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La risata, o riso, è una reazione nervosa che si manifesta nel comportamento umano in diverse circostanze. In genere si tratta di una risposta emotiva di fronte ad un'esperienza comica o a sensazioni intense di allegria, piacere, benessere, ottimismo. Tuttavia, la risata può avere anche un ruolo di sfogo di emozioni di natura opposta, come la tristezza e la rabbia; in tal caso, nel linguaggio comune, si parla di risata nervosa o isterica. Possono stimolare la risata anche cause fisiche, a prescindere da qualunque contesto emotivo: per esempio il solletico o l'inalazione di ossido di diazoto (chiamato per l'appunto "gas esilarante"). Il fenomeno della risata si presenta come una modificazione del ritmo respiratorio, con sospensione dell'aspirazione, scosse che si ripercuotono nella laringe, contrazioni concatenate di molti muscoli (in particolare facciali e addominali), scopertura dei denti e, talvolta, lacrimazione. Il riso è una manifestazione tipicamente umana che fin dall'antichità ha sollevato interrogativi concettuali di natura filosofica, psicologica, fisiologica e comportamentale. Ciononostante, recenti studi dimostrano che alcuni primati e alcuni roditori reagiscono a stimoli tattili (solletico) con una specie di risata.
Il termine mente è comunemente utilizzato per descrivere l'insieme delle funzioni superiori del cervello e, in particolare, quelle di cui si può avere soggettivamente coscienza in diverso grado, quali la sensazione, il pensiero, l'intuizione, la ragione, la memoria, la volontà. Sebbene molte specie animali condividano con l'uomo alcune di queste facoltà, il termine è di solito impiegato a proposito degli esseri umani. Molte di queste facoltà, rintracciabili a livello neurofisiologico nell'attività della corteccia cerebrale, danno forma nel complesso all'intelligenza. Il termine psiche fa riferimento invece alla mente nel suo complesso cioè comprendendo la dimensione irrazionale cioè istinti e dimensione del profondo (inconscio). All'utilizzo in senso tecnico neurofisiologico si è anche affiancato un utilizzo di tipo metafisico. In tale prospettiva la mente diventa qualche cosa di divino, e tale presunta entità soprannaturale, come ad esempio nell'espressione "la mente di Dio", assume qualità pensanti che alludono a un mente superiore com'era il Dio di Spinoza.
La filosofia della mente è lo studio filosofico della mente, degli atti, della coscienza e delle funzioni mentali e delle loro relazioni con il cervello, il corpo e il mondo esterno. La filosofia della mente si addentra nelle questioni di fondo e nei problemi metodologici che stanno dietro la ricerca scientifica sulla mente, usando sia il metodo speculativo (attraverso esperimenti mentali), sia tenendo conto dei risultati ottenuti nella ricerca empirica e strumentale, che oggi può avvalersi della PET, la tomografia ad emissione di positroni, e della fMRI, la risonanza magnetica funzionale per immagini.
L'allucinazione è una falsa percezione in assenza di uno stimolo esterno reale. È spesso definita in psicopatologia "percezione senza oggetto". Il termine deriva dal latino hallucinere o allucinere, che significa "perdere la coscienza" e ha nella sua radice la particella "lux" (luce-illuminazione-percezione). Alternativamente si può far risalire al greco ἁλύσκειν (haluskein), che significa "scappare", "evitare", riferendosi all'interpretazione diffusa dell'allucinazione come fuga dalla realtà. In psicopatologia le allucinazioni vengono classificate fra i disturbi della percezione e sono distinte dalle allucinosi e dalle illusioni. Non necessariamente le allucinazioni sono sintomi di una psicopatologia come evidenziato già dal 1967 dal neurofisiologo polacco Jerzy Konorski il quale indagò le basi fisiologiche delle allucinazioni chiedendosi: «Perché le allucinazioni non hanno luogo in continuazione? Che cosa lo impedisce?». In psicanalisi Sigmund Freud, rifacendosi a Schleiermacher, scrive che ciò «caratterizza lo stato di veglia è il fatto che l'attività del pensiero si esplica in "concetti" e non in "immagini"» concludendo quindi che «i sogni "allucinano", che sostituiscono le allucinazioni ai pensieri» Le allucinazioni si possono verificare in ognuna delle modalità sensitive, in particolare riconosciamo allucinazioni visive, uditive, gustative, olfattive e tattili e fenomeni allucinatori cenestesici, enterocettivi e protopatici.