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Autore principale: Tone, Pier Giorgio
Serie: Il castoro cinema ; 53
Serie: I libri dell'Unità [L'Unità/Il Castoro] ; 53
Serie: Il castoro cinema [La Nuova Italia] ; 53
Carl Theodor Dreyer (IPA: [kɑːˀl teːodoɐ̯ ˈdʁɑjɐ]) (Copenaghen, 3 febbraio 1889 – Copenaghen, 20 marzo 1968) è stato un regista, sceneggiatore, montatore, critico cinematografico e giornalista danese, considerato tra i massimi esponenti della cinematografia mondiale. La storiografia e la critica cinematografiche riconoscono oggi in Carl Theodor Dreyer uno dei maggiori registi di lungometraggi muti e sonori, ineguagliato maestro di stile e autore di “alcuni dei film più rigorosi della storia del cinema”. Lontano dal ricorrere ai facili formalismi, Dreyer descrisse con uno stile ascetico e accuratissimo e con una notevole forza espressiva la complessità morale dell’uomo, sondando le profondità spirituali della fede, dell’amore e della morte. Dreyer rifiutò sempre ogni genere di compromesso commerciale e la sua non molto ampia opera cinematografica ebbe scarso successo tra il pubblico, mentre diversi registi, soprattutto tra quelli della generazione successiva alla sua, influenzati e ispirati dal suo stile, videro in lui un maestro.
Carl Theodor Dreyer (IPA: [kɑːˀl teːodoɐ̯ ˈdʁɑjɐ]) (Copenaghen, 3 febbraio 1889 – Copenaghen, 20 marzo 1968) è stato un regista, sceneggiatore, montatore, critico cinematografico e giornalista danese, considerato tra i massimi esponenti della cinematografia mondiale. La storiografia e la critica cinematografiche riconoscono oggi in Carl Theodor Dreyer uno dei maggiori registi di lungometraggi muti e sonori, ineguagliato maestro di stile e autore di “alcuni dei film più rigorosi della storia del cinema”. Lontano dal ricorrere ai facili formalismi, Dreyer descrisse con uno stile ascetico e accuratissimo e con una notevole forza espressiva la complessità morale dell’uomo, sondando le profondità spirituali della fede, dell’amore e della morte. Dreyer rifiutò sempre ogni genere di compromesso commerciale e la sua non molto ampia opera cinematografica ebbe scarso successo tra il pubblico, mentre diversi registi, soprattutto tra quelli della generazione successiva alla sua, influenzati e ispirati dal suo stile, videro in lui un maestro.
Dies irae è un film del 1943 diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film è stato prodotto e girato in Danimarca durante l'occupazione nazista. Tratto dal dramma teatrale Anne Pedersdotter (1906) del norvegese Hans Wiers-Jenssen, è il quarto film sonoro del regista ed è considerato come una delle massime espressioni della sua arte, "una vetta nell'itinerario di Dreyer e nella storia del cinema".
La passione di Giovanna d'Arco (La passion de Jeanne d'Arc) è un film muto del 1928 diretto da Carl Theodor Dreyer, tratto dal romanzo Vie de Jeanne d'Arc di Joseph Delteil e dagli atti del processo.
Vampyr - Il vampiro (Vampyr - Der Traum des Allan Grey) è un film del 1932 diretto da Carl Theodor Dreyer. Conosciuto anche come La strana avventura di David (o Allan) Gray, si tratta del primo film sonoro di Dreyer sebbene gli attori ricorrano poco al parlato. Il film si inserisce nell'ipotetica trilogia da cui ha avuto origine l'intera cinematografia sui vampiri. Anche se successivo al Dracula di Tod Browning e al Nosferatu di Murnau, Dreyer non ne subisce l'influenza ma, al contrario, traccia delle proprie convinzioni stilistiche e di contenuto che si discostano dalle opere precedenti. Una su tutte, la fonte di ispirazione che non è più il romanzo di Bram Stoker, bensì le novelle di Joseph Sheridan Le Fanu.
Cinematografo è un album-raccolta del 2010 che contiene 12 brani interpretati dal cantante Mario Merola.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
Record aggiornato il: 2024-05-27T02:52:38.241Z