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Titolo uniforme: Atene
Autore principale: Albini, Umberto, 1923-2011
Pubblicazione: Milano : Garzanti, 1994
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Atene (AFI: /aˈtɛne/; in greco: Αθήνα, traslitterato: Athína; in greco antico: Ἀθῆναι, Athḕnai) è un comune greco di 655 780 abitanti, capitale della Repubblica Ellenica, capoluogo dell'unità periferica di Atene Centrale e della periferia dell'Attica. Ha una superficie di 39 km², ma l'area metropolitana intesa come Grande Atene ha un'estensione di 412 km² con 4 013 368 abitanti, ed è così la settima conurbazione più grande dell'Unione europea, e la quinta capitale più popolosa dell'Unione. Tradizionalmente la protettrice della città è la dea Atena, raffigurata sia sullo stemma che sulla bandiera della città. Metropoli cosmopolita e centro economico, finanziario, industriale e culturale della Grecia, ha una notevole importanza a livello europeo, ma anche mondiale: nel 2012 è stata classificata come la 39ª città più ricca del mondo per potere d'acquisto e come la 77ª più costosa in una ricerca effettuata dalla società svizzera UBS. È nota in tutto il mondo per la nascita della democrazia, per essere stata la sede dell'accademia di Platone e del liceo di Aristotele, oltre che aver dato i natali a Socrate, Pericle, Sofocle e molti altri filosofi e personaggi importanti dell'antichità. Tra le città più antiche del mondo, è stata una fiorente polis ed è considerata la culla della civiltà occidentale. Nel XXI secolo è stata al centro dell'attenzione di tutto il mondo per aver organizzato con successo i Giochi della XXVIII Olimpiade nel 2004 e per l'inaugurazione del Nuovo Museo dell'Acropoli nel 2009, che ha riaperto il dibattito riguardante i Marmi del Partenone. Dall'aprile 2018 all'aprile 2019, Atene è capitale mondiale del libro. La città è anche la sede del Santo Sinodo della Chiesa di Grecia, presso il Monastero di Petraki.
I processi degli Scipioni furono due importanti casi politico-giudiziari avvenuti nel II secolo a.C. nella Roma repubblicana, che coinvolsero i fratelli Lucio e Publio Scipione, il vincitore di Zama. I processi rappresentarono uno scontro politico che oppose tra loro due ali della classe aristocratica romana. Quella capeggiata da Catone, ma che ebbe, in questo caso, anche l'appoggio di elementi democratici, formata dai grandi latifondisti interessati allo sfruttamento in larga scala del lavoro schiavile, all'ampliamento dei mercati, al grande commercio, contro quella rappresentata dagli Scipioni, formata dai proprietari terrieri legati all'economia tradizionale italica e ai rapporti clientelari, poco interessata alla politica delle conquiste e della trasformazione in province degli Stati sottomessi. Per questo motivo Catone - che decenni dopo vorrà a tutti i costi la completa distruzione di Cartagine - si dimostrò sempre ostile agli Scipioni e ai Flaminini, che avevano vinto ma concluso con Annibale, con Filippo V e con Antioco III tre trattati di pace relativamente miti. Non solo: mentre Publio Scipione sembrò incarnare uno spirito nuovo, aperto alla cultura politica ellenistica, fondata sul principato, Catone fu un conservatore intransigente, nemico della civiltà greca e deciso difensore dei princìpi tradizionali della Repubblica, e vide in Scipione un pericolo per le stesse istituzioni di Roma.
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