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Pubblicazione: Milano : Mondadori, 1986
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Abbigliamento indica sia gli indumenti veri e propri indossati da qualcuno, che in generale il modo di vestire che combina questi ultimi con altri elementi (trucco, capigliatura, accessori) definendo l'aspetto esteriore di una persona o di un insieme di persone. Gli esseri umani sono i soli tra i mammiferi che indossano vestiario, a eccezione degli animali domestici, talvolta vestiti dai loro proprietari. Ciascun articolo d'abbigliamento ha un significato culturale e sociale(marcatore sociale) . In esso si condensano alcune funzioni tramandate o evolutesi nel tempo: quella pratica legata alla vestibilità; quella estetica legata al gusto dell'epoca e a canoni specifici delle diverse comunità; quella simbolica grazie alla quale l'abito può definire l'appartenenza ad una particolare comunità e nello specifico identificare lo status sociale, civile e religioso. La storia dell'abbigliamento, ovvero degli indumenti e accessori che hanno vestito la persona umana nel corso dei secoli, può essere inquadrata sia da un punto di vista antropologico-etnografico, dal momento che documenta l'evoluzione del costume, sia da un punto di vista socio-economico come prodotto dell'industria tessile, legato allo sviluppo tecnologico, della moda e del consumo. Degli abiti si possono quindi studiare le materie prime impiegate, le tecniche di realizzazione, gli aspetti estetici e quelli simbolici, i fattori economici e le gerarchie sociali.
La metafisica dei costumi (titolo originale: Die Metaphysik der Sitten) è l'opera più ampia di Immanuel Kant per quanto concerne la filosofia morale e del Diritto; sebbene non fosse conosciuta quanto la Fondazione della metafisica dei costumi o la Critica della ragion pratica, negli Stati Uniti fu riscoperta grazie alla traduzione di Mary J. Gregor e alla sua opera Laws of Freedom del 1963, in Italia ne esisteva già una traduzione a cura Giovanni Vidari (1923) e in Germania l'opera era discussa e conosciuta già prima, ma era stata sottovalutata. L'opera è divisa in due parti principali: la prima, la Scienza del diritto, si basa sull'interpretazione repubblicana delle origini della comunità politica come società civile e l'istituzione della legge positiva in rapporto al Diritto naturale. Pubblicata separatamente la Scienza del diritto è influenzata dal giusnaturalismo e dal contrattualismo fornendo una giustificazione filosofica dello stato come Stato di diritto. Costituisce uno degli ultimi esempi del repubblicanesimo classico nella filosofia politica. La Scienza del diritto contiene anche la più matura delle asserzioni di Kant sul progetto della pace (vedere anche il saggio Per la pace perpetua) e un sistema giuridico per garantire i diritti individuali secondo una concezione liberale classica. La seconda parte, la Scienza della virtù, tocca temi legati allo sviluppo morale della persona: in particolare offre un'analitica deduzione dei doveri etici. Possono essere usate anche le traduzioni alternative "Dottrina del diritto" e "Dottrina della virtù".
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