Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Panella, Giuseppe <1955- >
Pubblicazione: Firenze : Clinamen, 2014
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Curzio Malaparte, nome d'arte di Curt Erich Suckert (Prato, 9 giugno 1898 – Roma, 19 luglio 1957), è stato uno scrittore, giornalista, militare, poeta e saggista italiano, nonché diplomatico, agente segreto, sceneggiatore, inviato speciale e regista cinematografico, una delle figure centrali dell'espressionismo letterario in Italia e del neorealismo. È particolarmente noto, soprattutto all'estero, per i suoi romanzi Kaputt e La pelle, opere a sfondo autobiografico basate sulla sua esperienza di giornalista e ufficiale durante la seconda guerra mondiale, e Maledetti toscani. Scrittore dallo stile realistico e «immaginifico», definito come «cinico e compassionevole» al tempo stesso e talvolta avvicinato alle tematiche e allo stile espressionista crudo di Louis-Ferdinand Céline, come intellettuale fu dapprima un sostenitore del fascismo, poi una voce critica e un oppositore dello stesso. Caratteristica della sua letteratura è la mescolanza di fatti reali - lo scrittore è stato infatti avvicinato alla corrente del neorealismo -, spesso autobiografici, ad altri immaginari, talvolta esagerati in maniera voluta e consapevole, fino al farsesco, specialmente quando deve denunciare le atrocità della seconda guerra mondiale.Interventista e volontario nella Grande Guerra, ammiratore di Mussolini e "fascista della prima ora", partecipò alla marcia su Roma e fu attivo nelle posizioni di fascismo di sinistra intransigente, sostenendo la cosiddetta rivoluzione fascista; allontanatosi gradualmente dal regime (venne anche mandato al confino, da cui uscì grazie all'amicizia con Galeazzo Ciano, genero del Duce), dopo l'8 settembre 1943 si arruolò nell'Esercito Cobelligerante Italiano del Regno d'Italia e collaborò con gli Alleati (cui pure non risparmiò pesanti critiche) nel Counter Intelligence Corps nella lotta contro i nazisti e i fascisti della RSI, a cui non aderì. Prima anticomunista, nel secondo dopoguerra si avvicinò al Partito Comunista Italiano, grazie all'interessamento di Palmiro Togliatti che lo assunse come cronista, sebbene molti dubitassero della effettiva sua adesione, o avvicinamento, al PCI (e contemporaneamente al Partito Repubblicano Italiano, a cui già aderiva da giovanissimo, al quale si iscrisse poco prima di morire). Morì dopo essersi convertito in punto di morte alla Chiesa cattolica, assistito dai sacerdoti padre Cappello e padre Rotondi, secondo le testimonianze di questi.Lo pseudonimo, che usò dal 1925, fu da lui ideato come umoristica paronomasia basata sul cognome "Bonaparte". Si soprannominò e venne soprannominato l'"Arcitaliano", per avere racchiuso nella sua complessa e contraddittoria personalità molti difetti e pregi degli italiani.
Benedetti italiani è una raccolta postuma di scritti, in forma assai ben abbozzata, di Curzio Malaparte, edita a cura di Enrico Falqui nel 1961. L'autore aveva più volte manifestato l'intenzione di scrivere questo libro, forse "risarcitorio", forse scritto con "la stessa penna" con la quale destinava la sua Villa Malaparte ai cinesi. La raccolta "stempera" il clima di Maledetti toscani.
LA BIERE DU PECHEUR è un'opera di Tommaso Landolfi pubblicata nel 1953. Il titolo (in francese) dell'opera è scritto volutamente tutto in maiuscolo, quasi fosse un'insegna, e dunque può permettersi secondo le regole dell'ortografia francese di non portare accenti. Bière vuol dire sia "birra", sia "feretro" o "bara", mentre pêcheur vuol dire "pescatore", ma se fosse pécheur starebbe per "peccatore". Dunque può significare: "La birra del pescatore", "La bara del pescatore", "La birra del peccatore" o "La bara del peccatore", un'ambiguità multipla voluta. L'opera, principalmente di natura diaristica, è comunque composita, poiché contiene vari inserti narrativi, alcune lettere che Landolfi dichiara di avere ricevuto e alcune parti dichiaratamente inventate, pur sotto forma di diario. Contiene inoltre diverse citazioni (da Balzac, Villiers de l'Isle-Adam e Gabriele D'Annunzio), allusioni parodiche (per esempio al Curzio Malaparte de La pelle), chiose metalinguistiche e aforismi di natura letteraria. Tutto ciò legato a un'idea dichiarata di "insufficienza" della letteratura rispetto alla vita. L'atteggiamento di Landolfi nei confronti della scrittura diaristica è ben evidenziato da una frase contenuta nelle pagine iniziali del libro, dove si può cogliere un riferimento al punto di vista surrealista della scrittura automatica.
La locuzione rivoluzione italiana è stata più volte impiegata da alcuni storici e scrittori del XIX e XX secolo per indicare diversi periodi di cambiamento degli assetti di potere nella penisola italiana, tra cui anche l'unità. Il significato della locuzione non è univoco e a tutt'oggi non è pacificamente condiviso ne come attribuzione ad uno determinato evento temporale ne come accezione positiva o negativa dell'evento individuato.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2021-11-25T01:53:02.751Z