Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Pubblicazione: Milano : Angeli, c1989
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
I test psicologici, o più raramente reattivi mentali, sono strumenti standardizzati (nelle procedure di somministrazione e nell'interpretazione dei risultati) utilizzati per acquisire informazioni sulle funzioni psichiche di un individuo o per scopi di ricerca scientifica e psicosociale. La necessità di utilizzare strumenti standardizzati per effettuare indagini psicologiche nasce dall'esigenza di ridurre gli errori determinati dalla soggettività della rilevazione. Il test psicologico è tipicamente costituito da una serie di item. Un item è in genere una domanda, un'affermazione, o una prova di abilità. La prestazione su questi item produce un punteggio. Il punteggio, in un test ben costruito, riflette un costrutto psicologico, e le differenze in tale punteggio costituiscono differenze individuali in tale costrutto. I test psicologici adeguati vengono condotti dopo un notevole lavoro di ricerca e sviluppo, e devono soddisfare le seguenti proprietà: Standardizzazione: Tutte le procedure e i passaggi devono essere condotti con coerenza e nelle stesse condizioni, per ottenere lo stesso livello di prestazione dalle persone sottoposte al test. Oggettività: la somministrazione e i punteggi al test devono essere costruiti in modo tale che giudizi e pregiudizi soggettivi siano ridotti al minimo. Presenza di dati normativi: il punteggio di un individuo al test deve essere confrontabile con i risultati di altri, sulla base della prestazione media al test rilevata su un ampio campione. Attendibilità: il test deve essere attendibile, nel senso che la somministrazione dello stesso test allo stesso soggetto nelle stesse condizioni, deve produrre lo stesso risultato. Validità: Il test deve effettivamente misurare ciò che si propone di misurareLa scienza che si occupa della costruzione dei test psicologici è la psicometria.
La causa di morte più frequente nel mondo occidentale, a seguito delle malattie cardiache e dei tumori, è costituita dalle malattie cerebrovascolari. È stato riscontrato che la metà dei pazienti con malattie neurologiche presentano inoltre patologie di tipo cerebrovascolare. Per lo studente di medicina e per il medico generale l'approccio a queste malattie è utile per affrontare il settore neurologico. Il termine malattia cerebrovascolare sta a indicare qualsiasi alterazione cerebrale derivante da un processo patologico a carico dei vasi sanguigni, siano essi arterie, arteriole, capillari, vene o seni venosi (seno venoso). La lesione vascolare può avere le caratteristiche anatomo-patologiche di un'occlusione da parte di un trombo o di un embolo, oppure di una rottura; le conseguenze a livello del parenchima cerebrale sono di due tipi: l'ischemia (con o senza infarto) e l'emorragia. Un'alterazione della permeabilità della parete vasale, l'ipertensione e l'aumento della viscosità del sangue o modificazioni di una sua altra caratteristica reologica, sono altri meccanismi fisiopatologici coinvolti nella patologia cerebrovascolare. Malattie come l'anemia falciforme e la policitemia sono complicate da ipertensione e aumento della viscosità del sangue, alterazioni che sono alla base degli ictus. Infatti un'alterata permeabilità vascolare è responsabile della cefalea, dell'edema cerebrale e delle convulsioni dell'encefalopatia ipertensiva.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2024-06-11T04:18:28.340Z