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Tommaso Didimo (Galilea, I secolo a.C. – Mylapore, 3 luglio 72) è stato uno dei dodici apostoli di Gesù. È noto principalmente per essere il protagonista di un episodio della vita di Gesù, attestato dal solo Vangelo secondo Giovanni (20,24-29), in cui prima dubitò della risurrezione di Gesù e poi lo riconobbe. Secondo la tradizione cristiana, si spinse a predicare il Vangelo fuori dei confini dell'Impero romano, in Persia e India, dove fondò la prima comunità cristiana. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa copta. Le sue reliquie si trovano nella basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona. Il Vangelo di Tommaso contiene un'attestazione che ne dichiara la composizione da parte di Tommaso
La terza guerra anglo-maratha (1817–1818) detta anche guerra pindaride fu la terza delle tre guerre anglo-maratha combattute tra la Compagnia britannica delle Indie orientali e l'Impero maratha, in India. La guerra lasciò alla Compagnia il controllo di gran parte dell'India. Essa ebbe inizio con l'invasione del territorio maratha ad opera delle truppe della Compagna britannica delle Indie orientali. Le truppe guidate dal governatore generale Hastings (non imparentato con Warren Hastings, primo governatore generale del Bengala), furono appoggiate dalle forze del generale Thomas Hislop. Le operazioni iniziarono dapprima contro i Pindari, una formazione irregolare di musulmani e di maratha dell'India centrale.Le forze del Peshwa Bajirao II, appoggiate da quelle di Mudhoji II Bhonsle di Nagpur e Malharrao Holkar III di Indore, insorsero contro la Compagnia. Pressioni e diplomazia convinsero il principale dei quattro capi maratha, Daulatrao Shinde di Gwalior, a rimanere neutrale pur perdendo il controllo del Rajasthan. Le vittorie britanniche distrussero l'Impero maratha e gli fecero perdere la sua tradizionale indipendenza. Il Peshwa venne sconfitto nelle battaglie di Khadki e di Koregaon. Molte altre battaglie minori vennero combattute dalle forze del Peshwa per evitare la sua cattura.Il Peshwa fu infine catturato e posto in un residenza obbligata a Bithur, presso Kanpur. Gran parte del suo territorio venne annesso dai Britannici e divenne parte della Presidenza di Bombay. Il Maharaja di Satara fu reinsediato come regnante del suo territorio come Stato principesco. Nel 1848 questo territorio venne anch'esso annesso dalla Presidenza di Bombay sulla base della politica della Dottrina della decadenza di Lord Dalhousie. Bhonsle venne sconfitto nella battaglia di Sitabuldi mentre Holkar nella battaglia di Mahidpur. La porzione settentrionale dei domini di Bhonsle attorno a Nagpur, assieme ai territori del Peshwa a Bundelkhand, furono annessi dai Britannici nei Territori di Saugor e Nerbudda. La sconfitta di Bhonsle e Holkar portò anche all'acquisizione dei regni maratha di Nagpur e Indore da parte britannica. Assieme a Gwalior (presa ai Shinde) e a Jhansi (presa al Peshwa), questi territori divennero Stati principeschi sottoposti al controllo britannico. La superiorità tecnologica del Regno Unito si espresse assai bene nella sua rapida vittoria della guerra contro gli indigeni indiani.
Il primo riferimento noto ad eserciti in quella che oggi si chiama India risale a millenni fa nei Veda e nei poemi epici Rāmāyaṇa e Mahābhārata. Dal periodo antico al XIX secolo, vennero alla ribalta numerose potenti dinastie che in taluni casi furono contrastate da capi indiani meno importanti i quali — attraverso la guerra — contendevano loro il controllo del territorio e l'esercizio del potere. I britannici colonizzarono l'India nel XIX secolo. Vi sono diversi antenati dell'attuale esercito indiano: i reggimenti sepoy, la cavalleria locale, le compagnie a cavallo irregolari e quelle di zappatori e genieri indiani patrocinate dalle tre presidenze britanniche. L'esercito dell'India fu istituito dall'impero anglo-indiano nel XIX secolo prendendo gli eserciti pregressi delle presidenze, fondendoli e sottomettendoli alla Corona (britannica). Il British Indian Army (esercito anglo-indiano) combatté in entrambe le guerre mondiali. L'esercito coloniale fu sostituito dalle forze armate nazionali indiane dopo la dichiarazione di indipendenza del paese, ovvero nel 1947. Dopo la Seconda guerra mondiale, molte truppe del tempo di guerra furono congedate, e le relative unità disciolte. Le ridimensionate forze armate risultanti furono spartite tra India e Pakistan. Le forze armate indiane combatterono in tutte e tre le guerre indo-pakistane e nella guerra sino-indiana (1962). L'India combatté ancora la guerra del Kargil con il Pakistan nel 1999, la guerra alpina disputata a maggior altitudine di ogni tempo. Le forze armate indiane hanno partecipato a diverse operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e sono attualmente il secondo maggior fornitore di truppe della forza di interposizione internazionale.
Lochen Rinchen Zangpo, anche chiamato Mahaguru (958 – 1055), è stato un importante lotsawa, ovvero traduttore di testi buddisti dal sanscrito al tibetano durante la seconda diffusione della religione buddista in Tibet (periodo della Nuova Traanslazione o Nuova Scuola del Mantra). Allievo del famoso maestro indiano Atiśa , tra i suoi compagni di studio figura (Locheng) Legpai Sherab. La sua biografia è stata scritta dal discepolo Guge Kyithangpa Yeshepal. Si ritiene abbia edificato oltre cento monasteri nel Tibet occidentale, compresi il famoso Monastero di Tabo nella valle dello Spiti, Himachal Pradesh, e la cittadina di Poo nel Distretto di Kinnaur.Da giovane Rinchen Zangpo era stato inviato con altri giovani studiosi dal re Yeshe-Ö, signore di Zanskar, Guge, Spiti e Kinnaur, in Kashmir e altri centri buddisti per studiarvi e riportare quegli insegnamenti nel Tibet occidentale. È quindi probabilmente stato la seconda personalità in ordine di importanza per la "Seconda Diffusione del Buddismo" in Tibet. Alcune fonti lo identificano con il suo patrono Yeshe-Ö come re del regno himalaiano occidentale di Guge.Tra le sue traduzioni figurano le Viśeṣastavaṭikā di Prajñāvarman, opera da lui intrapresa con Janārdhana.
L'India (hindi: भारत Bhārat), ufficialmente Repubblica dell'India (hindi: भारत गणराज्य Bhārat Gaṇarājya), è uno Stato federale dell'Asia meridionale, con capitale Nuova Delhi. Con 3 287 263 km² l'India è il 7º stato del mondo per superficie mentre con 1 380 004 385 abitanti è il 2° più popoloso dopo la Cina. È bagnato dall'oceano Indiano a sud, dal mar Arabico a ovest e dal golfo del Bengala a est, possiede una linea costiera che si snoda per 7.517 km., e confina con il Pakistan a ovest, Cina, Nepal e Bhutan a nord-est, Bangladesh e Myanmar a est. Suoi vicini prossimi, separati dell'oceano Indiano, sono lo Sri Lanka a sud-est e le Maldive a sud-ovest. Sede della civiltà della valle dell'Indo e regione di rotte commerciali storiche e di vasti imperi, il subcontinente indiano è stato identificato con il suo commercio e la ricchezza culturale per gran parte della sua lunga storia. Quattro grandi religioni del mondo (il buddismo, l'induismo, il giainismo e il sikhismo) sono nate qui, mentre lo zoroastrismo, l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam vi arrivarono entro il I millennio d.C., dando forma nella regione a una grandissima diversità culturale, espressa specialmente dal Sultanato di Delhi, dall'Impero Moghul, dall'Impero di Vijayanagara e dall'Impero maratha. Sotto il regno dell'imperatore Aurangzeb, l'India è stata l'economia più forte e produttiva del mondo, valendo un quarto (25%) del PIL mondiale, con un'entrata annuale dieci volte di più dell'Impero francese. Gradualmente annessa alla Compagnia britannica delle Indie orientali dai primi decenni del XVIII secolo e colonizzata dal Regno Unito dalla metà del XIX secolo, l'India è diventata un moderno Stato nazionale nel 1947, dopo una lotta per l'indipendenza che è stata caratterizzata da una diffusa resistenza non violenta guidata da Gandhi. L'India è la settima più grande economia del mondo in termini nominali e la quarta in termini di potere d'acquisto. Riforme economiche hanno trasformato lo Stato nella seconda economia a più rapida crescita (è uno dei cinque Paesi a cui ci si riferisce con l'acronimo BRICS), ma nonostante ciò il Paese soffre ancora di alti livelli di povertà, analfabetismo (143°) e malnutrizione, oltre ad avere un sistema sociale basato sulle caste anche se è stato Ufficialmente abolito nel 1947, anno in cui l'India ha ottenuto l'indipendenza. Da allora, non è più consentito discriminare una persona in base alla sua presunta casta di appartenenza. L'India si basa su una Società pluralistica, multilingue e multietnica, inoltre è ricca sul piano naturale, con un'ampia diversità di fauna selvatica e di habitat protetti.
L'Impero Gupta è stato uno dei maggiori imperi politici e militari dell'antica India. Fu governato dalla dinastia Gupta tra il 240 e il 550 d.C. e occupò la maggior parte dell'India settentrionale, degli attuali Pakistan orientale e parte del Bangladesh. Sotto questo impero si ebbe un periodo di pace e prosperità che favorì lo sviluppo culturale: viene considerata l'"età dell'oro" della cultura indiana dal punto di vista artistico, letterario e scientifico (in modo analogo alle dinastie Han e Tang in Cina e alla cultura greco-romana per la civiltà occidentale). I Gupta stabilirono un efficace sistema amministrativo e un forte potere centrale, permettendo tuttavia una sviluppata autonomia locale in periodo di pace, quando solo la raccolta delle tasse confluiva verso la capitale. La società era ordinata secondo le credenze induiste, con una rigida divisione in caste. L'induismo vide una cristallizzazione delle sue più importanti caratteristiche: principali divinità, pratiche devozionali e importanza dei templi. Fiorirono i commerci e gli scambi, mentre la mitologia e l'architettura induista e buddhista si radicarono nel Borneo, in Cambogia, in Thailandia, in Indonesia.
La fauna selvatica in India comprende a tutt'oggi un mix di specie dei più disparati tipi di organismi viventi. A parte una manciata di grandi animali da fattoria, come mucche, bufali, capre, pollame e maiali, l'India ha una sorprendentemente ampia varietà di animali nativi del territorio che vivono interamente allo stato selvaggio. La nazione è sede stabile della tigre del Bengala, dell'unico gruppo di leone asiatico presente ancora in Asia, oltre a molte specie di cervidae (i cervidi) e pitoni, al lupo nella sua sottospecie indiana ed alla volpe del Bengala; poi orsi, coccodrilli, cammelli, leopardi, i cani selvatici conosciuti come dhole o cuon alpinus, scimmie, alcuni tra i maggiori serpenti velenosi esistenti (uno fra tutti il cobra reale), antilopi, gaur ed infine l'elefante asiatico nella sua sottospecie battezzata Elephas maximus indicus. La ricca e variegata fauna del subcontinente indiano è conservata in ben 89 parchi nazionali e oltre 515 santuari della fauna selvatica sparpagliati per tutti i territori del paese, facendone uno dei luoghi con il maggior numero di animali selvatici viventi. L'India possiede inoltre alcune delle regioni più ricche di biodiversità del mondo ed ospita tre dei massimi punti caldi di biodiversità dei 34 dell'intero pianeta Terra e che sono i Ghati occidentali, la parte più orientale della catena montuosa dell'Himalaya e la zona indo-birmana, quella proprio a ridosso del confine orientale con la Birmania. L'India contiene 172 specie minacciate, pari al 2,9% di quelle designate dallo IUCN-Unione Internazionale per la Conservazione della Natura: questi includono l'elefante e il leone asiatico summenzionati, con la tigre reale bengalese, il rinoceronte indiano, il coccodrillo palustre e il gaviale, e l'avvoltoio Gyps bengalensis, che ha sofferto una quasi estinzione a causa dell'ingestione di carogne di bovini trattati con diclofenac. Negli ultimi decenni la sempre più massiccia invasione umana del territorio disponibile ha rappresentato una minaccia per la fauna selvatica dell'India; in risposta, il sistema di parchi nazionali e le aree protette , in primo luogo stabilito nel 1935, è stato notevolmente ampliato. Nel 1972, l'India ha promulgato la "legge sulla protezione della fauna selvatica" e subito dopo il "Project Tiger" a salvaguardia dell'habitat naturale; ulteriori protezioni federali furono promulgate nel 1980. L'India ora ospita anche 18 riserve della biosfera (tra cui l'intera Kangchenjunga, il parco nazionale di Manas e il parco nazionale di Panna), 9 delle quali fanno parte della rete mondiale di riserve della biosfera (tra cui il golfo di Mannar, il parco nazionale del Nanda Devi e il parco nazionale di Simlipal, le Sundarbans e le isole Nicobare), mentre 26 zone umide sono registrate nell'ambito della Convenzione di Ramsar. La fauna varia e ricchissima della nazione ha avuto un profondo impatto anche sulla cultura popolare dell'intera regione. Il nome comune indiano per designare un'area di foresta in cui è del tutto estranea la presenza umana (così come accade solitamente soltanto nel deserto) è ad esempio quello di "giungla", termine che è stato presto adottata dalla lingua inglese. La parola è stata anche resa famosa in Il libro della giungla dello scrittore inglese e premio Nobel per la letteratura 1907 Rudyard Kipling. La fauna selvatica dell'India è stata oggetto di numerosi altri racconti e favole, come il Panchatantra.
Il declino del buddhismo in India, la terra della sua nascita, si è verificato per una serie di motivi storici, concatenatisi con il successo con cui ha continuato a fiorire al di là dei confini del paese natale. Il buddhismo aveva visto una crescita costante dai suoi inizi avvenuti nel VI secolo a.C., fino al momento della sua approvazione come condizione religiosa statale ufficiale dell'Impero Maurya sotto Ashoka nel III secolo a.C. Ha continuato a prosperare nei secoli seguenti e durante i primi secoli dell'era volgare, diffondendosi anche al di là del subcontinente indiano per gran parte dell'Asia centrale e oltre fino alla Cina. Ma un costante declino del buddhismo in India fu impostato durante la successiva era dell'impero Gupta e sotto l'impero Pala. I monaci cinesi itineranti che viaggiano attraverso la regione tra il V e l'VIII secolo, come Fǎxiǎn, Xuánzàng, Yìjìng, Huisheng e Sogn Yun, hanno cominciato a parlare di un declino dello Sangha buddhista, soprattutto sulla scia dell'invasione da parte degli Unni bianchi. Un tal declino è poi continuato anche dopo la caduta della dinastia dei Pala avvenuta nel XII secolo e la progressiva conquista musulmana nel subcontinente indiano. A quel tempo, il buddhismo era diventato particolarmente vulnerabile a causa di governanti ostili alla sua forma di fede, poiché mancava di radici forti nella società in quanto la maggior parte dei suoi aderenti erano costituiti da gruppi comunitari ascetici strutturati in monasteri chiusi. A parte una piccola entità ' della comunità nel Bengala orientale (oggi chiamato Bangladesh), in cui era sopravvissuto fin dai tempi antichi ed il Nepal, il buddhismo si era praticamente estinto in India entro la fine del XIX secolo. In tempi recenti il buddhismo ha visto una rinascita in India a causa dell'influenza di Anagarika Dharmapala, Kripasaran Mahasthavir (del movimento dei dalit buddhisti), B. R. Ambedkar (primo ministro della giustizia e redattore della costituzione indiana) e Tenzin Gyatso, il 14º Dalai Lama (in esilio dal Tibet ove regnava, in terra indiana dal 1959).
L'Armata d'India (pt. Armada da Índia - plur. Armadas da Índia) era la flotta di navi organizzata dalla Corona del Regno del Portogallo e spedita su base annuale dal Portogallo all'India, principalmente a Goa. Queste armate si muovevano lungo la c.d. "Carreira da Índia" (it. "Rotta per l'India"), passante per il Capo di Buona Speranza e aperta per la prima volta da Vasco da Gama nella sua spedizione negli anni 1497-1499.