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Pubblicazione: Milano : Electa, ©1989
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La tempesta (The Tempest) è un'opera teatrale in cinque atti scritta da William Shakespeare tra il 1610 e il 1611. Il dramma, ambientato su di un'isola imprecisata del Mediterraneo, racconta la vicenda dell'esiliato Prospero, il vero duca di Milano, che trama per riportare sua figlia Miranda al posto che le spetta, utilizzando illusioni e manipolazioni magiche. Mentre suo fratello Antonio e il suo complice, il Re di Napoli Alonso, stanno navigando sul mare di ritorno da Cartagine, il mago invoca una tempesta che rovescia gli incolumi passeggeri sull'isola. Attraverso la magia e con l'aiuto del suo servo Ariel, uno spirito dell'aria, Prospero riesce a rivelare la natura bassa di Antonio, a riscattare il Re e a far innamorare e sposare sua figlia con il principe di Napoli, Ferdinando. La narrazione è tutta incentrata sulla figura di Prospero, il quale, con la sua arte, tesse trame con cui costringe gli altri personaggi a muoversi secondo il proprio volere. È tradizionalmente ritenuta la penultima opera di William Shakespeare – l'ultima interamente sua – ed è considerata da molti il lavoro che segnò l'addio alle scene del celebre drammaturgo.
Il Calcio Padova, meglio noto come Padova, è una società calcistica italiana con sede nella città di Padova. Milita in Serie C. Il sodalizio attuale è nato il 24 luglio 2014 come Biancoscudati Padova dopo la non iscrizione ai campionati della precedente Associazione Calcio Padova fondata nel 1910, della cui tradizione calcistica cittadina si fa portatore. Fra i migliori risultati della formazione veneta figurano il terzo posto nel campionato di Serie A 1957-1958, la finale di Coppa Italia 1966-1967, la vittoria della Coppa Italia Semiprofessionisti 1979-1980, le finali di Coppa Rappan 1962-1963 e della Coppa Anglo-Italiana 1983 e, in ambito giovanile, il successo nel Campionato Primavera 1965-1966 riservato ai cadetti. Occupa il 22º posto nella tradizione sportiva dei club che hanno giocato in A e il 26º posto nella classifica perpetua, vantando 16 presenze nella massima serie italiana da quando esiste il girone unico, l'ultima nel 1996. La classica maglia della formazione padovana è bianca con dettagli rossi; sul petto reca lo scudo cittadino, una croce rossa su sfondo bianco, da cui il soprannome di Biancoscudati dei suoi giocatori.
Il Mont Ventoux (anche Monte Ventoso in italiano) è un gruppo montuoso della Provenza (Alpi Sud-occidentali-Alpi e Prealpi di Provenza-Prealpi di Vaucluse), in Francia, la cui cima raggiunge i 1.912 metri s.l.m., situato a 20 km in linea d'aria a nord-est di Carpentras, abbastanza lontano e isolato dalle altre cime della regione, soprannominato dai francesi il "Gigante della Provenza" o anche il "Monte Calvo". Classificato Riserva della biosfera dall'UNESCO, nell'ambito del progetto "MAB" (Man and Biosphere), presentando una geologia e una flora particolari, nonché una fauna assai ricca, fanno parte di questa anche le limitrofe prealpi di Vaucluse, il Plateau d'Albion e le caratteristiche Gorges de la Nesque, profonda incisione fluviale in roccia carsica. La piana e i colli alla base del Ventoux sono rinomati per il vino (Côtes du Ventoux) e le uve da tavola.
L'evoluzione della storia del nudo artistico è parallela a quella della storia dell'arte nella sua generalità, fatta debita eccezione per le specificità derivanti dal differente grado di accettazione delle scene di nudità da parte delle varie forme di società e cultura che si sono succedute nel mondo durante il corso dei secoli e dei millenni. Quello del nudo è un tema artistico consistente nella rappresentazione all'interno dei vari media artistici - pittura e scultura in primis, ma anche in fotografia e nel cinema - della forma del corpo umano (sia maschile sia femminile) nudo o seminudo; questo è considerato una delle classificazioni principali dell'opera d'arte in accademia. La nudità in arte viene a riflettere nel suo insieme le norme sociali presenti, sia in ambito di estetica che nella concezione di morale, del tempo e del luogo in cui è stata eseguita l'opera. Molte sono le culture che tollerano la nudità nell'arte assai più di quanto non tollerino la nudità nella vita reale, con diversi parametri su ciò che è considerato accettabile o meno. Come genere quello del nudo è una questione complessa da affrontare per le sue numerose varianti, sia formali che estetiche ed iconografiche, e vi sono storici dell'arte che giungono a considerarlo come uno dei più importanti, se non quello di maggior importanza in assoluto, nella storia dell'arte occidentale; secondo lo storico, saggista e critico spagnolo Francisco Calvo Serraller, «la nudità non è solo una forma d'arte, ma è la stessa spiegazione - o logica - dell'arte occidentale: il punto drammatico od incrocio tra il naturale e il cielo, tra l'ideale e il vero, tra il carnale e lo spirituale, in definitiva tra il corpo e l'anima». Anche Javier Portús, curatore d'arte e conservatore del Museo del Prado, ritiene che «da secoli il nudo è stato la forma d'arte per eccellenza presente in Occidente, potendo esso esprimere al meglio tutti gli altri valori attraverso il colore e la materia pittorica».. Anche se spesso associato con l'erotismo, il nudo può in realtà acquisire varie interpretazioni e significati alternativi, da quello inerente alla mitologia e alla religione, allo studio di anatomia o, infine, anche - per le sue qualità intrinseche - quello di massima rappresentazione possibile dell'ideale (nel senso di bene, come principio o valore etico da perseguire) di Bellezza e perfezione estetica, come accade ad esempio nell'arte figurativa dell'antica Grecia. La sua rappresentazione è variata secondo i valori sociali e culturali di ogni epoca storica e di ogni popolazione, e come per i Greci il corpo è stato un motivo di orgoglio così per gli ebrei - e di conseguenza per il successivo cristianesimo - si è rivelato invece fonte d'estremo d'imbarazzo, condizione degli schiavi e dei miserabili. Lo studio e la rappresentazione artistica del corpo umano è stata una costante in tutta la storia dell'arte, dalla preistoria, con la Venere di Willendorf, per fare solamente uno degli esempi più conosciuti. Una delle culture in cui maggiormente è proliferata la rappresentazione della nudità artistica è stata quella del mondo classico nell'antichità greco-romana, ov'è stata presto concepita come ideale (come accade nel nudo eroico), estetico ma anche etico di perfezione e "bellezza assoluta"; concetto questo che è perdurato nel classicismo, condizionando in buona parte la percezione della civiltà occidentale nei confronti non solo del nudo ma anche dell'arte nel suo complesso. Durante il Medioevo la rappresentazione artistica si è limitata ai temi più specificamente religiosi e trattati dalla teologia, basati su brani della Bibbia, il testo sacro cristiano; solamente in tal maniera se ne poteva giustificare la resa nelle varie forme d'arte. Con l'avvio del Rinascimento a partire dalla metà del XV secolo la nuova cultura derivata dall'umanesimo prese una direzione decisamente improntata ad un sempre maggior antropocentrismo; ciò ha portato al ritorno in grande stile del nudo artistico dopo lunghi secoli di occultamento ed affiancando così ai soliti soggetti religiosi dei secoli precedenti anche quelli storico-mitologici risalenti al paganesimo, soprattutto sotto forma di allegoria. È stato poi nel XIX secolo, soprattutto con l'impressionismo, che il nudo ha cominciato a perdere il suo carattere eminentemente iconografico per esser rappresentato nelle sue qualità estetiche molto più semplicemente profane: l'immagine nuda, sensuale ed auto referenziale prese così un poco alla volta il sopravvento. Gli studi attorno al nudo nella sua qualità di genere artistico si sono concentrati nell'analisi fattane dalla semiotica, innanzitutto nel rapporto inerente tra opera e spettatore, così come anche nello studio delle relazioni di genere; il femminismo ha criticato l'utilizzo del nudo in quanto oggettivazione della forma del corpo umano femminile il quale confermerebbe così il dominio all'interno della società occidentale dell'ideologia patriarcale. Artisti come Lucian Freud e Jenny Saville hanno sviluppato una sorta di nudo non idealizzato nel tentativo di eliminare il concetto tradizionale di nudità, andando a cercarne l'essenza al di là e al di fuori dell'idea di bellezza e distinzione discriminante data dall'identità di genere.
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