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Giovanni Fattori (Livorno, 6 settembre 1825 Firenze, 30 agosto 1908) stato un pittore e incisore italiano. considerato tra i maggiori pittori italiani dell'Ottocento e tra i principali esponenti del movimento dei Macchiaioli.
La Rotonda dei bagni Palmieri è un dipinto a olio su tavola del pittore macchiaiolo Giovanni Fattori, realizzato nel 1866 e conservato alla Galleria d'Arte Moderna presso palazzo Pitti, a Firenze.
In vedetta, o Il muro bianco, un dipinto a olio su tela del pittore macchiaiolo Giovanni Fattori, realizzato nel 1872 e conservato in una collezione privata di Valdagno.
Il campo italiano alla battaglia di Magenta è un dipinto a olio su tela di Giovanni Fattori, realizzato nel 1862 e conservato alla Galleria d'Arte Moderna presso palazzo Pitti, a Firenze.
Il Museo civico Giovanni Fattori è una struttura museale di Livorno; ha sede nella suggestiva cornice di Villa Mimbelli ed è stato inaugurato nel 1994 alla presenza dell'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Il museo ospita una ricca raccolta di dipinti di Giovanni Fattori e di altri macchiaioli e postmacchiaioli.
I Macchiaioli sono stati un gruppo di artisti attivi principalmente in Toscana nella seconda metà dell'800. Questo periodo durò dal 1855 al 1867.
Butteri è un dipinto di Giovanni Fattori (1825-1908), firmato e datato 1893; è conservato a Livorno al Museo civico Giovanni Fattori.
I fratelli Cairoli sono stati dei patrioti italiani, di Pavia, e figure di spicco del Risorgimento. Figli di Carlo Cairoli (1776-1849), erede di agiati proprietari terrieri lomellini, medico, professore di chirurgia all'Università di Pavia, podestà di Pavia nel corso del Governo Provvisorio del 1848 e di Adelaide Bono (1806-1871), figlia di un prefetto di Milano sotto Napoleone, poi conte dell'Impero. Furono scolari affezionatissimi dell'illustre professor Giambattista Pertile, loro precettore, che sarebbe stato eletto magnifico rettore dell'Università di Pavia nel 1846. Benedetto (1825-1889) - partecipò alla spedizione dei Mille, dove fu gravemente ferito. Dopo l'unità d'Italia prese parte alla vita politica, ricoprì la carica di presidente della Camera e fu Presidente del Consiglio nel 1878 e di nuovo dal 1879 al 1881. Rachele (1826-1856) sposò nel 1852 Ugo Brunati Emilia (1827-1855) Carolina (ca.1830 - 1836) morta a sei anni: Ernesto (1833-1859) - morto tra i Cacciatori delle Alpi nella Battaglia di Varese Luigi (1838-1860) - morto a Cosenza di tifo durante la Spedizione dei Mille Enrico (1840-1867) - partecipò alla spedizione dei Mille; morto allo Scontro di villa Glori il 23 ottobre del 1867. Giovanni (1841-1869) - morto in seguito alle ferite riportate nello Scontro di villa GloriEnrico e Giovanni parteciparono alla Campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma al seguito di Giuseppe Garibaldi nel 1867 con la spedizione a Villa Glori. Cimeli e oggetti a loro appartenuti sono nel Museo nazionale della campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma in Mentana. Giovanni morì l'11 settembre 1869, in Belgirate, nella casa estiva di sua madre Adelaide. Nel libro di Michele Rosi I Cairoli, L. Capelli Ed., Bologna, (1929) pp. 223–224) si trova scritto: Negli ultimi momenti gli parve vedere Garibaldi e fece vista di accoglierlo con trasporto. Udii (così narra un amico presente) che disse tre volte: "L'unione dei francesi ai papalini fu il fatto terribile!" pensava a Mentana. Chiamò più volte Enrico, suo fratello, 'perché lo aiutasse!' poi disse: "ma vinceremo di certo; andremo a Roma!"In cima a Villa Glori, vicino a dove morì Enrico, c'è una semplice colonna dedicata ai Cairoli ed ai loro 70 compagni. Sul Pincio, vicino a Villa Medici (Accademia di Francia), c'è un altro monumento di bronzo con Giovanni che sostiene con un braccio il morente Enrico (salita la scalinata di Piazza di Spagna, il monumento si trova un centinaio di metri a sinistra). Dietro al monumento sono iscritti i nomi dei loro compagni. Nel 1873 Benedetto sposò Elena Sizzo Noris (1845-1920), erede di una nobile famiglia trentina. La famiglia Cairoli è sepolta a Gropello Cairoli in provincia di Pavia nel Sacrario che è Monumento Nazionale nei pressi della Villa abitata per lungo tempo dalla famiglia stessa.
La campagna piemontese in Italia centrale si svolse tra il settembre e l'ottobre 1860 durante i più vasti eventi del Risorgimento. La campagna vide l'invio di un contingente militare da parte del Regno di Sardegna contro lo Stato Pontificio. Il casus belli fu l'intervento contro la repressione da parte dell'Esercito pontificio dei moti rivoluzionari favorevoli all'Unità d'Italia che si erano avuti nei primi giorni di settembre in concomitanza con l'ingresso di Garibaldi a Napoli. In seguito, l'operazione fu estesa al Regno delle Due Sicilie, ufficialmente per ristabilire l'ordine ed evitare che l'esercito garibaldino proclamasse una repubblica indipendente e muovesse contro il papa.