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Autore principale: Sterbini, Cesare
Serie: Edizioni Ricordi
Serie: Libretti d'opere teatrali
Serie: Le grandi opere liriche ; 19
Fa parte di: 5.1: Il libretto del melodramma dell'Ottocento / a cura di Cesare Dapino ; introduzione di Folco Portinari
Serie: I libretti d'opera : nuova collana / a cura di Eduardo Rescigno
Serie: Libretti d'opera per stranieri ; 5
Fa parte di: Stagione d'opera 2000-2001
L'ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra, o Il seduttore di Siviglia e convitato di pietra, (in spagnolo: El burlador de Sevilla y convidado de piedra) è un'opera teatrale attribuita a Tirso de Molina, scritta nel 1616. È la prima opera in cui figura don Giovanni, e riscontrerà un poderoso successo nella drammaturgia e nell'operistica europea successiva.
Il barbiere di Siviglia o La precauzione inutile (Le Barbier de Séville ou la Précaution inutile) è una commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais. Rappresentata per la prima volta nel 1775, propone una satira lieve ma efficace dell'ottimismo della classe borghese in ascesa prima della rivoluzione, nello stile tipico del drammaturgo francese. Assieme a Il matrimonio di Figaro (proibito nel 1783, ma andato in scena l'anno successivo) e al meno famoso La madre colpevole (1792) costituisce una trilogia basata sullo stesso gruppo di personaggi. Dalla fortunata commedia di Beaumarchais furono ricavate numerose riduzioni operistiche. La più celebre è Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.
Don Giovanni Tenorio (in spagnolo Don Juan Tenorio) è un personaggio del teatro e della letteratura europea. Comparso per la prima volta nel 1632 nella commedia di Tirso de Molina L'ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra (titolo originale El Burlador de Sevilla y convidado de piedra), è stato poi ripreso da Molière nel 1665 con la tragicommedia Don Giovanni o Il convitato di pietra alla quale si è ispirato il coreografo Gasparo Angiolini per realizzare nel 1761 il balletto pantomimo Don Juan ou Le festin de pierre, in collaborazione con Christoph Willibald Gluck per la musica e Ranieri de' Calzabigi per il libretto. Il personaggio è stato poi reso celebre dall'opera lirica Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart (1787) e in seguito riutilizzato da vari autori nel teatro e nella letteratura: Carlo Goldoni, Lord Byron, Aleksandr Sergeevič Puškin, José Zorrilla, José de Espronceda o ancora José Saramago e Jacinto Grau Delgado. In italiano e in spagnolo il termine dongiovanni è usato oggi come sinonimo di donnaiolo, sciupafemmine, con la stessa accezione del termine Casanova.
In campo musicale per aria (in francese anche air, ayr e ayre e in inglese anche air) si intende un brano, quasi sempre per voce solista, articolato in strofe o sezioni. Nella storia dell'opera essa si contrappone al recitativo e rappresenta, sin dalle origini, un momento in cui la forma musicale, con le sue simmetrie e regole interne, prende il sopravvento sull'azione e sul dialogo. Di conseguenza, essa coincide normalmente con un momento drammaturgicamente statico, se non addirittura - specie nel primo Ottocento italiano - con un momento di sospensione del tempo durante il quale lo spettatore ha accesso all'intimo sentimento del personaggio. Altrettanto statico è l'impianto tonale. Non mancano tuttavia, specie nel genere buffo, le cosiddette arie d'azione.
Il barbiere di Siviglia o La precauzione inutile (Le Barbier de Séville ou la Précaution inutile) è una commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais. Rappresentata per la prima volta nel 1775, propone una satira lieve ma efficace dell'ottimismo della classe borghese in ascesa prima della rivoluzione, nello stile tipico del drammaturgo francese. Assieme a Il matrimonio di Figaro (proibito nel 1783, ma andato in scena l'anno successivo) e al meno famoso La madre colpevole (1792) costituisce una trilogia basata sullo stesso gruppo di personaggi. Dalla fortunata commedia di Beaumarchais furono ricavate numerose riduzioni operistiche. La più celebre è Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.
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