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Per storiografia s'intende la descrizione della storia (in greco graphia, da graphè, "descrizione") e comprende tutte le forme di interpretazione, di trattazione e trasmissione di fatti e accadimenti della vita degli individui e delle società del passato storico. Con il termine storiografia si indicano anche tutte le opere storiche relative a uno specifico periodo o che si riferiscono a un definito argomento o scritte in osservanza a un determinato metodo
Per fonte si intende, nelle discipline storiche in particolare - secondo la sintetica definizione di Paul Kirn - «ogni testo, oggetto o manufatto da cui si può ricavare una conoscenza del passato»; più diffusamente possono chiamarsi fonti «tutti i resti del passato, materiali o immateriali, scritti o non scritti, prodotti intenzionalmente da chi ci ha preceduto per lasciare memoria di sé e delle proprie azioni, o risultato meccanico delle varie attività umane».Per definizione quindi ogni fonte è oggetto di ricerca da parte degli storici. Il primo passaggio della ricerca storica è l'esame della "raccolta delle fonti", ossia dell'insieme delle fonti disponibili su un dato argomento; la raccolta non è in genere operata dal solo storico professionista, ma è basata sul lavoro di altre figure professionali quali gli archeologi, i genealogisti, i paleografi, i numismatici, eccetera: per il lavoro di ricerca è fondamentale disporre di raccolte di fonti metodicamente ordinate e selezionate, per arrivare a una valutazione ragionevole dei fatti.Alla raccolta segue la critica: la critica delle fonti è stata introdotta, tra gli altri, da Johann Gustav Droysen e Barthold Georg Niebuhr nelle discipline storiche, e sviluppata da Ernst Bernheim; si interessa in primo luogo di valutare l'autenticità di una fonte, successivamente di verificarne l'affidabilità, e ciò tramite metodi complessi che integrano numerose conoscenze, oggi sempre più interdisciplinari. Anche la storia della critica, ovvero il susseguirsi delle interpretazioni date nel tempo di una determinata fonte, come pure la storia degli interventi umani che l'abbiano deformata (la cosiddetta "tradizione"), rivestono un'importanza fondamentale nell'inquadramento della fonte stessa.
L'opera Teoria e storia della storiografia è una raccolta di brevi testi che Benedetto Croce aveva già pubblicato in riviste filosofiche specializzate italiane tra il 1912 e il 1913. Il volume stampato originariamente in Germania col titolo Zur Theorie und Geschichte der Historiographie, nel 1915, fu pubblicato in Italia nel 1917 ampliato con tre brevi saggi. Nel 1927 fu aggiunta al libro la parte dei Marginalia, consistente in annotazioni esplicative. In una successiva edizione dell'opera Croce nell'Introduzione avvertiva il lettore che un «completamento alla Teoria e Storia della Storiografia ho dato col libro: La Storia come pensiero e come azione (1938), e con i "Paralipomeni" raccolti nell'altro volume: Il carattere della filosofia moderna (1941)».
La storia (dal greco antico ἱστορία, historia, “ispezione [visiva]”) "ricerca", "conoscenza", è la disciplina che si occupa dello studio del passato tramite l'uso di fonti, cioè di documenti, testimonianze e racconti che possano trasmettere il sapere. Più precisamente, la storia è la ricerca sui fatti del passato e il tentativo di una narrazione continua e sistematica degli stessi fatti, in quanto considerati di importanza per la specie umana.Il termine "storia", in italiano così come in altre lingue, ha anche il significato di "racconto letterario" o comunque di narrazione, orale o scritta, di vicende immaginarie. Questa accezione del termine non sarà discussa in questa voce, anche se la storia di per sé è una "narrazione".
Il De Catilinae coniuratione (in italiano La congiura di Catilina) è una monografia storica, la seconda in assoluto della letteratura latina, scritta dallo storico latino Gaio Sallustio Crispo (86 - 34 a.C.). Seguendo una scansione narrativa suddivisa in 61 capitoli, l'opera narra la congiura ordita da Lucio Sergio Catilina nel 63 a.C., nel tentativo, rivelatosi poi fallimentare e costatogli la vita, di sovvertire l’ordinamento repubblicano di Roma. La congiura catilinaria viene vista dallo storico di Amiternum come uno degli argomenti più significativi della decadenza morale e sociale della classe dirigente romana (specie dei senatori) durante il I secolo a.C., una corruzione che egli denuncia e critica severamente lungo tutta la narrazione. Dopo La congiura di Catilina, Sallustio scrisse un'altra monografia storica, il Bellum Iugurthinum, ovvero la Guerra di Giugurta, sull'omonimo conflitto.
Gaio Sallustio Crispo (in latino Gaius Sallustius Crispus, AFI: [ aj.j s sal. lu s.t . s kr s.p s]; nelle epigrafi: C SALLVSTIVS; Amiternum, 1 ottobre 86 a.C. Roma, 13 maggio 34 a.C.), pi semplicemente noto come Sallustio, stato uno storico, politico e senatore romano del periodo repubblicano. Proveniente da una famiglia plebea legata alla nobilitas municipale, comp a Roma il cursus honorum, divenendo prima questore, poi tribuno della plebe ed infine senatore della res publica. Dopo esser stato cacciato dal Senato per indegnit morale, partecip alla guerra civile del 49 a.C. tra Cesare e Pompeo, schierato tra le file cesariane. Dopo la sconfitta di Pompeo, Cesare lo ricompens per la sua fedelt conferendogli la pretura, riammettendolo in Senato e nominandolo governatore della provincia dell'Africa Nova. Dopo la fallimentare esperienza di governo e a seguito della morte di Cesare, si ritir dalla vita politica; in questo momento si diede alla stesura di opere a carattere storico, in particolare le due monografie De Catilinae coniuratione e Bellum Iugurthinum, le prime della storiografia latina, e delle Historiae, un'opera di tipo annalistico.Grazie a queste importanti opere ottenne un'enorme fama ed annoverato tra gli storici latini pi importanti del I secolo a.C. e di tutta la latinitas.
«Carthago delenda est», abbreviato in «Delenda Carthago» («Cartagine deve essere distrutta») è una famosa frase latina pronunciata da Marco Porcio Catone, passato alla storia come «Catone il Censore», al termine di ogni suo discorso al Senato a partire dal suo ritorno dalla missione di arbitraggio tra i Cartaginesi e Massinissa (re di Numidia) avvenuta nel 157 a.C., praticamente fino alla sua morte nel 149 a.C.
Il Bellum Iugurthinum (in italiano La guerra giugurtina) è la seconda delle due monografie storiche scritte dallo storico latino Gaio Sallustio Crispo (86 - 34 a.C.), dopo il De Catilinae coniuratione. L'opera, suddivisa in 114 capitoli e dunque più lunga della precedente monografia, narra le alterne vicende della guerra condotta dai Romani contro il re di Numidia, Giugurta, tra il 111 e il 105 a.C., e conclusasi con la vittoria del console romano Gaio Mario. Attraverso la narrazione di vicende che rivestono comunque grande interesse storico, Sallustio si preoccupa di affrontare la decadenza morale e sociale che portò al crollo della res publica romana e alla nascita dell'Impero.