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Titolo uniforme: Crises et recessions economiques
Autore principale: Flamant, Maurice ; Singer-Kérel, Jeanne
Pubblicazione: Messina ; Firenze : D'Anna, 1973
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La grande recessione fu una crisi economica mondiale verificatasi tra il 2007 ed il 2013 scoppiata negli Stati Uniti d'America nel 2006 in seguito alla crisi dei subprime e del mercato immobiliare. Fu innescata dallo scoppio di una bolla immobiliare, che produsse a catena una grave crisi finanziaria nell'economia americana. La recessione ha poi gradualmente assunto un carattere globale, spinta da meccanismi finanziari di contagio, e perdurante (tranne alcune eccezioni come India e Cina) con la spirale recessiva che si è ulteriormente aggravata, in diversi Paesi europei (Europa mediterranea e altri), con la crisi del debito degli stati sovrani europei. Tra i principali fattori della crisi figurano gli alti prezzi delle materie prime (petrolio in primis), una crisi alimentare mondiale, la minaccia di una recessione in tutto il mondo e una crisi creditizia (seguita a quella bancaria) con conseguente crollo di fiducia dei mercati borsistici. Viene considerata da molti economisti come una delle peggiori crisi economiche della storia, seconda solo alla grande depressione dei primi anni del XX secolo.
La grande recessione fu una crisi economica mondiale verificatasi tra il 2007 ed il 2013 scoppiata negli Stati Uniti d'America nel 2006 in seguito alla crisi dei subprime e del mercato immobiliare. Fu innescata dallo scoppio di una bolla immobiliare, che produsse a catena una grave crisi finanziaria nell'economia americana. La recessione ha poi gradualmente assunto un carattere globale, spinta da meccanismi finanziari di contagio, e perdurante (tranne alcune eccezioni come India e Cina) con la spirale recessiva che si è ulteriormente aggravata, in diversi Paesi europei (Europa mediterranea e altri), con la crisi del debito degli stati sovrani europei. Tra i principali fattori della crisi figurano gli alti prezzi delle materie prime (petrolio in primis), una crisi alimentare mondiale, la minaccia di una recessione in tutto il mondo e una crisi creditizia (seguita a quella bancaria) con conseguente crollo di fiducia dei mercati borsistici. Viene considerata da molti economisti come una delle peggiori crisi economiche della storia, seconda solo alla grande depressione dei primi anni del XX secolo.
La Grande depressione (detta anche Grande crisi o Crollo di Wall Street) fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l'economia mondiale alla fine degli anni venti, con forti ripercussioni anche durante i primi anni del decennio successivo. Ebbe origine da contraddizioni simili a quelle che avevano portato alla crisi economica del 1873-1895 con l'inizio che si ebbe negli Stati Uniti d'America, cui fece seguito il definitivo crollo (crack) della borsa valori del 29 ottobre (giovedì nero) dopo anni di boom azionario. Gli effetti recessivi furono devastanti sia nei paesi industrializzati sia in quelli esportatori di materie prime con un calo generalizzato della domanda e della produzione; il commercio internazionale diminuì considerevolmente e con esso i redditi dei lavoratori, il reddito fiscale, i prezzi e i profitti; le maggiori città di tutto il mondo furono duramente colpite, in special modo quelle che basavano la loro economia sull'industria pesante; il settore edilizio subì un brusco arresto in molti paesi; le aree agricole e rurali soffrirono considerevolmente in conseguenza di un crollo dei prezzi fra il 40% e il 60%; le zone minerarie e forestali furono tra le più colpite a causa della forte diminuzione della domanda e delle ridotte alternative d'impiego occupazionale.
La crisi dei subprime è una crisi finanziaria scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti che ha avuto gravi conseguenze sull'economia mondiale, in particolar modo nei paesi sviluppati del mondo occidentale, innescando la grande recessione (da molti considerata la peggior crisi economica dai tempi della grande depressione).Prende il nome dai cosiddetti subprime, prestiti ad alto rischio finanziario da parte degli istituti di credito in favore di clienti a forte rischio debitorio (insolvenza), considerati da molti analisti come fenomeni di eccessiva speculazione finanziaria.
La Crisi finanziaria del 2007-2008 è una crisi finanziaria segnata da una crisi di liquidità e talvolta da crisi di solvibilità sia a livello di banche e Stati, sia da una scarsità di credito alle imprese. Iniziata nel luglio 2007, ha le sue origini nella deflazione delle bolle dei prezzi (compresa la bolla immobiliare americana degli anni 2000) e nelle perdite significative delle istituzioni finanziarie causate dalla crisi dei subprime. Fa parte della “Grande Recessione” iniziata nel 2008 e i cui effetti si fanno sentire oltre il 2010. La crisi finanziaria dell'autunno 2008 ha amplificato il movimento e ha causato un calo dei prezzi di borsa e il fallimento di diversi istituti finanziari. Per evitare una crisi sistemica, gli Stati devono intervenire e salvare molte banche che provocheranno una crisi del debito pubblico prima in Islanda e poi in Irlanda. Inoltre, provoca una recessione che colpisce l'intero pianeta. Le finanze pubbliche sono state pesantemente tese per risolvere questa crisi. Il deficit pubblico si è ampliato in molti paesi, dopo un calo del prodotto interno lordo globale del 2,2% nel 2009. Gravemente colpite dai loro errori gestionali, le banche francesi sono portate ad una notevole ristrutturazione, con il contributo finanziario dello Stato. Questa crisi sta provocando un movimento a favore di una migliore regolamentazione del sistema bancario e finanziario. Negli Stati Uniti, sotto la pressione dell'opinione pubblica e di esperti come Paul Volcker, è stata adottata la regola Volcker per evitare che una crisi simile si ripetesse. È dubbio che le misure adottate abbiano migliorato la sicurezza bancaria collettiva, soprattutto nell'Unione europea. Soprattutto da quando la crisi continua. In alcuni paesi come la Cina, il prestito bancario è cresciuto notevolmente. Inoltre, all'inizio del 2010, l'afflusso di liquidità ha sollevato i timori dello scoppio di nuove bolle nel settore immobiliare cinese, nelle borse, nei titoli di Stato e nei metalli. in Europa, la crisi del debito pubblico ha spesso, soprattutto nel caso irlandese, la crisi finanziaria come sfondo.
La produzione in economia è l'insieme delle operazioni attraverso cui beni e risorse primarie (es. materie prime) vengono trasformati o modificati, con l'impiego di risorse materiali (es. macchine) e immateriali (ad es. energia e lavoro umano), in beni e prodotti finali a valore aggiunto in modo da renderli utili o più utili cioè idonei a soddisfare, in seguito alla loro distribuzione sul mercato, la domanda e il consumo da parte dei consumatori finali. Con costo di produzione di indica invece la somma del costo relativo ai fattori impiegati nella produzione di un bene economico. La definizione è applicabile pressoché a qualunque attività umana e non, in qualunque disciplina, anche non tecnica. A causa della generalità della sua definizione, il termine "produzione" assume sfumature diverse a seconda del tipo di risorse trattate, dei risultati ottenuti, e del contesto in cui è utilizzata. A livello macroeconomico al livello di produzione, che rappresenta l'offerta, è collegato il livello di consumo o domanda ed livello di occupazione. Produzione e consumo tendono all'equilibrio in risposta all'equilibrio tra domanda e offerta.
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