Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La Festa di Santa Lucia è una festività Cattolica che si celebra il 13 dicembre, nell'Avvento, in ricordo di Santa Lucia, martire del III secolo sotto Persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano. Ella, secondo la leggenda, portava "cibo e aiuti ai cristiani che si nascondevano nelle catacombe di Siracusa" usando una corona di candele per "illuminare la sua strada e lasciare le sue mani libere per portare più cibo possibile". La sua festa coincideva con il solstizio d'inverno, il giorno più corto dell'anno prima delle riforme del calendario. Cadendo nella stagione dell'Avvento, il giorno di Santa Lucia è visto come un evento che segnala l'arrivo del Tempo di Natale, che culmina con l'arrivo della Luce di Cristo nel calendario, il giorno di Natale.La Festa di Santa Lucia viene celebrata in Italia, in particolare a Siracusa, e in Scandinavia, dove sono lunghi e oscuri gli inverni ed è un giorno di festa importante. In Scandinavia è rappresentata come una donna in abito bianco (colore della purezza del battesimo) e fascia rossa (colore del sangue del suo martirio) e con una corona di candele sulla sua testa. In Norvegia, Svezia e nelle regioni di lingua svedese della Finlandia, si cantano canzoni e le ragazze, vestite da Santa Lucia, portano in processione biscotti e panini allo zafferano, come metafora del "portare la luce del Cristianesimo attraverso le tenebre del mondo". Sia i Protestanti che i Cattolici partecipano a queste processioni, e i ragazzi impersonano di solito altre figure legate al Natale, come Santo Stefano. Si dice che celebrare compuntamente la giornata di Santa Lucia aiuterà a vivere le lunghe giornate invernali con sufficiente luce. La devozione verso la Santa è diffusa in alcune province del nord Italia, tra cui Piacenza, Reggio Emilia, Cremona, Brescia, Bergamo, nelle regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, ed in Sicilia. Inoltre, nelle coste della Dalmazia e in Ungheria, una tradizione popolare nel giorno di Santa Lucia prevede di piantare chicchi di grano: questi, che il giorno di Natale saranno già alti, rappresentano la Natività.
Papa Giovanni Paolo I (in latino: Ioannes Paulus PP. I, nato Albino Luciani; Canale d'Agordo, 17 ottobre 1912 – Città del Vaticano, 28 settembre 1978) è stato il 263º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, finora l'ultimo di nazionalità italiana, 5º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, accanto agli altri titoli connessi al suo ufficio. Fu eletto il 26 agosto 1978 e il suo pontificato fu tra i più brevi nella storia della Chiesa cattolica: la sua morte avvenne dopo soli 33 giorni dalla sua elezione al soglio di Pietro. Nel 2017 è stato dichiarato venerabile da papa Francesco.Fu il primo papa nato nel XX secolo, e l'ultimo a morire in quel secolo. Viene ricordato con gli affettuosi appellativi di Papa del sorriso e Sorriso di Dio. Il TIME e altri settimanali anglosassoni lo chiamarono The September Pope, "Il papa di settembre". A lui è stato dedicato un museo, situato in un edificio seicentesco accanto alla Pieve di Canale d'Agordo, suo paese natale.
«Adunche al tempo di Gostantino imperatore et di Silvestro papa sormontò su la fede christiana. Ebbe la ydolatria grandissima persecuzione in modo tale, tutte le statue et le picture furon disfatte et lacerate di tanta nobiltà et anticha et perfetta dignità [...] Et per leuare uia ogni anticho costume di ydolatria costruirono i templi tutti essere bianchi. [...] Finita che fu l’arte stettero e templi bianchi circa d’anni DC.» (Lorenzo Ghiberti, Commentarî, II, 1) L'iconoclastia o iconoclasmo (dal greco εἰκών - eikòn, "immagine" e κλάω - kláō, "rompo") è stato un movimento di carattere religioso sviluppatosi nell'impero bizantino intorno alla prima metà del secolo VIII. La base dottrinale di questo movimento fu l'affermazione che la venerazione delle icone spesso sfociasse in una forma di idolatria, detta "iconodulia". Questa convinzione provocò non solo un duro confronto dottrinario, ma anche la distruzione materiale di un gran numero di rappresentazioni religiose, compresi i capolavori artistici. Sul piano politico l'iconoclastia ebbe per obiettivo di togliere ogni pretesto dottrinale ai predoni islamici – che accusavano i cristiani di idolatria – e di riportare sotto il controllo imperiale i vasti territori posseduti dai monasteri, non soggetti alle leggi imperiali (e in particolare esenti dalle tasse e dalla leva militare degli imperatori). Il termine "iconoclastia" venne poi usato più in generale per indicare altre forme di lotta contro il culto di immagini in altre epoche e religioni o correnti religiose. Iconoclasta fu l'islam nella proibizione dell'uso dell'immagine di Maometto, così come iconoclasti furono il calvinismo e il movimento puritano sviluppatisi con la Riforma protestante in epoca più moderna, e che portarono alla distruzione di molte statue ed effigi nelle chiese e cattedrali nord-europee riformate (v. Iconoclastia protestante). In senso figurato, l'iconoclastia indica un'opposizione spregiudicata e violenta verso le convenzioni, le ideologie e i principi comunemente accettati dalla società.
Giovanni Boccaccio (Certaldo o forse Firenze, giugno o luglio 1313 – Certaldo, 21 dicembre 1375) è stato uno scrittore e poeta italiano. Conosciuto anche per antonomasia come il Certaldese, fu una delle figure più importanti nel panorama letterario europeo del XIV secolo. Alcuni studiosi (tra i quali Vittore Branca) lo definiscono come il maggior prosatore europeo del suo tempo, uno scrittore versatile che amalgamò tendenze e generi letterari diversi facendoli confluire in opere originali, grazie a un'attività creativa esercitata all'insegna dello sperimentalismo. La sua opera più celebre è il Decameron, raccolta di novelle che nei secoli successivi fu elemento determinante per la tradizione letteraria italiana, soprattutto dopo che nel XVI secolo Pietro Bembo elevò lo stile boccacciano a modello della prosa italiana. L'influenza delle opere di Boccaccio non si limitò al panorama culturale italiano ma si estese al resto dell'Europa, esercitando influsso su autori come Geoffrey Chaucer, figura chiave della letteratura inglese, o più tardi su Miguel de Cervantes, Lope de Vega e il teatro classico spagnolo. Boccaccio, insieme a Dante Alighieri e Francesco Petrarca, fa parte delle cosiddette «Tre corone» della letteratura italiana. È inoltre ricordato per essere uno dei precursori dell'umanesimo, del quale contribuì a gettare le basi presso la città di Firenze, in concomitanza con l'attività del suo contemporaneo amico e maestro Petrarca. Fu anche colui che diede inizio alla critica e filologia dantesca: Boccaccio si dedicò a ricopiare codici della Divina Commedia e fu anche un promotore dell'opera e della figura di Dante. Nel Novecento Boccaccio fu oggetto di studi critico-filologici da parte di Vittore Branca e Giuseppe Billanovich, e il suo Decameron fu anche trasposto sul grande schermo dal regista e scrittore Pier Paolo Pasolini.
Gaio Galerio Valerio Massimiano (in latino: Gaius Galerius Valerius Maximianus; Serdica, 250 circa – Serdica, 5 maggio 311) è stato un imperatore romano durante la tetrarchia dal 293 fino alla sua morte nel 311. Proveniente da una famiglia provinciale di modesta estrazione socio-economica, Galerio salì rapidamente la gerarchia nell'esercito romano, fino ad essere notato dall'imperatore Diocleziano, di cui sposò la figlia Valeria e di cui divenne cesare il 1º marzo 293, ricevendo il controllo delle province orientali dell'Impero romano. Cesare era, nella riforma tetrarchica dioclezianea, un titolo imperiale subordinato a quello di Augusto, detenuto in oriente dallo stesso Diocleziano. In questa veste condusse delle campagne lungo il limes danubiano - contro Sarmati, Carpi e Bastarni (294-296) - per poi conseguire una grande e prestigiosa vittoria contro i Sasanidi sul limes orientale, a seguito della quale i Romani ottennero condizioni di pace favorevolissime (298). Pagano ed molto critico della religione cristiana, approvò, se non addirittura ispirò, la persecuzione dei cristiani decretata nel 303 dal suo superiore Diocleziano. Il 1º maggio 305 Diocleziano ed il suo collega Massimiano abdicarono in favore dei rispettivi cesari. Galerio divenne dunque l'augusto d'Oriente, con Costanzo Cloro come collega d'Occidente; la sua influenza fu ancora più vasta in considerazione del fatto che il cesare d'Oriente fu suo nipote Massimino Daia, mentre in Occidente fu nominato Flavio Severo, che aveva combattuto sotto di lui. La situazione, però, peggiorò rapidamente, quando l'anno successivo Costanzo morì: suo figlio Costantino si fece proclamare imperatore dalle truppe britanniche, mentre a Roma assunse il potere Massenzio, figlio dell'ex-collega di Diocleziano, Massimiano. Galerio inviò immediatamente Severo contro Massenzio, con l'aiuto di Massimiano, ma la morte di Severo e la fallimentare campagna di Galerio in Italia contro gli usurpatori cambiarono drasticamente gli equilibri di potere. Nel 308, alla conferenza di Carnunto, elevò Licinio direttamente al rango di augusto, riconoscendo Costantino come cesare; a seguito delle proteste contro l'elezione di Licinio, i due cesari, Costantino e Massimino Daia, si autoproclamarono a loro volta augusti nel 310. Nel frattempo Galerio cadde vittima di una lunga e dolorosa malattia; il suo ultimo atto politico fu l'editto di tolleranza del 30 aprile 311, col quale mise fine alla persecuzione di Diocleziano. Strenuo difensore della tetrarchia, la sua morte nel maggio del 311 ne segnò inesorabilmente la fine.
Firenze (AFI: /fi r n e/; ; in epoca medievale e nel linguaggio poetico anche Fiorenza, /fjo r n a/; Florentia in latino) un comune italiano di 379 194 abitanti, capoluogo della Toscana e centro della citt metropolitana con una popolazione di 1 011 349 abitanti, ottavo comune italiano per popolazione e il primo della Toscana, cuore dell'area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia, una conurbazione che conta oltre 1 520 000 abitanti. Nel Medioevo stata un importante centro artistico, culturale, commerciale, politico, economico e finanziario; nell'et moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana dal 1569 al 1859 che, con il governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena, divenne uno degli stati pi ricchi e moderni. Le varie vicissitudini politiche, la potenza finanziaria e mercantile e le influenze in ogni campo della cultura hanno fatto della citt un crocevia fondamentale della storia italiana ed europea. Nel 1865 Firenze fu proclamata capitale del Regno d'Italia (seconda, dopo Torino), mantenendo questo status fino al 1871, anno che segna la fine del Risorgimento. Importante centro universitario e patrimonio dell'umanit UNESCO dal 1982, considerata luogo d'origine del Rinascimento la consapevolezza di una nuova era moderna dopo il Medioevo, periodo di cambiamento e "rinascita" culturale e scientifica e della lingua italiana grazie al volgare fiorentino usato nella letteratura. universalmente riconosciuta come una delle culle dell'arte e dell'architettura, nonch rinomata tra le pi belle citt del mondo, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei tra cui il Duomo, Santa Croce, Santa Maria Novella, gli Uffizi, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti. Di inestimabile valore i lasciti artistici, letterari e scientifici di geni del passato come Petrarca, Boccaccio, Brunelleschi, Michelangelo, Giotto, Cimabue, Botticelli, Leonardo da Vinci, Lorenzo de Medici, Machiavelli, Galileo Galilei e Dante Alighieri, che fanno del centro storico di Firenze uno dei luoghi con la pi alta concentrazione di opere d'arte al mondo. La ricchezza del patrimonio storico-artistico, scientifico, naturalistico e paesaggistico rendono il centro e le colline circostanti un vero e proprio "museo diffuso".
Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, nato Diocle (latino: Gaius Aurelius Valerius Diocletianus; greco: Διοκλῆς, Diocles; Salona, 22 dicembre 244 – Spalato, 313), è stato un imperatore romano che governò dal 20 novembre 284 al 1º maggio 305 col nome imperiale di Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto Iovio (nelle epigrafi GAIVS AVRELIVS VALERIVS DIOCLETIANVS AVGVSTVS). Nato in una famiglia di umili origini della provincia romana della Dalmazia, Diocle (questo il suo nome originario) scalò i ranghi dell'esercito romano fino a divenire comandante di cavalleria sotto l'imperatore Marco Aurelio Caro (282–283). Dopo la morte di Caro e di suo figlio Numeriano nella campagna contro i Sasanidi fu acclamato imperatore dalle legioni (in questa occasione mutò il proprio nome in Diocleziano) in opposizione al figlio maggiore di Caro, Marco Aurelio Carino, che era stato nominato imperatore dal padre prima della campagna e che si trovava in Occidente: i due si scontrarono nella battaglia del fiume Margus, in cui Carino perse il potere e la vita (285). Con l'avvento di Diocleziano ebbe fine il periodo noto come crisi del terzo secolo, caratterizzato dal punto di vista politico da una fase di torbidi interni (anarchia militare), protrattasi per quasi un cinquantennio e che vide succedersi un elevato numero di imperatori la cui ascesa e permanenza al potere dipese esclusivamente dalla volontà dell'esercito. Per porre fine a questa instabilità, divenuta ormai pericolosa per la sopravvivenza dell'impero, mise in atto una serie di profonde riforme politiche e amministrative, tra cui risalta sotto quest'ultimo aspetto la condivisione dell'impero tra più colleghi. L'impero infatti divenne una tetrarchia. A tal fine nel 285 scelse come collega in qualità di co-imperatore il commilitone Massimiano, conferendogli per l'appunto il titolo di Augusto e assegnandogli la metà occidentale dell'Impero (riservando per sé quella orientale). Il 1º marzo 293 completò l'architettura istituzionale associando ai due Augusti due Cesari (una sorta di vice-imperatori) nelle persone di Galerio e Costanzo, dando così vita alla cosiddetta «tetrarchia», il «governo dei quattro»: ciascun Augusto avrebbe governato su metà dell'impero coadiuvato dal proprio Cesare, al quale avrebbe delegato il governo di metà del proprio territorio e che gli sarebbe succeduto (come nuovo Augusto) dopo venti anni di governo, nominando a sua volta un nuovo Cesare.Separò l'amministrazione civile da quella militare rafforzandole entrambe e riorganizzò la suddivisione amministrativa dello Stato, aumentando il numero delle province a seguito del frazionamento di quelle esistenti, rivelatesi troppo estese e giudicate quindi di difficile gestione. Eresse a nuovi centri amministrativi le città di Nicomedia, Mediolanum, Sirmio e Treviri, ritenendoli a causa della loro vicinanza alle turbolente frontiere dell'impero, luoghi più idonei da cui coordinarne le difese rispetto all'antica capitale Roma. Completò l'evoluzione in senso autocratico della figura istituzionale dell'imperatore (un processo di trasformazione iniziato più marcatamente sotto i Severi e perdurato per tutto il III secolo), che sotto l'aspetto sostanziale comportò il passaggio dalla fase di governo detta del «principato» a quella del «dominato», tra l'altro manifestandosi esteriormente con l'elevazione dell'imperatore al di sopra delle masse attraverso l'introduzione di un cerimoniale di corte molto elaborato. Il ricorso a una politica architettonica caratterizzata dalla realizzazione di imponenti opere edili (tipica del periodo tetrarchico) fece da cornice a questa evoluzione autocratica. Per rendere le frontiere più sicure Diocleziano intraprese una serie di campagne militari vittoriose nei confronti dei Sarmati e dei Carpi tra il 285 e il 299 e contro gli Alemanni nel 288. All'interno sedò a più riprese una ribellione in Egitto nel 297 e nel 298. Sostenne inoltre il proprio Cesare Galerio nelle campagne da questi condotte contro i Sasanidi (che culminarono nel 298 col sacco della capitale nemica, Ctesifonte), negoziando poi direttamente con i Persiani una pace vantaggiosa e duratura. La crescita dell'apparato amministrativo conseguente alla riorganizzazione delle province, l'aumento degli effettivi dell'esercito dovuto al costante stato di guerra e alla necessità di mantenere sicuri i confini e infine l'ambizioso programma edilizio richiesero una radicale riforma del sistema di tassazione volta a garantire la copertura delle ingenti spese che la costosa politica dioclezianea comportava. Pertanto a partire dal 297 (come attestato da un'iscrizione rinvenuta in Egitto) l'imposizione fiscale venne fondamentalmente incentrata sul pagamento per individuo e per lotto di terra. Tuttavia non tutte le riforme di Diocleziano ebbero gli effetti sperati e alcune di esse fallirono mentre l'imperatore era ancora al potere come l'Editto sui prezzi massimi (301), il cui scopo era di controllare l'inflazione (dovuta alla svalutazione monetaria) tramite l'introduzione di prezzi calmierati, che fu invece contro-produttivo e rapidamente dimenticato. Inoltre subito dopo la propria abdicazione Diocleziano dovette assistere impotente al crollo del sistema tetrarchico in quanto la tetrarchia, che diede l'impressione di essere un sistema di governo molto efficiente finché il suo ideatore si mantenne al potere, non di meno collassò all'indomani della sua abdicazione in conseguenza delle mire dinastiche di Massenzio e Costantino, figli rispettivamente di Massimiano e Costanzo. Infine la politica religiosa anticristiana perseguita da Diocleziano tra il 303 e il 311 con una persecuzione che risultò la più violenta che sia mai stata attuata contro i cristiani non riuscì a debellare il cristianesimo, che anzi a partire dal 313 (l'editto di Milano) soppiantò gradatamente il paganesimo come religione ufficiale dell'impero. Malgrado questi fallimenti sull'opera riformatrice, di Diocleziano può essere espresso un giudizio sostanzialmente positivo perché riuscì, indubbiamente, se non ad arrestare almeno a rallentare notevolmente il processo di decadimento cui era soggetto l'Impero romano a partire dalla morte dell'imperatore Marco Aurelio e che nel corso del III secolo aveva subìto una pericolosa accelerazione. Cosicché il ventennio dioclezianeo puntellò lo Stato romano dotandolo degli strumenti di carattere istituzionale, amministrativo, finanziario e militare (perfezionati poi da Costantino) idonei a consentirgli di esistere come grande potenza almeno per gran parte del IV secolo. Un Diocleziano indebolito da una malattia abdicò il 1º maggio 305, primo e unico imperatore a fare questa scelta volontariamente. Si ritirò nel proprio palazzo a Spalato sulla costa dalmata fino alla morte, avvenuta nella primavera del 313, rifiutando gli inviti a riprendere il potere nel caos politico che corrispose al collasso della Tetrarchia.
Anna Bolena (in inglese Anne Boleyn; Blickling Hall o castello di Hever, 1501 – Torre di Londra, 19 maggio 1536) è stata regina consorte d'Inghilterra e Irlanda, dal 1533 al 1536, come seconda moglie di Enrico VIII Tudor. Per gentile concessione fu primo marchese di Pembroke, nonché madre della futura regina Elisabetta I. Il suo matrimonio con Enrico VIII fu causa di considerevoli sconvolgimenti politici e religiosi che diedero origine allo Scisma anglicano.