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La seconda guerra boera (Afrikaans: Tweede Boereoorlog, più spesso denominata Tweede Vryheidsoorlog, "seconda guerra per la libertà"), chiamata anche grande guerra boera, guerra sudafricana o seconda guerra anglo-boera fu un conflitto militare combattuto tra l'11 ottobre 1899 e il 31 maggio 1902 dall'Impero britannico contro le due repubbliche boere indipendenti, la Repubblica del Transvaal e lo Stato Libero dell'Orange. La guerra, originata soprattutto dalle mire imperialistiche ed economiche britanniche, fu caratterizzata da alcuni inattesi successi iniziali dei boeri che misero in forte difficoltà le guarnigioni britanniche. Dopo l'arrivo di numerosi rinforzi e del nuovo comandante in capo, il feldmaresciallo Frederick Roberts, l'esercito britannico passò all'offensiva, invase le repubbliche boere ed entro la metà del 1900 occupò Bloemfontein e Pretoria. La guerra non terminò però dopo la conquista delle capitali boere, ma si trasformò in una lotta logorante caratterizzata dalla guerriglia dei commando boeri che, guidati da abili capi, inflissero ripetute sconfitte ai britannici. Il nuovo comandante in capo, il generale Horatio Kitchener, ricorse ai metodi spietati dei rastrellamenti, della deportazione dei civili, delle distruzioni del territorio e dei campi di concentramento per vincere la resistenza boera. La guerra, che rovinò in parte il prestigio internazionale dell'Impero britannico, terminò dopo trattative dirette nel 1902 con l'annessione ufficiale delle repubbliche boere che tuttavia mantennero la loro identità nazionale.
Le guerre boere o più propriamente guerre anglo-boere ebbero luogo in Sudafrica, a cavallo fra il XIX e il XX secolo, e contrapposero gli inglesi e i coloni sudafricani di origine olandese, detti boeri. La prima guerra boera si svolse dal 1880 al 1881 e la seconda dal 1899 al 1902. I due conflitti portarono alla supremazia britannica in Sudafrica e posero fine agli stati boeri, ovvero la Repubblica del Transvaal e lo Stato Libero dell'Orange, inglobandole nella Colonia del Capo.
Il termine afrikaner si riferisce ai membri della popolazione dell'Africa meridionale (soprattutto Sudafrica e Namibia) di pelle bianca calvinista, ugonotta, olandese, francese, belga o tedesca e che parlano l'afrikaans, una lingua derivata principalmente dall'olandese del XVII e XVIII secolo, che oggi integra prestiti dal tedesco e dalla lingua inglese. Il termine afrikaner comprende diverse comunità di bianchi di lingua afrikaans. Il suo primo utilizzo risale al 1707 ma non venne usato ampiamente fino a dopo la guerra Anglo-Boera agli inizi del XX secolo. Prima di allora le varie comunità bianche di lingua afrikaans erano conosciute come boeri, trek-boers, Olandesi del Capo (quelli che vivevano nella zona della Penisola del Capo) o voortrekkers. Il termine Afrikaner è usato per distinguere, all'interno della popolazione bianca, quelli di lingua afrikaans da quelli di lingua inglese.