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Pubblicazione: Firenze : Morgana : Giunta Regionale Toscana, 1987
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Con il termine Sacro Monte, pur non essendovi una definizione univoca, si intende solitamente un complesso a carattere religioso connotato da: lo snodarsi di un percorso devozionale lungo le pendici di un'altura, in un ambiente naturale isolato e di rilevante interesse paesaggistico; la presenza di strutture (aventi una qualche monumentalità) come chiese, cappelle al cui interno si illustrano, con forme suggestive di espressività artistica (sculture, dipinti, ecc.), le scene connotanti in modo evocativo il percorso devozionale; una tradizione secolare di pellegrinaggi e di testimonianze di fede.I criteri indicati si ritrovano implicitamente anche nella seguente definizione: Lo scopo dei Sacri Monti, che si cominciarono a costruire in Italia a partire dalla fine del Quattrocento, fu all'inizio quello di offrire ai pellegrini un'alternativa più sicura rispetto ai viaggi in Terra santa; poi divenne quello di offrire ai fedeli un percorso di meditazione e di preghiera che si snodasse attraverso la rappresentazione per immagini della Vita e della Passione di Gesù; altre volte il percorso devozionale è dedicato alla Vergine ed ai "misteri" del Rosario, oppure alla Trinità, ed anche alla vita di alcuni Santi particolarmente venerati (segnatamente a san Francesco d'Assisi, oppure a san Carlo Borromeo). Alle cappelle si aggiungono solitamente chiese e santuari capaci di ospitare i pellegrini. Lo storico Franco Cardini scrive: "L'idea del complesso di memoriae non era del tutto nuova. I complessi devozionali collegati alla teatralizzazione della Passione sono strettamente legati alla devotio moderna fiammingo-borgognona del Tre-Quattrocento e costituiscono una rete che avvolgeva tutta l'Europa, anche se molti di loro andarono distrutti con la Riforma protestante". Lo storico aggiunge che il Sacro Monte prealpino s'inserisce nel quadro di un grande archetipo religioso, quello della "montagna sacra", presente ovunque nelle religioni, "un mitema universale, di cui l'Ararat, l'altura del monte Sion, il Monte Sinai, il Monte Tabor, il Monte Carmelo e soprattutto il Calvario sembrano i testimoni nella tradizione biblico-evangelica".Oggi molti Sacri Monti, oltre che luoghi di culto, sono considerati luoghi di interesse storico, artistico e naturalistico meritevoli di speciale tutela. In Europa il numero di Sacri Monti, di Calvari, di Via Crucis e, in genere, di complessi devozionali aventi una qualche tradizione storica e monumentalità è molto elevato: un censimento effettuato nel 2001 ha consentito di individuarne ben 1815, e si tratta di un censimento certamente incompleto. Molti di tali complessi - per storia, tradizione di fede, opere artistiche presenti, qualità paesaggistiche - sono di straordinario interesse. L'UNESCO nel 1999 ha incluso nella sua lista dei beni appartenenti al Patrimonio dell'Umanità il Kalwaria Zebrzydowska in Polonia. Anche in Italia, esistono in diverse regioni Sacri Monti di grande pregio culturale, storico, artistico e naturalistico. Ricordiamo ad esempio il Sacro Monte di San Vivaldo di Montaione in Toscana oppure quello delle Sette Chiesette di Monselice in Veneto. Anche il Santuario della Madonna di San Luca a Bologna presenta molti connotazioni tipiche di un Sacro Monte. Straordinaria è la presenza, in Piemonte e Lombardia, di Sacri Monti prealpini. Essa si collega per molti versi al ruolo affidato alle opere d'arte di strumento pedagogico capace di coinvolgere emotivamente e spiritualmente i fedeli, secondo una concezione maturata nella Chiesa dopo il Concilio di Trento, che trovò un'infaticabile opera di promozione in San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, e in alcuni vescovi delle diocesi da lui dipendenti. L'UNESCO, nel 2003, ha inserito anche un gruppo di nove di tali complessi, denominati Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
San Vivaldo è un convento situato nell'omonima frazione del comune di Montaione, in provincia di Firenze, compreso nel territorio della diocesi di Volterra. È famoso soprattutto per una ventina di cappelle disposte attorno ad esso che compongono un sacro monte, l'unico del genere in Toscana, realizzato a partire dal XVI secolo da artisti per lo più fiorentini.
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