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La storia dell'antico Egitto (o Storia egizia), ovvero della civiltà dell'Africa settentrionale sviluppatasi lungo le rive del fiume Nilo (a partire dalle cateratte, a sud ed al confine con l'attuale Sudan), alla foce, a delta, nel Mar Mediterraneo, per un'estensione complessiva di circa 1000 km, copre complessivamente circa 4000 anni. L'individuazione di un periodo storico definito e di date concordi, sia pur di comodo, è dibattuta, a maggior ragione là ove si consideri la localizzazione temporale in epoca preistorica dell’inizio, e le molteplici vicissitudini e dominazioni che hanno accompagnato la storia dell’Egitto nella sua parte conclusiva. Secondo alcuni autori le date sono comprese tra il 3900 a.C. (Periodo Predinastico) e il 342 a.C. (Periodo tardo), con la fine della XXX dinastia manetoniana e prima dell’avvento delle dominazioni straniere. Altri autori fanno coincidere la fine della storia dell’Egitto con la morte di Cleopatra (ultima regina della dinastia tolemaica) e l'inizio della dominazione romana; altri ancora la estendono fino al IV-VI secolo d.C. e, segnatamente, all'ultimo testo geroglifico di cui si abbia contezza, il cosiddetto Graffito di Esmet-Akhom risalente al 394, o alla chiusura dell'ultimo tempio "pagano", dedicato a Iside sull'isola di File, a seguito dell'editto di Giustiniano I, nel 550. Varie culture si susseguirono nella valle nilotica fin dal 3900 a.C. in quello che viene definito Periodo Predinastico. Un'entità embrionale di Stato può riconoscersi, invece, a partire dal 3200-3100 a.C. con la I dinastia e l'unificazione delle due macro-aree che resteranno, tuttavia sempre distinte tanto che per tutta la storia del Paese i regnanti annovereranno tra i loro titoli quello di Signore delle Due Terre. Fin dal 3500 a.C., di pari passo con l'avvento dell'agricoltura, in particolare la coltivazione del grano, dell'orzo e del lino, si ha contezza di insediamenti umani specie lungo le rive del Nilo. Le piene annuali del fiume, infatti, favorivano la coltivazione anche con più raccolti annui grazie ai sedimenti, particolarmente fertili (Limo), che il fiume, nel suo ritirarsi, lasciava sul terreno. Ciò comportò, fin dai tempi più remoti, conseguentemente, la necessità di controllare, incanalare e conservare le acque onde garantire il costante approvvigionamento, sia per il sostentamento umano che per quello del bestiame e delle piantagioni. Non è da escludersi, peraltro, che proprio la complessa necessità di far fronte alle esigenze connesse con la gestione dell'agricoltura, e segnatamente, delle acque nilotiche, abbia favorito proprio il formarsi delle prime comunità su territori parziali tuttavia ben differenziati e politicamente e geograficamente individuabili. Tali entità, normalmente individuate con il termine greco di nomoi, ben presto si costituirono in due distinte entità geo-politiche più complesse. Tale l'importanza del fiume Nilo, che attraversava tutto il paese, che anche le denominazioni di tali due macro-aree fanno riferimento al fiume: considerando che le sorgenti del Nilo, benché all'epoca non note, dovevano essere a sud, tale sarà l'Alto Egitto, mentre, di converso, l'area del delta, verso il Mediterraneo, sarà indicato come Basso Egitto. Dal 3200 a.C. si sono susseguite, in Egitto, trenta dinastie regnanti riconosciute archeo-storicamente; a queste debbono esserne aggiunte altre, dette di comodo, giacché riferite, di fatto, non a governi autoctoni, o comunque derivanti dal Paese, bensì frutto di invasioni o di raggiungimento del potere da parte di regnanti stranieri. Avremo perciò una XXXI dinastia, costituita da re persiani, una XXXII dinastia macedone, che annovera un solo sovrano, Alessandro Magno, e una XXXIII dinastia, meglio nota come Dinastia tolemaica, nata dallo smembramento dell'impero di Alessandro. Anche molti imperatori romani, occupato l'Egitto, non disdegnarono di assumere il titolo di faraone con trascrizione geroglifica del proprio nome.
La cosiddetta stele di Axum (in amarico: የአክሱም ሐውልት ye’ākisumi ḥāwiliti) è un obelisco in pietra basaltica a sezione rettangolare conservato ad Axum, in Etiopia. Il monumento è alto 23,40 metri e pesa circa 150 tonnellate.
La Stele degli avvoltoi è un monumento sumerico del periodo protodinastico III (all'incirca del 2460 a.C.), celebrante una vittoria del sovrano della città-stato di Lagash, Eannatum, sulla sua vicina e rivale Umma. Essa trae il suo nome dagli avvoltoi che sono raffigurati nella sua parte superiore. La stele à composta di vari registri in cui sono scolpite scene di battaglia assieme a scene religiose-mitologiche. La stele era costituita da un unico blocco in pietra calcarea di cui oggigiorno sono stati recuperati solo sette frammenti, attualmente esposti presso il Dipartimento delle Antichità Orientali del museo del Louvre. Questa è la prima stele, storicamente nota, che celebra una vittoria militare e il ruolo di guerriero del sovrano.
Per stele (dal greco στήλη, in latino stela o stele) si intende genericamente un monolito oblungo elevato a scopo commemorativo e conseguentemente decorato, ad esempio con bassorilievi o epigrafi. Di altezza solitamente inferiore al metro, spesso le stele recano scolpita una delle facce con raffigurazioni più o meno schematiche della persona umana. L'azione di scolpire il monolito è di solito suggerita dalla originaria forma piatta. Spesso le stele erano usate come cippo di confine. In altri casi, la stele è eretta in relazione ad una sepoltura ed è detta "stele funeraria"; se eretta per lo sciogimento di un voto, è detta "stele votiva".Largo utilizzo di stele è riscontrabile in culture e luoghi diversissimi: ne realizzarono gli Egizi, così come altre popolazioni del Vicino Oriente antico, e se ne trovano nell'antica Grecia, in Sardegna, in Etiopia, in Cina (e in generale nell'Estremo Oriente, forse con qualche relazione con quelle d'Occidente). Del tutto indipendenti culturalmente risultano quelle mesoamericane (Olmechi e Maya).
Le statue stele (o statue-menhir) sono monumenti in pietra, di tipo antropomorfo, che rientrano nel fenomeno del megalitismo, comune alle popolazioni pre-protostoriche dell'Europa a partire dal III millennio a.C.. Le statue-stele sono presenti in molteplici culture europee, dall'Europa centro-orientale sino alla Spagna, nell'arco alpino (da Aosta al Trentino), oltre che in Corsica e in Sardegna. Nella penisola italiana le statue-stele più antiche sono localizzate in un'area al confine tra Liguria e Toscana, in Lunigiana, oltre che in Puglia settentrionale.
James Andrew McAvoy (Glasgow, 21 aprile 1979) è un attore scozzese. La sua interpretazione nel film drammatico di Kevin Macdonald L'ultimo re di Scozia (2006) gli è valsa diverse nomination, tra cui il BAFTA Award come miglior attore non protagonista. Il film di guerra drammatico romantico, Espiazione (2007), gli è valso una nomination al Golden Globe e la sua seconda nomination ai BAFTA. Nel 2011, McAvoy ha interpretato il professor Charles Xavier nel film di supereroi X-Men - L'inizio (2011), un ruolo che ha ripreso in X-Men - Giorni di un futuro passato (2014), X-Men - Apocalisse (2016), Deadpool 2 (2018) e X-Men - Dark Phoenix (2019). McAvoy ha recitato nel film commedia poliziesco Filth (2013), per il quale ha vinto il premio come miglior attore ai British Independent Film Awards. Nel 2016, ha interpretato Kevin Crumb, un uomo con 23 personalità alternative nel film Split, in seguito ha ripreso il ruolo del sequel, Glass nel 2019.
Harry Edward Melling (Londra, 13 marzo 1989) è un attore britannico. È principalmente noto per aver interpretato Dudley Dursley nella serie cinematografica di Harry Potter, tratta dai romanzi di J. K. Rowling.
Nota introduttiva In queste pagine il computo degli anni riportato secondo l'Anno Domini (estesa agli anni avanti Cristo) e quindi utilizzando il calendario solare gregoriano. La suddivisione di queste pagine di cronologia storica in cronologia della protostoria, cronologia della storia antica e cronologia del Medioevo ha solo significato metodologico per evitare la costruzione di un'unica pagina di "Cronologia della storia del mondo", troppo complicata, pesante ed ambiziosa da gestire; si scelto pertanto di dividere i periodi in base ad alcuni riferimenti storici importanti: la scoperta della scrittura in Mesopotamia ed Egitto (passaggio dalla protostoria alla storia antica) e la scoperta delle Americhe da parte degli europei (fine del Medioevo). La cronologia della storia antica composta da questa pagina principale, suddivisa in 8 paragrafi di 500 anni, ciascuno contenente una tabella riassuntiva geografica ed una cronologia sintetica ed essenziale; ad ogni paragrafo collegata una pagina specifica con la cronologia estesa ed approfondita di quei cinque secoli. La cronologia adottata per la Mesopotamia e l'Egitto la cronologia media.
La Commissione NorMaL (NORmalizzazione MAteriali Lapidei) è nata nel 1977, su iniziativa di un gruppo di studiosi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Istituto Centrale per il Restauro al fine di individuare metodologie di studio unificate e specifiche per il settore della conservazione dei materiali lapidei, nell'ambito dei Beni Culturali. Promotore dell'iniziativa fu Giovanni Urbani (direttore dell'ICR) e convinto assertore dell'importanza e della inderogabile necessità di individuare metodologie di studio unificate. La proposta venne presentata per la prima volta nel 1977, all'International Symposium on Conservation on Stone Materials tenutosi a Bologna, sotto l'egida dell'International Institute for Conservation (IIC). la relazione aveva il titolo di Artistic Stone Works - A proposal for the Unification of the Methods of Studying Stone Decay and of Controlling Stone Conservation, e venne presentata da un gruppo composto da Giovanna Alessandrini, Carlo Manganelli, Paola Rossi-Doria, Marisa Tabasso Laurenzi, Sergio Vannucci. Inizialmente la Commissione venne costituita da soli quattro Gruppi di lavoro: NorMaL C - metodologie chimiche, NorMaL P - metodologie petrografiche, NorMaL B - metodologie biologiche, NorMaL F - metodologie fisico-meccaniche).Scopo della Commissione NorMaL era quello di stabilire metodi unificati per lo studio delle alterazioni dei materiali lapidei e per il controllo dell'efficacia dei trattamenti conservativi di manufatti di interesse storico - artistico. La Commissione pose una limitazione, almeno momentanea, ai propri lavori: interessarsi unicamente dei materiali lapidei, intendendosi con tale termine non solo le pietre naturali, ma anche i materiali artificiali utilizzati in architettura, quali stucchi, malte (indipendentemente dalla loro funzione in opera), prodotti ceramici (quali laterizi e cotti) ottenuti partendo dai materiali naturali attraverso processi particolari di lavorazione. All'attività di normazione (sotto forma di raccomandazioni non avendo l'autorità di proporre standard) della Commissione parteciparono, fin dalla sua istituzione, specialisti di diversa appartenenza: esperti e ricercatori del CNR e del Ministero per i Beni Culturali ma anche docenti universitari, liberi professionisti (progettisti, scienziati in conservazione e restauratori), rappresentanti delle industrie interessate al settore, per un totale di circa 200 componenti, suddivisi in Gruppi e Sottogruppi di lavoro, ciascuno specializzato nelle diverse discipline scientifiche che aderiscono al settore conservativo (chimica, biologia, fisica, geologia, ecc.) o in classi particolari di materiali (malte, prodotti ceramici, ecc.) o, infine, in problematiche particolari (documentazione grafica, stato igrometrico delle strutture, ecc.). Il coordinamento dell'attività di ciascun Gruppo fu affidato ad un ricercatore appartenente ad uno dei due enti promotori (CNR e Ministero dei Beni Culturali). La pubblicazione dei documenti (con copyright CNR-ICR), la revisione editoriale, la diffusione degli stessi venne affidata al ICR. Caratteristica peculiare di molti documenti NorMaL, soprattutto quelli di tipo metodologico, è stata la base sperimentale da cui essi sempre hanno preso origine: i documenti sono sempre stati elaborati a seguito di una adeguata sperimentazione condotta in parallelo tra i diversi laboratori afferenti a Gruppi e Sottogruppi di lavoro, al fine di pervenire a documenti estremamente dettagliati in tutte le fasi contemplate nella metodologia.