senato per il Partito Repubblicano Jesse Helms definiva con estrema chiarezza Israele come la "portaerei dell'America in Medio Oriente", spiegando così il perché gli USA continuavano a considerarlo un alleato strategico di questo tipo, asserendo che il punto d'appoggio militare nella regione offerto dallo Stato ebraico giustificava da solo la totalità degli aiuti concessi annualmente.
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