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Il servizio militare di leva in Italia (formalmente coscrizione obbligatoria di una classe, popolarmente naja) indica, in Italia, il servizio militare obbligatorio. Istituito nello stato unitario italiano con la nascita del Regno d'Italia e confermato con la nascita della Repubblica italiana, è stato in regime operativo dal 1861 al 2004, per 143 anni. L'obbligatorietà del servizio, prevista dalla costituzione della Repubblica Italiana, è ordinariamente inattiva dal 1º gennaio 2005, come stabilito dalla legge 23 agosto 2004, n. 226. Il personale militare di leva percepisce durante il servizio un'indennità, più volte modificata nel corso degli anni e di importo variabile a seconda dell'Arma, del Corpo di inquadramento e delle funzioni svolte. Il servizio prestato è inoltre valido ai fini pensionistici ed è tale anche in seguito all'emanazione della legge Martino.
Il servizio militare (servizio di leva, leva militare, leva obbligatoria) indica il servizio, obbligatorio o volontario che un cittadino di uno Stato svolge, per un periodo di tempo prestabilito, presso le Forze armate del paese presso il quale risiede, tramite l'istituto della coscrizione. L'obbligatorietà del servizio, in molti Stati, generalmente ricade solo sui cittadini di sesso maschile (con alcune eccezioni, come ad esempio Israele e Corea del Nord, ove tale obbligo è stabilito anche per le donne). In via generale, può essere prestato in varie forme, anche con forme di arruolamento volontario e in corpi speciali.
La storia dei servizi segreti italiani descrive l'evoluzione dei servizi segreti italiani, dall'unità d'Italia ad oggi. Il primo vero servizio segreto dello stato italiano unitario fu il Servizio informazioni militare (SIM), di impostazione militare, che iniziò a utilizzare anche membri dell'Arma dei Carabinieri nelle proprie fila, i servizi del dopoguerra con il SIFAR prima e il Servizio informazioni difesa (SID) dopo, poi la riforma del 1977 con la creazione di un servizio civile e uno militare (SISMI e SISDE), fino alla riforma del 2007, che ha diviso i servizi per competenze territoriali (AISI e AISE). Gli apparati di intelligence italiani hanno dato più volte adito a gravi scandali ed a sospetti di dubbia fedeltà verso gli interessi nazionali, tanto che è diventato un luogo comune giornalistico parlare di "servizi deviati", infatti molto spesso si è parlato di presunti rapporti tra servizi segreti italiani e criminalità. Tuttavia, è autorevole opinione di esperti dello specifico contesto storico che tale supposta deviazione dissimulasse la fedeltà ai vertici politico-istituzionali e alle esigenze di un ordine sovranazionale, legato alla logica dei blocchi contrapposti di superpotenze e - più in generale - all'adesione dell'Italia a protocolli internazionali non conoscibili dall'opinione pubblica italiana.
Il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (S.I.S.De.) è stato un servizio segreto italiano. Secondo le legge istitutiva doveva "agire per la difesa dello Stato democratico e delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo fondamento contro chiunque vi attenti e contro ogni forma di eversione". Il suo motto era "Per Aspera ad Veritatem", titolo anche della sua rivista specializzata. È stato in attività dal 1978 fino alla riforma dell'intelligence italiana del 2007, quando fu sostituito dall'Agenzia informazioni e sicurezza interna, AISI.
VFP1 (acronimo di volontario in ferma prefissata di 1 anno) è un militare delle forze armate italiane inquadrato nel ruolo della categoria dei militari di truppa che presta servizio nel periodo di un anno, nell'Esercito Italiano, nella Marina Militare o nell'Aeronautica Militare. La figura è stata istituita dalla legge 23 agosto 2004 n. 226 (legge Martino) e costituisce il primo livello di accesso alle forze armate italiane in modo volontario. La ferma è rinnovabile per due successive rafferme e il compimento di un anno effettivo di servizio ed è necessaria per la partecipazione ai concorsi per il reclutamento dei VFP4.
Il servizio volontario europeo (in sigla SVE) è un'esperienza di formazione finanziata dalla Commissione europea attraverso il programma "Erasmus+" (2014-2020), che permette ad un giovane di età compresa tra i 17 e i 30 anni di svolgere un progetto di volontariato in un altro paese per un periodo normalmente compreso tra 2 e 12 mesi. Esistono SVE di durata inferiore ai 2 mesi, ma sono solitamente riservati a giovani con minori opportunità o a progetti di gruppo in cui diversi volontari svolgono insieme lo stesso servizio. Lo SVE fa parte della Key Action 1 del più ampio programma "Erasmus+" il cui obiettivo è sostenere l'educazione non formale in Europa. Lo SVE esiste dal 1998, anno in cui per la prima volta un programma biennale chiamato "European Voluntary Service for Young People" fu approvato dalla Commissione europea. Le attività in uno SVE possono essere le più diverse, attività con i bambini, nel campo dell'ambiente, dell'arti e della cultura. Ogni progetto coinvolge una partnership triangolare, ovvero un volontario, un'organizzazione di invio e una di accoglienza. Uno dei paesi coinvolti nel progetto deve essere per forza un paese dell'Unione europea.