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La Storia della Cecoslovacchia può essere fatta iniziare con il crollo della Monarchia asburgica alla fine della Prima guerra mondiale, quando fu creata la nazione indipendente della Cecoslovacchia (in ceco: Československo; in slovacco: Česko-Slovensko), su pressioni, tra gli altri, del Presidente USA Woodrow Wilson. I cechi erano a un livello di sviluppo molto più avanzato (Boemia e Moravia erano le province più avanzate dell'Impero austro-ungarico e in esse vi si concentrava la gran parte delle industrie), mentre gli slovacchi erano per lo più agricoltori di un'area che gli ungheresi consideravano "Ungheria Settentrionale". Inoltre, mentre il cattolicesimo era un forte fattore identificativo per la popolazione slovacca, i Cechi erano piuttosto tiepidi in fatto di religiosità. La differenza tra le due culture non fu mai colmata completamente, e la discrepanza fece sentire i suoi effetti durante i 75 anni di unione, fino a provocare la reciproca secessione.
La Primavera di Praga (in ceco Pražské jaro, in slovacco Pražská jar) è stato un periodo storico di liberalizzazione politica avvenuto in Cecoslovacchia durante il periodo in cui questa era sottoposta al controllo dell'Unione Sovietica, dopo gli eventi successivi alla seconda guerra mondiale e nell'ambito della guerra fredda. Essa iniziò il 5 gennaio 1968, quando lo slovacco Alexander Dubček divenne segretario del Partito Comunista di Cecoslovacchia, terminando il 20 agosto dello stesso anno, quando un corpo di spedizione militare dell'Unione Sovietica e degli alleati del Patto di Varsavia invase il paese. Le riforme della Primavera di Praga furono un tentativo da parte di Dubček di concedere nuovi diritti ai cittadini grazie ad un decentramento parziale dell'economia e alla democratizzazione. Le libertà concesse inclusero un allentamento delle restrizioni alla libertà di stampa e di movimento. Dopo una discussione nazionale sulla possibilità di dividere il paese in una federazione di tre repubbliche, Boemia, Moravia-Slesia e Slovacchia, Dubček sostenne la decisione per la divisione della Cecoslovacchia in due nazioni distinte: la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca. Questo è stato uno dei pochi cambiamenti - che sarebbe comunque divenuto operativo solo dopo la fine del blocco sovietico - che è sopravvissuto alla fine della Primavera di Praga. Le riforme, in particolare quelle per il decentramento delle autorità amministrative e le libertà di espressione, non furono assecondate dai sovietici che, dopo il fallimento dei negoziati, inviarono migliaia di soldati e carri armati del Patto di Varsavia ad occupare il paese. Si verificò una ondata di emigrazione verso i paesi dell'Europa occidentale, mentre le proteste non violente furono all'ordine del giorno, tra cui le proteste-suicidio dello studente Jan Palach e di altre persone che lo emularono. La Cecoslovacchia rimase occupata fino al momento della caduta del muro di Berlino che segnò la fine del blocco sovietico. Dopo l'invasione, la Cecoslovacchia entrò in un cosiddetto periodo di normalizzazione: i leader successivi ripristinarono le condizioni politiche ed economiche antecedenti a Dubček, grazie al controllo del Partito Comunista di Cecoslovacchia (KSČ). Gustáv Husák sostituì Dubček e divenne anche presidente, annullandone quasi tutte le riforme. La primavera di Praga ha ispirato la musica e la letteratura, come le opere di Václav Havel, Karel Husa, Karel Kryl e il romanzo di Milan Kundera: L'insostenibile leggerezza dell'essere. In Italia l'evento fu messo in musica dal cantautore Francesco Guccini (1970). La canzone, dal titolo Primavera di Praga, fu cantata e incisa anche dal complesso musicale Nomadi.
A seguito dell'Anschluss (annessione) dell'Austria da parte della Germania nazista nel marzo 1938, il successivo obiettivo di Adolf Hitler fu l'annessione della Cecoslovacchia. Il pretesto furono le supposte privazioni sofferte dalla popolazione tedesca residente nelle regioni di confine nel nord e nell'ovest della Cecoslovacchia, conosciute collettivamente come "tedeschi dei Sudeti". La loro incorporazione all'interno della Germania avrebbe lasciato il resto della Cecoslovacchia senza facoltà di resistere alla successiva occupazione.
Il colpo di Stato in Cecoslovacchia del 1948 fu un'azione messa in atto dai comunisti cecoslovacchi per mettere fine alla terza Repubblica Cecoslovacca del cui governo erano già membri non maggioritari, instaurando in Cecoslovacchia un regime comunista.
La Cecoslovacchia (/ʧɛkozloˈvakkja/ o /ʧɛkozlovakˈkia/; in ceco e in slovacco: Československo, Česko-Slovensko) fu uno Stato europeo indipendente esistito dal 1918 al 1992. A seguito di una decisione parlamentare del 1992 fu decisa la scissione del paese in due entità statali separate che, dal 1º gennaio 1993, presero il nome di Repubblica Ceca (o Cechia) e Slovacchia. Dal 1939 al 1945, a causa dell'annessione forzata alla Germania nazista e conseguente divisione, de facto lo Stato non esistette se non come governo in esilio della Cecoslovacchia.
La bandiera della Repubblica Ceca è la stessa che appartenne alla Cecoslovacchia. Con la dissoluzione della Cecoslovacchia, la Repubblica Ceca mantenne la bandiera, mentre la Slovacchia ne adottò una nuova. La bandiera contiene i colori rosso e bianco, che derivano dall'antico stemma ceco (leone d'argento in campo rosso); venne aggiunto un triangolo blu sul lato del pennone. La versione senza il triangolo blu è identica alla bandiera della Boemia ed era stata provvisoriamente adottata dalla Cecoslovacchia dopo l'indipendenza acquisita al termine della prima guerra mondiale in seguito al disfacimento dell'Impero austro-ungarico. Il bianco e il rosso erano i colori della Boemia e della Moravia mentre l'azzurro apparteneva per tradizione alla Slovacchia ed inoltre i tre colori erano quelli tradizionali panslavi. La paternità della bandiera viene talvolta disputata, ma la maggior parte dei vessillologi concordano su Jaroslav Kursa (1875–1950), un archivista del Dipartimento degli Affari Interni, come autore originario dell'aspetto attuale della bandiera. La bandiera venne approvata ufficialmente dall'Assemblea Nazionale della Cecoslovacchia il 30 marzo 1920. Da allora, la bandiera è stata usata ininterrottamente, ad eccezione degli anni di occupazione durante la seconda guerra mondiale. Durante l'occupazione tedesca della Cecoslovacchia, periodo in cui la Cecoslovacchia venne smembrata, con la costituzione dello stato slovacco e del Protettorato di Boemia e Moravia i due stati adottarono la bandiera con gli stessi tre colori, ma a bande orizzontali e con il rosso e il blu invertiti e la bandiera della Slovacchia sostanzialmente identica all'attuale bandiera della Russia.