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Autore principale: Zagarrio, Vito
Pubblicazione: Firenze : La nuova Italia, 1980
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Roman François Coppola (Neuilly-sur-Seine, 22 aprile 1965) è un regista, attore e produttore cinematografico statunitense.
Sofia Carmina Coppola (New York, 14 maggio 1971) è una regista, sceneggiatrice e attrice statunitense. È la figlia del regista italoamericano Francis Ford Coppola, sorella del regista Roman Coppola, nipote dell'attrice Talia Shire e cugina di Nicolas Cage, Jason Schwartzman e Robert Carmine. Debutta dietro la macchina da presa nel 1999 con il film Il giardino delle vergini suicide. Nel 2004 è stata la prima donna statunitense e la terza in assoluto ad avere ottenuto una candidatura all'Oscar al miglior regista per il pluripremiato film Lost in Translation - L'amore tradotto, per cui si aggiudica l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale, il Golden Globe per la migliore sceneggiatura, l'Independent Spirit Award per il miglior regista e per la miglior sceneggiatura. Nel 2006 dirige il film biografico Marie Antoinette, candidato alla Palma d'oro al Festival di Cannes. Nel 2010 si aggiudica il Leone d'oro al miglior film (il premio più prestigioso) per il suo Somewhere alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia dalla giuria presieduta da Quentin Tarantino. Nel 2013 dirige il film Bling Ring. Nel 2017 dirige il film L'inganno, con il quale si aggiudica il Prix de la mise en scène al Festival di Cannes 2017. Sofia Coppola è considerata una dei registi del nuovo cinema statunitense, di cui è una delle autrici di punta assieme a molti altri registi come Spike Jonze, Wes Anderson, Paul Thomas Anderson, Charlie Kaufman e Richard Linklater.
Il padrino - Parte III (The Godfather: Part III) è un film del 1990 diretto da Francis Ford Coppola, e interpretato da Al Pacino, terza ed ultima parte della trilogia sulla famiglia Corleone iniziata nel 1972. Michael Corleone, ormai anziano e indebolito dal diabete, inizia un'opera di estromissione della famiglia dal mondo della malavita gettandosi in affari legali con la Banca Vaticana, e trova in Vincent Mancini, figlio illegittimo di suo fratello Sonny, un degno erede alla guida del suo impero criminale. La pellicola, candidata a 7 premi Oscar, è l'ultima della narrazione sulla famiglia Corleone, che vede il suo definitivo tramonto nei primi anni novanta. In quest'ultimo capitolo ritroviamo tutto il cast dei primi due film, oltre alle new-entry Andy García (Vincent Mancini) e Sofia Coppola (Mary Corleone), ad eccezione di Robert Duvall (Tom Hagen). In sostituzione il regista Coppola inventò apposta il personaggio di B.J. Harrison, interpretato da George Hamilton.
Apocalypse Now è un film del 1979 diretto da Francis Ford Coppola. Liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad, Cuore di tenebra, il film vinse la Palma d'oro al 32º Festival di Cannes e il premio oscar per la migliore fotografia a Vittorio Storaro e quello per il miglior sonoro a Walter Murch. Considerato il film sulla guerra del Vietnam più celebre di sempre, Apocalypse Now è una vivida rappresentazione dell'insolubile dilemma morale costituito dalla guerra; dilemma incentrato, in questa pellicola, sulle figure del colonnello Walter Kurtz (Marlon Brando) - un disertore, il quale, sommariamente, dovrebbe incarnare il male, la follia e la devianza - e del capitano Benjamin Willard (Martin Sheen) - un sicario, al quale spetta, genericamente, l'impersonificazione del bene, del raziocinio e del rispetto delle "regole". Tuttavia, lo sviluppo del film suggerisce almeno una parziale ricollocazione di queste due figure e dei valori da esse rappresentati, nonché una seria discussione sulla difficoltà umana di separare nettamente il bene e il male, la follia e il raziocinio, la normalità e la ribellione.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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