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Il Tempo pasquale, tradizionalmente detto Cinquantina pasquale, è quel periodo dell'anno liturgico della Chiesa cattolica nel quale, "a partire del Triduo Pasquale, come sua fonte di luce", viene celebrata la Pasqua del Signore come in "un solo giorno di festa". La sua conclusione è la solennità di Pentecoste.
Haec dies è un responsorio graduale che appartiene alla liturgia dell'Ottava di Pasqua. Dalla Missa in Die del giorno di Pasqua fino alla Feria sexta infra octava Paschae, il canto interlezionario che "risponde" alla lectio è, nel Graduale Romanum, il Salmo 118 (117). In ogni giorno di questo "unico giorno solenne", infatti, si canta il Responsorium "Haec dies quam fecit " con un Versus diverso per ogni feria. L'attuale distribuzione dei versi di questo graduale con l'invarianza del suo responsum testimonia un processo di evoluzione liturgica dell'uso di questo genere musicale. Originariamente, infatti, si tratta di una forma pienamente responsoriale in cui l'assemblea avrebbe risposto ai versi del solista con il responsum. Mentre l'inizio della liturgia della Messa del giorno di Pasqua è caratterizzato per un tono sobrio e ancora avvolto dal mistero e dalla incomprensione del mattino di Pasqua, sottolineati dal IV modo gregoriano, la gioia vera e propria, musicalmente parlando, esplode nel Responsorio: è il vero jubilus pasquale, esultiamo e ci rallegriamo in questo giorno nuovo poiché Dio è buono, ha svegliato il Figlio dal sonno della morte. Proprio poiché è stupenda per noi questa mirabile sapienza del Padre, questo canto di letizia accompagna tutta l'ottava “quia illi septem dies sunt quasi una dies dominica”, come commentò Guglielmo di Auxerre. Come Prepositino da Cremona sottolinea, in questo graduale la Chiesa invita all'esaltazione e alla lode "pro immolatione autem et resurrectione nostri Agni" e si canta per tutta tutta la settimana poiché "quasi unus dies reputato".
Il graduale, anticamente chiamato Responsorium Graduale, è un canto interlezionale melismatico che appartiene al proprio della messa non solo del Rito romano della Chiesa cattolica. Il suo nome deriva dal latino gradus, gradino, perché in origine i cantori cantavano il graduale restando sui gradini dell'ambone. Il termine può riferirsi anche al libro che raccoglie canti utilizzati nella celebrazione eucaristica. Attualmente viene utilizzato per raccogliere i canti del repertorio gregoriano, sia del proprio che dell'ordinario, come il Graduale Triplex.
L'Exsultet (nei Messali prima del 1920 veniva scritto Exultet) è un canto liturgico proprio della Chiesa cattolica che viene cantato la notte di Pasqua nella solenne Veglia pasquale, da un diacono o un cantore. Con esso si proclama la vittoria della luce sulle tenebre, simbolizzata dal cero pasquale che viene acceso, e annuncia la risurrezione di Cristo e il declamante invita tutta l'assemblea a gioire per il compiersi della profezia del mistero pasquale, ripercorrendo nel canto i prodigi della storia della salvezza. Dal punto di vista stilistico si tratta di un preconio, ovvero, secondo l'etimologia latina di praeconium (da praeco -onis, «banditore»), di un testo poetico di annuncio solenne o di encomio e lode solenne. Per questo motivo viene chiamato anche preconio pasquale (praeconium paschale) o laus cerei. Si conoscono numerose versioni, sia testuali sia musicali. Se ne hanno testimonianze sin dalla fine del IV secolo, benché il testo si sia consolidato e uniformato nell'attuale versione solo nella seconda metà del XII sec. da papa Innocenzo III. Il manoscritto è composto di due parti, una scritta, letta dal celebrante o dal chierico, e una illustrata con figure simboliche, disposte al contrario per poter essere seguite dai fedeli durante la lettura. Il testo è suddiviso in due parti: un prologo, comune a tutte le versioni un prefazio che varia secondo la tradizione romana, ambrosiana o beneventana