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Autore principale: Martinelli, Luigi
Pubblicazione: [S.l.] : Edizioni "Buddhismo scientifico", 1971
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il buddhismo (in sanscrito: buddha-śasana), o più comunemente buddismo, è una delle religioni più antiche e più diffuse al mondo. Originato dagli insegnamenti dell'asceta itinerante indiano Siddhārtha Gautama (VI, V sec. a.C.), comunemente si compendia nelle dottrine fondate sulle quattro nobili verità (sanscrito: Catvāri-ārya-satyāni). Con il termine buddhismo si indica quindi quell'insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e tecniche spirituali, individuali e devozionali, nate dalle differenti interpretazioni di queste dottrine, che si sono evolute in modo anche molto eterogeneo e diversificato. Sorto nel VI-V secolo a.C. come disciplina spirituale assunse nei secoli successivi i caratteri di dottrina filosofica e, secondo alcuni autori, di religione "ateistica", intendendo con quest'ultimo termine non la negazione dell'esistenza degli dei (deva), quanto piuttosto il fatto che la devozione ad essi, fatto comunque considerato positivo, non condurrebbe alla liberazione ultima. Altri considerano i libri sacri buddhisti (Canone pāli, Canone cinese e Canone tibetano) testi che non divinizzano Siddhārtha Gautama Buddha sakyamuni, ma Adi-Buddha o Buddha eterno, concetti buddhisti equivalenti a Dio; tuttavia non è una concezione affine a quella della divinità in senso occidentale, quanto, nel buddhismo Mahāyāna, il principio della buddhità, raffigurato a volte nelle figure dei Buddha come Vairocana o Amitabha, manifestatosi storicamente come Gautama. Il Mahāyāna venera anche i bodhisattva, esseri vicini all'illuminazione. A partire dall'India il buddhismo si diffuse nei secoli successivi soprattutto nel Sud-est asiatico e in Estremo Oriente, giungendo, a partire dal XIX secolo, anche in Occidente.
Karma (adattamento del termine sanscrito trascritto nel vedico kárman, o più comunemente karman, devanagari: कर्मन्) è un termine in uso nei Veda, dove è inteso come «atto», «evento rituale», e traducibile nelle lingue occidentali come «azione». Il karma indica, presso le religioni e le filosofie indiane o originarie dell'India, il generico agire volto a un fine, inteso come attivazione del principio di «causa-effetto», quella legge secondo la quale questo agire coinvolge gli esseri senzienti vincolandoli alle conseguenze morali che ne derivano, e quindi al saṃsāra, il ciclo delle rinascite. Quello del karma è ad esempio uno dei concetti nucleari delle dottrine induiste, strettamente connesso all'altro del mokṣa, inteso quest'ultimo sia dal punto di vista soteriologico, e cioè salvezza dal saṃsāra, sia dal punto di vista spirituale, come conseguimento di una condizione superiore, diversamente intesa a seconda della dottrina.
La storia dell'ateismo risale all'antichità. La proposizione spontanea che gli dei non esistano è antica come il teismo stesso e l'idea della non esistenza di dio è vecchia quanto il monoteismo e l'enoteismo. Asserisce lo storico francese Georges Minois, che lo interpreta nella sua qualità di fenomeno storico: "In realtà l'ateismo è antico come il pensiero umano, e sin dalle origini si è posto come uno dei modi di vedere il mondo: un mondo nel quale l'uomo è solo di fronte a se stesso e alla natura".. Il termine ateismo, derivante dal greco "ἄθεος"-atheos (senza Dio, negatore delle divinità ma con la connotazione di "empio") è il rifiuto di credere che Dio o una qualsiasi altra potenza divina esista, in traslato è l'assenza d'una qualsiasi fede religiosa. Sulla percentuale totale della popolazione dell'intero pianeta i pubblici seguaci dell'ateismo rimangono in ogni caso ancor oggi una minoranza. Anche se la parola come sostantivo astratto è stata coniata per la prima volta nel 1540 e l'introduzione di un certo ateismo positivo non si è realizzato prima del tardo XVIII secolo, le idee d'impostazione atea e la loro influenza hanno un percorso ed una vicenda storica molto più lunga. Lungo il corso dei secoli gli atei sono giunti al loro punto di vista conclusivo attraverso un'ampia varietà di percorsi, tra cui la conoscenza nelle nozioni fondamentali dell'apparato scientifico, ma anche tramite convinzioni più prettamente filosofiche ed ideologiche. Le nozioni e concezioni ateistiche si guadagnarono lentamente un certo sostegno nella tradizione degli ambienti intellettuali europei a cavallo del Rinascimento e subito dopo la riforma protestante. L'ateismo più schietto è stato poi sostenuto da alcuni tra i più importanti sostenitori della rivoluzione francese, che cercarono attivamente di eliminare ogni "superstizione religiosa" dalla mente e dai cuori del popolo francese. Il pensiero ateo ha fatto poi enormi passi avanti nel periodo tra le due guerre mondiali e lungo tutto il XX secolo, quando i regimi nazionali propugnatori del comunismo i quali si susseguirono via via in molti paesi del mondo giunsero a promuovere un ateismo di stato che sopravvisse a vari livelli continuando ad essere disciplinato dal governo ufficiale. L'ateismo marxista-leninista e le sue varianti di pensiero ebbero una notevole influenza; l'opinione del marxismo nei riguardi della religione ebbe un'importanza preponderante per i governi comunisti che s'istituirono in Unione sovietica, Europa dell'Est, Repubblica popolare cinese, Corea del Nord e Cuba. Con la caduta del muro di Berlino una certa religiosità si è ristabilita in varia misura in tutto l'ex blocco sovietico, mentre nelle società occidentali, con la loro storia di capitalismo, modernismo, consumismo e secolarizzazione ha veduto un sostanziale declino della pratica religiosa, con la crescita progressiva di un punto di vista più prettamente ateo e la cui visione ha avuto dei sostenitori di alto profilo.
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