Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Tommaseo, Niccolò
Serie: Letteratura italiana e straniera ; 2
Fede e bellezza è un romanzo di Niccolò Tommaseo, scritto in Corsica tra il 1838 e il 1839 e pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1840 e, in versione definitiva, nel 1852.
La grande bellezza è un film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. La sceneggiatura è stata scritta dal regista assieme a Umberto Contarello. È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2013. Ha vinto il Premio Oscar come miglior film straniero del 2014, il Golden Globe e il BAFTA nella stessa categoria, quattro European Film Awards, nove David di Donatello (su 18 nomination), cinque Nastri d'Argento e numerosi altri premi internazionali.Il film si apre con una citazione da Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, che funge da chiave di lettura introduttiva per il "viaggio" narrato ne La grande bellezza: «Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l'immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato, è un romanzo, nient'altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non si sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi, è dall'altra parte della vita».
Il romanzo psicologico è un tipo di romanzo nato tra l'Otto e il Novecento, nel clima di crisi e di tensione che caratterizzò la letteratura di quegli anni: da una parte, una chiusura nella propria interiorità, dall'altra una forte esigenza di realismo. Davanti ai drammi della guerra, si intende la letteratura come mezzo di autoanalisi e riflessione profonda su di sé. In questo tipo di narrazione la fabula è debole, quasi inesistente e focalizza tutta l'attenzione sui meccanismi mentali dei personaggi. A dominare in questo genere vi è il mondo interiore dei personaggi, i loro processi psichici, le emozioni che derivano dal profondo, gli stati d'animo e le riflessioni consce o inconsce. Comparvero così romanzi come La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923) e Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926). I due autori, influenzati anche dalle nuove scoperte della psicoanalisi di Freud, crearono personaggi i quali, più che vivere esperienze nel mondo esterno, compiono un “viaggio” nel proprio mondo interiore. Essi però non trovano facilmente una via d'uscita e spesso le loro riflessioni diventano pensieri fissi, manie, che rendono la loro vita angosciosa e piena di paure. L'attenzione degli scrittori si sposta dalla descrizione oggettiva a quella soggettiva; prevale la focalizzazione interna, sia in prima che in terza persona e si utilizzano il discorso diretto, il discorso indiretto libero, il flusso di coscienza, dove viene scritta qualunque cosa passa per la mente del protagonista senza punteggiatura e il monologo interiore, una particolare tecnica narrativa che permette allo scrittore di esporre, in modo spontaneo, i pensieri, i ricordi e le emozioni dei protagonisti. Tra le modalità di scorrimento del tempo narrativo prevale la pausa, in cui il corso degli eventi subisce un arresto e non succede nulla. Lo spazio e il paesaggio hanno un ruolo secondario, infatti diventano lo specchio degli stati d'animo del protagonista. Principali autori del racconto psicologico (oltre ai succitati Svevo e Pirandello) sono James Joyce, Gustave Flaubert, Fëdor Michajlovič Dostoevskij e Oscar Wilde, che avendo perso fiducia nella possibilità di conoscere razionalmente il mondo si rivolgono all'analisi della coscienza esaltando l'importanza della vita posteriore ai primi anni del Novecento.
Record aggiornato il: 2024-06-16T01:01:25.680Z