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La Via Francigena, Francisca o Romea, è parte di un fascio di percorsi, detti anche vie romee, che dall'Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conducevano nel Sud Europa fino a Roma proseguendo poi verso la Puglia, dove vi erano i porti d'imbarco per la Terra santa, meta di pellegrini e di crociati.
La Via degli Abati (o Via Francigena di montagna) è un cammino che fin dall'epoca longobarda metteva in comunicazione la città di Bobbio (PC) con Pavia, capitale del Regno longobardo e Pontremoli, passando per Bardi e Borgo Val di Taro verso Lucca e Roma. Veniva percorsa dagli abati e monaci dell'abbazia di San Colombano di Bobbio per recarsi in visita Ad limina Apostolorum al Papa, in visita alla corte reale di Pavia, e per il controllo e gli scambi con i vasti possedimenti del grande feudo monastico reale ed imperiale che si estendevano dall'Oltrepò pavese fino in Toscana; il percorso era su un tracciato specifico documentato dal Codice diplomatico del monastero bobiense e dalle regole di gestione, accoglienza e di ospitalità degli abati da parte delle strutture dedite all'ospitalità lungo il percorso. Era percorsa inoltre dai sovrani longobardi ed imperatori del Sacro Romano Impero, religiosi e monaci e da numerosi pellegrini, che lasciavano testimonianza di passaggio al monastero bobbiese ed alla rete di altri monasteri e xenodochia che li ospitavano.
Nel Medioevo erano chiamate vie romee (o romane, o romipete) le strade che i pellegrini percorrevano verso Roma, la città che costituiva una delle principali mete, con Gerusalemme e Santiago di Compostela, della Cristianità occidentale. Per ovvi motivi, la penisola italiana era particolarmente interessata da una fitta rete di tracciati viari diretti a Roma. Le strade più importanti erano denominate romee o romane: di qui la frequenza dei due nomi. Chi veniva da settentrione o da oriente, invece, percorreva altre vie romee, tra cui la Via Romea per eccellenza era quella che seguiva la costa adriatica, anche se da lontano, per evitare luoghi malsani o paludosi. Possiamo parlare, pertanto, di una Via Romea Nonantolana, una Via Romea della Sambuca, una Via Romea Germanica detta anche di Stade o Via Romea dell'Alpe di Serra, e altre ancora. I transiti per tutte queste vie per Roma aumentano specie a partire dal XII secolo, quando il flusso dei pellegrini romei viene sempre più alimentato dalle regioni cristianizzate dell'Europa centrale e dei paesi scandinavi.
Il nome Via del Volto Santo è stato assegnato solo recentemente a un ramo della Via Francigena. È una direttrice viaria medievale, un ramo di quelle vie Francigene o Romee che univano Roma "Caput Mundi" alla Francia. La "Via del Volto Santo" che passa parallela e a nord delle Alpi Apuane è alternativa al famoso viaggio di Sigerico di Canterbury che percorse, durante il ritorno da Roma, la strada fra Lucca e la Lunigiana lungo la costa Tirrenica aggirando Le Alpi Apuane da sud. È praticamente il percorso montano di quel fascio di strade che univano la Lunigiana alla Garfagnana e quindi a Lucca, importantissima meta del pellegrinaggio medievale per la devozione al Volto Santo, il crocifisso ligneo esposto nel Duomo di Lucca. Deve il suo nome, di assegnazione attuale, per distinguerlo dal percorso di costa fatto da Sigerico nel 990 d.C. ma di fatto non è che un ramo montano di quelle vie medievali che dalla Lunigiana attraverso la Garfagnana, percorrendo la Valle del Serchio, raggiungevano Lucca.
La Toscana (AFI: /tosˈkana/) è una regione italiana a statuto ordinario di 3 676 116 abitanti, situata nell'Italia centrale, con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.Il capoluogo regionale è Firenze, la città più popolosa (382 000 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda. Il nome è antichissimo e deriva dall'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere. Fino al 1861 è stata un'entità indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana con una enclave costituita dalla Repubblica e poi Ducato di Lucca. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d'Italia e successivamente della Repubblica Italiana. In epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda. La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui furono abolite la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana, primo Ordinamento al mondo ad abolire legalmente la pena di morte.
La Sacra di San Michele, o più propriamente Abbazia di San Michele della Chiusa, localmente chiamata anche Sagra di San Michele, è un complesso architettonico arroccato sulla vetta del monte Pirchiriano, all'imbocco della val di Susa, nella Città metropolitana di Torino, in Piemonte, nei territori dei comuni di Sant'Ambrogio di Torino e di Chiusa di San Michele, poco sopra la borgata San Pietro. Collocata su un imponente basamento di 26 metri a 960 metri di altitudine s.l.m, affacciandosi dalla cima del monte Pirchiriano sul confine fra le Alpi Cozie e la Pianura Padana, è il monumento simbolo del Piemonte e una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio alpino, appartenente alla diocesi di Susa, prima tappa in territorio italiano della via Francigena. Dal XII al XV secolo visse il periodo del suo massimo splendore storico, divenendo uno dei principali centri della spiritualità benedettina in Italia. Nel XIX secolo vi fu insediata la congregazione dei padri rosminiani. Nel 2015, il sito è stato uno dei vincitori del concorso fotografico mondiale Wiki Loves Monuments. Nel 2016 il museo del complesso monumentale abbaziale è stato visitato da oltre 100.000 persone. Nella notte del 24 gennaio 2018, il Monastero Vecchio della Sacra ha subito ingenti danni a seguito di un incendio divampato sul tetto, senza impattare la parte architettonicamente più rilevante, che necessita di importanti restauri. Lo scenario monastico ha largamente ispirato il romanzo storico di Umberto Eco Il nome della rosa.
Bussoleno (Bussolin in piemontese e in francese, Busoulin in francoprovenzale) è un comune italiano di 5 806 abitanti, nella zona ovest di Torino, in Piemonte, situato in val di Susa, cresciuto nel Medioevo grazie ai commerci della via Francigena proveniente dal Moncenisio, nell'età moderna grazie alle ferriere e al deposito ferroviario della linea Torino-Modane.