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Autore principale: Sciascia, Leonardo
Pubblicazione: Roma : Gruppo Editoriale l'Espresso - Divisione La Repubblica, 2002
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
A ciascuno il suo è un romanzo giallo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1966 dalla casa editrice Einaudi. È il secondo romanzo poliziesco di Sciascia ed è ispirato all'assassinio del commissario di pubblica sicurezza di Agrigento Cataldo Tandoy (1960). Il titolo è la traduzione dal latino di unicuique suum, frase stampata sul retro della lettera minatoria che compare nel racconto ed elemento rilevante per l'indagine.
A ciascuno il suo è un film del 1967 diretto da Elio Petri, liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia.Questo film segna l'inizio del fortunato sodalizio artistico fra Elio Petri, Ugo Pirro e Gian Maria Volonté.
A ciascuno il suo è un film del 1967 diretto da Elio Petri, liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia.Questo film segna l'inizio del fortunato sodalizio artistico fra Elio Petri, Ugo Pirro e Gian Maria Volonté.
A ciascuno il suo destino (To Each His Own) è un film drammatico statunitense del 1946, diretto da Mitchell Leisen, sceneggiato da Charles Brackett e interpretato da Olivia de Havilland, Mary Anderson e John Lund che esordì in questa pellicola. Olivia de Havilland vinse il Premio Oscar per la miglior attrice protagonista con questa pellicola nel 1947, mentre il film ricevette anche la candidatura per la Migliore sceneggiatura.
Ciascuno a suo modo è una commedia scritta da Luigi Pirandello nel 1924. L'opera fa parte della cosiddetta trilogia del teatro nel teatro, preceduta da Sei personaggi in cerca d'autore e seguita da Questa sera si recita a soggetto. La rappresentazione della commedia, così come indicata dall'autore, si svolge in due spazi scenici differenti: il palcoscenico da un lato, e i luoghi generalmente utilizzati dal pubblico, come l'ingresso, il foyer e la sala, dall'altro. Secondo il critico teatrale Eligio Possenti (1886-1966), la commedia mette in risalto la contraddizione interna di ogni essere umano tra le proprie azioni e le motivazioni «dell'altro che è dentro di noi e viene chissà di dove e determina 'non si sa come' i nostri atti». Lo sdoppiamento tra i personaggi e i loro atti è ottenuto tramite la contemporanea presenza, in sala e sul palcoscenico, dei protagonisti di un caso di cronaca. Ad ogni calare di sipario i protagonisti 'reali' delle vicenda (che viene rappresentata, da altri attori, sul palcoscenico) si accalorano, inveendo contro l'autore e la commedia. Il gioco teatrale si svela nel finale, quando, inaspettatamente, i personaggi della 'realtà' e quelli della 'finzione' si riuniscono per l'uscita finale. Questa commedia, la meno fortunata della trilogia metateatrale, è una riflessione molto in anticipo sui tempi sul rapporto tra arte e realtà. Questo tema verrà approfondito da altri nei decenni successivi, reso attuale dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa. Nel meccanismo creato da Pirandello la rappresentazione viene influenzata da presunti fatti reali, ma succede anche l'opposto: la realtà viene modificata dalla finzione scenica, tanto da spingere i personaggi presenti in sala ad arrivare alle stesse conclusioni di quelli che recitano sulla scena. Secondo Giovanni Calendoli «Ciascuno a suo modo propone il gioco dell'infinito rapporto che si stabilisce tra la realtà e la rappresentazione, illustrando l'implacabile suggestione che la rappresentazione artistica esercita sulla realtà, plasmandola a sua somiglianza»
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