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Pubblicazione: Roma : Cardinal Ferrari
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: seriale, Lingua: ita, Paese: IT
Il carroccio era un grande carro a quattro ruote recante le insegne cittadine attorno al quale si raccoglievano e combattevano le milizie dei comuni medievali. Era particolarmente diffuso tra le municipalità lombarde, toscane e, più in generale, dell'Italia settentrionale. In seguito il suo uso si propagò anche fuori dell'Italia. Era il simbolo delle autonomie comunali. Difeso da truppe scelte, pavesato con i colori del comune, era trainato generalmente da buoi e trasportava un altare, una campana (chiamata "martinella") e un'antenna su cui erano collocate una croce e le insegne cittadine. In tempo di pace era custodito nella chiesa principale della città a cui apparteneva.
La battaglia di Legnano fu combattuta tra l'esercito imperiale di Federico Barbarossa e le truppe della Lega Lombarda il 29 maggio 1176 tra le località di Legnano e Borsano, nell'Alto Milanese, nell'attuale Lombardia. Sebbene la presenza del nemico nei dintorni fosse già nota a entrambi gli schieramenti, questi si incontrarono improvvisamente senza avere il tempo di pianificare alcuna strategia. Lo scontro fu cruciale nella lunga guerra intrapresa dal Sacro Romano Impero per tentare di affermare il suo potere sui comuni dell'Italia settentrionale, che decisero di mettere da parte le reciproche rivalità alleandosi in un'unione militare guidata simbolicamente da papa Alessandro III, la Lega Lombarda. La battaglia pose fine alla quinta e ultima discesa in Italia dell'imperatore Federico Barbarossa, che dopo la sconfitta cercò di risolvere la questione italiana tentando l'approccio diplomatico. Questo sfociò qualche anno più tardi nella pace di Costanza (25 giugno 1183), con la quale l'Imperatore riconobbe la Lega Lombarda dando concessioni amministrative, politiche e giudiziarie ai comuni e ponendo ufficialmente fine al suo tentativo di egemonizzare l'Italia settentrionale. Alla battaglia fa riferimento Il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro, che recita: « [...] Dall'Alpi a Sicilia dovunque è Legnano [...]» in ricordo della vittoria delle popolazioni italiane su quelle straniere. Grazie a questo scontro, Legnano è l'unica città, oltre a Roma, a essere citata nell'inno nazionale italiano. A Legnano, per commemorare la battaglia, si svolge annualmente dal 1935, nell'ultima domenica di maggio, il Palio cittadino. In ambito istituzionale, la data del 29 maggio è stata scelta come festa regionale della Lombardia.
La Lega Lombarda fu un'alleanza militare che venne costituita tra alcuni comuni dell'Italia settentrionale durante il Medioevo. Anche se, teoricamente, si trattò sempre dello stesso soggetto rinnovato in occasione delle minacce alle libertà comunali, tipicamente si parla di due differenti Leghe, per differenziare il periodo in cui la Lega combatté contro Federico Barbarossa da quello in cui combatté contro Federico II di Svevia. Pur avendo come finalità preponderante quella militare, ebbe un governo stabile, ritenuto uno dei primi esempi confederali nell'Europa dei Comuni.
Alberto da Giussano (in lombardo Albert de Giussan, in latino Albertus de Gluxano) è un personaggio leggendario del XII secolo che avrebbe partecipato, da protagonista, alla battaglia di Legnano (29 maggio 1176). In realtà, secondo gli storici, l'effettivo capo militare della Lega Lombarda nel celebre scontro militare con Federico Barbarossa fu Guido da Landriano. Analisi storiche fatte nel corso del tempo hanno infatti dimostrato che la figura di Alberto da Giussano non è mai esistita. In passato gli storici, tentando di trovare un riscontro reale, hanno ipotizzato l'identificazione della sua figura con Albertus de Carathe (Alberto da Carate) e Albertus Longus (Alberto Longo), entrambi tra i milanesi che firmarono nel marzo 1167 a Cremona il patto che istituiva la Lega Lombarda, oppure in un Alberto da Giussano menzionato in un ricorso del 1196 presentato a papa Celestino III sull'amministrazione della chiesa-ospedale di San Sempliciano. Queste, però, sono tutte identificazioni deboli, visto che sono prive di conferme storiche chiare e convincenti.
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