Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
L'età della Letteratura latina imperiale (o età argentea) è compresa fra il 14 (anno della morte di Augusto) ed il 550 (anno della stesura del Corpus Iuris Civilis di Giustiniano).
Valerio Messalla Avieno (in latino: Valerius Messalla Avienus; circa 383 – 400) è stato un funzionario romano, corrispondente di Quinto Aurelio Simmaco e personaggio dell'opera Saturnalia di Ambrogio Teodosio Macrobio e del poema De reditu suo di Claudio Rutilio Namaziano.
Aurelio Ambrogio (in latino: Aurelius Ambrosius), meglio conosciuto come sant'Ambrogio (Augusta Treverorum, incerto 339-340 – Milano, 4 aprile 397) è stato un funzionario, vescovo, teologo, scrittore e santo romano, una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. È venerato come santo da tutte le chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa d'Occidente, insieme a San Girolamo, sant'Agostino e san Gregorio I papa. Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri, per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino è patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie.
Gaio Plinio Cecilio Secondo, nato Gaio Cecilio (in latino: Gaius Plinius Caecilius Secundus; Novum Comum, 61 o 62 – Bitinia o forse Roma, 114 circa), è stato un avvocato, scrittore e magistrato romano, conosciuto come Plinio il Giovane per distinguerlo dallo zio materno Plinio il Vecchio: lo zio lo adottò dopo la morte del padre, gli diede il proprio nome e si occupò della sua educazione. Autore di varie opere, della sua produzione ci sono pervenuti il Panegirico di Traiano (Traianii laudatio) e un epistolario in X libri (Epistularum libri X). La prima opera è un discorso di ringraziamento (gratiarum actio) in XCV paragrafi, scritto dopo la sua elezione a console, con cui celebra l'optimus princeps Traiano tracciandone un ritratto di uomo ideale e di sovrano perfetto. La seconda opera, invece, è una raccolta di 371 lettere in X libri, di cui IX sono costituiti da 247 lettere inviate a vari amici, mentre il X contiene la corrispondenza imperiale con Traiano (72 lettere + 50 lettere di risposta), prevalentemente quella tenuta durante il governo di Bitinia e Ponto; l'opera ha un grande valore in quanto è uno dei pochi documenti sopravvissuti che riguardano la relazione tra l'ufficio imperiale e i governatori provinciali. In particolare, la lettera 96 è l'unico documento ufficiale pervenutoci del comportamento delle autorità romane nei confronti dei cristiani. Plinio fu anche amico dello storico Publio Cornelio Tacito e del biografo Gaio Svetonio Tranquillo, in particolare a quest'ultimo diede la sua protezione per entrare nella corte di Traiano.
L'oratoria fu una distinta forma della letteratura latina. Rappresentava l'arte del parlare in pubblico con un discorso eloquente ed era strettamente collegata alla retorica, ovvero l'arte del dire, parlare in pubblico e di saper comporre versi per un testo. Nella Roma antica, dove era conosciuta con il nome di Ars dicendi, l'oratoria veniva studiata come una componente della retorica (ossia la composizione e l'esposizione di discorsi), ed era un'abilità importante nella vita pubblica e privata. Quintiliano discusse di oratoria, con regole e modelli definitivi da attuare.
Macrobio Plotino Eudossio (latino: Macrobius Plotinus Eudoxius; ... – ...) è stato un politico e senatore romano della tarda antichità. È citato in un antico manoscritto dei Commentarii in Somnium Scipionis di Macrobio Ambrogio Teodosio, edito a Ravenna da Quinto Aurelio Memmio Simmaco (console romano del 485) «insieme al vir clarissimus Macrobius Plotinus Eudoxius». La citazione di Simmaco identifica Eudossio come un senatore romano di alto rango, molto probabilmente imparentato con l'autore: secondo il consenso degli studiosi, Eudossio sarebbe il figlio di Macrobio Plotino Eustazio, che ricoprì il ruolo di praefectus urbi di Roma tra il 461 e il 465, a sua volta figlio di Macrobio Ambrogio Teodosio. Eudossio avrebbe dunque collaborato con Simmaco all'edizione dell'opera del nonno, avvenuta in un periodo in cui l'aristocrazia romana tornava a interessarsi alle opere del Paganesimo.
I Carmina sono una raccolta di scritti di Gaio Sollio Sidonio Apollinare e pubblicati intorno al 470.