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Autore principale: Giorgi, , Giorgio, 1900-
Pubblicazione: Lucca : Nuova grafica lucchese, 1981
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La presenza di dinosauri in Italia, fino agli anni ottanta del secolo XX, era ritenuta inconsistente in quanto il territorio era considerato privo di resti fossili di dinosauri soprattutto perché, sulla base di ricostruzioni paleogeografiche, si riteneva che nei periodi Giurassico e Cretaceo, quelli di maggior sviluppo dei dinosauri, la penisola fosse ricoperta totalmente dalle acque della Tetide, questo in quanto le rocce sedimentarie presenti e note nell'area italiana sono indicate come depostesi in ambienti marini. La prima traccia di dinosauro mai rinvenuta in Italia, una piccola impronta di zampa con tre dita, fu scoperta in Toscana nel 1940 e pubblicata nel 1941 ma, a causa dello stato di guerra e della sua unicità, il rinvenimento rimase dimenticato, lasciando continuare la presunzione dell'assenza di fossili di dinosauri nell'area italiana. Le prime evidenti tracce di dinosauri riconosciute come tali si ebbero nella seconda metà degli anni '80, quando vennero rinvenute, grazie ad alcuni escursionisti interessati alla natura, delle impronte in Liguria, Veneto e in Trentino, risalenti al Triassico superiore e al Giurassico inferiore; a questi ritrovamenti ne fecero seguito altri. Nel 1998 avvenne poi l'annuncio del ritrovamento di Scipionyx samniticus, il primo fossile di dinosauro rinvenuto nel 1981 in Italia, raccolto, ma inizialmente non riconosciuto come tale, da un paleontofilo a Pietraroja.
Lo studio e la descrizione della geologia italiana è molto complesso in quanto i confini geografici di quella che genericamente viene indicata come "Regione geografica italiana" nella geografia fisica e in quella politica non coincidono con particolari confini di natura geologica: lo spartiacque riconoscibile sulla catena alpina non individua e non coincide con il limite di alcuna provincia geologica rispetto all'Europa continentale e le Bocche di Bonifacio non segnano alcuna distinzione geologica fra Sardegna e Corsica. Per descrivere la geologia italiana occorre spaziare da nord con la geologia delle alpi centrali che l'Italia condivide con la Svizzera fino a sud nel canale di Sicilia la cui geologia include quella dell'offshore tunisino, a ovest la geologia della Sardegna è parte di quella meridionale della Francia e tutt'uno con quella della Corsica, mentre ad est le successioni calcaree dell'avampaese apulo proseguono nelle regioni della Dalmazia e nei Balcani ed il dominio calcareo del sudalpino si estende fino alle Alpi dinaridi. La complessità della geologia di questa regione, tale che in un'area relativamente piccola è presente un'elevata diversità di caratteri geologici, unitamente alla presenza di numerosi fenomeno endogeni ed esogeni attivi, ha fatto sì che il territorio italiano sia stata la culla di parte del pensiero geologico, ad opera di studiosi italiani e stranieri che ne hanno studiato gli aspetti sul terreno, tra questi Stenone fondatore della stratigrafia, Dolomieu lo scopritore della dolomia sulle montagne che da lui presero il nome: le dolomiti, Charles Lyell il padre della moderna geologia che visitò a lungo l'Italia e mise sul frontespizio della sua opera principale Principi di geologia l'immagine del Tempio di Serapide per le sue colonne testimonianti il bradisismo e Giuseppe Mercalli padre della moderna sismologia, e ad opera di Piero Ginori Conti la geotermia nacque in Italia.
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